Anno 1 | Numero 6 | Marzo 1998

Dalla morte del grande romanziere-pensatore Yukio Mishima (1970) la letteratura giapponese ha preso una tale svolta passando dalla narrativa intesa come nostalgia del passato feudale alla più leggera letteratura contemporanea.

Yamada Eimi (1959) sta nel mezzo fra i ricordi dell’epoca Meiji ed i fumetti Manga. Attraverso le esperienze di Haruki Murakami e di Yasuo Tanaka e prima del fenomeno Banana Yoshimoto, la Eimi, con le sue opere finora pubblicate, (Occhi nella notte, Trash e Bad Mama Jama) ci porta a conoscere il microcosmo delle Bad Girls giapponesi. Fatto di rapporti interrazziali, forti emozioni e con una certa dose di ribellione, queste donne in cerca di alternative all’uomo giapponese, come viene conosciuto in Occidente, fanno parte della propria vita un vero e proprio romanzo. L’avventura può rivelarsi alla fine qualcosa di più e la vita di coppia può venire messa da parte per raggiungere un puro ed effimero piacere. Bad Mama Jama è composto di tre racconti e di altrettante storie in crisi. Nel racconto intitolato Bad Mama Jama Mayuko sposata con Dave, un afroamericano, trova ciò che l’aveva fatta innamorare di suo marito in un Marine nero di stanza in una base statunitense in Giappone. In Alito di Cipolla una coppia mista in crisi e con entrambi problemi di alcoolismo che si tollera a malapena durante il giorno, di notte separatamente, occhieggia delle scritte sui muri di una toilette recanti richieste di aiuto. Nel racconto La Tela, ambientato ai Tropici, un’altra coppia mista convive tra la serenità del giovane artista Jaka e le insicurezze della sua compagna Susu.

In tutti e tre i racconti vi è la voglia di trasgredire le regole, quasi imposte, della vita di coppia giapponese. La stessa Yamada Eimi, sposata con un nero americano, scelse a suo tempo questa direzione che la portò ad essere in parte esclusa dalla società giapponese.

Le protagoniste dei racconti appartengono al “popolo della notte”, nel cui sottobosco hanno fatto la propria dimora. Il sesso viene recepito come una comunione fra le diverse culture a cui appartengono i personaggi descritti, tutto appare più complicato di quanto possa essere in realtà; si procede per metafore, si usa fare riferimento a parole giapponesi per assecondare il lettore ad una maggiore lettura fra le righe del testo e sovente si usano luoghi comuni allo scopo di aumentare la comprensione delle varie sfaccettature dei personaggi. Tutta questa facciata per descrivere con sottigliezza le sfumature di un sentimento irrazionale come l’amore che, a partire dall’ambiente per arrivare ai singoli protagonisti con i loro bagagli di esperienza, viene vissuto così intensamente ed allo stesso tempo con svogliatezza inattesa tale da rendere i racconti delle cellule separate ed ugualmente scindibili per accomunarsi con le altre.

Questa caratteristica di rendere universale ciò che si ritiene unico e personale (con il rischio, peraltro, di cadere nel tipico senti- mentalismo giapponese) viene espressa da Yamada Eimi attraverso le complesse vicende dei suoi personaggi ed al loro modo di rendere la vicenda sessuale come la punta di un iceberg, il cui unico scopo è quello di comunicare al proprio partner e, generalizzando, all’intera società una presa di coscienza della singola situazione.

Il dramma e contemporaneamente il sentimento che si evincono dall’opera della E imi sono tali da essere duraturi nel tempo e non da considerarsi, come spesso accade, dei fenomeni giapponesi di uso e consumo per l’Occidente. Leggere autori giapponesi per rileggere ciò che con il tempo credevamo avere dato per scontato.

Luca Navaglia

 

Yamada Eimi è autrice molto prolifica, affronta tematiche dalle tinte forti: sesso, razzismo, problematiche giovanili. Dopo l’esordio nel mondo dei manga (il fumetto giapponese), è passata con successo alla narrativa scrivendo una storia estremamente trasgressiva in cui si intrecciano America e Giappone, jazz e rap, sesso e sentimenti (Occhi nella notte, 1985). Sono seguiti, fra gli altri, Per soli amanti della musica Soul (1987, nt), Trash (1991), Logica animale (1996, nt), Meravigliose fragranze (2005, nt). Alla sua narrativa guarda come a un modello l’ultima generazione di scrittrici giapponesi.

Il libro nel 1998

Yamada Eimi
BAD MAMA JAMA
Marsilio 1996
pp. 140
L. 18.000

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