Quest’anno sono state tante le occasioni per parlare di Don Milani: i 50 anni dalla morte del sacerdote, i 40 anni da Lettera a una professoressa, la pubblicazione dell’opera omnia del priore di Barbiana per I Meridiani Mondadori.

Come sempre la figura di Don Milani genera opinioni e giudizi contrastanti, ancor oggi, ma l’albo Il maestro di Fabrizio Silei e Simone Massi non lascia adito ad alcuna discussione poiché è perfetto, scritto per i ragazzi, giusto per ogni età.

E un testo di parole e immagini coinvolgente dall’inizio alla fine che ti emozione e ti interroga.

Don Milani ci viene presentato attraverso gli occhi e le parole di un ragazzo che trascinato dal padre a Barbiana “da quel prete matto che vuole insegnare a leggere e scrivere ai figli dei contadini”, riuscì non solo a leggere e scrivere, ma come tutto il gruppo, a fare e rilasciare interviste, a leggere i giornali, a scrivere lettere, a osservare con occhi nuovi la natura nella quale sono immersi, a fare piccoli viaggi, a costruire oggetti.

Come riuscì il priore di Barbiana a realizzare questo miracolo? Con dosi massicce di analisi grammaticale e logica? Con puntuali assegni di compiti?

No, niente di tutto questo! Vi riuscì legando la scuola alla realtà. Andare a scuola per i suoi ragazzi significava aprire la mente e il cuore, non alla piccola misera realtà che li circondava, ma una realtà più ampia che superava i monti che li circondavano; significava confrontarsi, imparare sempre nuovi vocaboli per poter parlare con franchezza, per essere in grado di difendere i propri diritti.

Mentre praticava percorsi didattici ed educativi nuovi, forse troppo per la mentalità dell’epoca, Don Milani fu oggetto di calunnie e processi, ma non nascose niente ai suoi allievi, ne parlarono insieme, li rassicurò e quando la malattia ebbe il sopravvento sul suo debole fisico, non si nascose, anzi li volle accanto a sé nel momento del trapasso, non solo per testimoniare, secondo Papa Francesco, come muore un prete credente e fiducioso in Cristo, ma per offrire loro un ultimo insegnamento: bisogna chinarsi con rispetto e compassione dinanzi a chi soffre, essere pronti ad aiutare i deboli, i poveri, i bisognosi.

L’illustrazione in bianco e nero, seria, essenziale, molto intensa, accompagna le parole pensate, scritte da tutti: dall’educatore fino all’ultimo arrivato.

La frase più bella dell’albo: “Ci sono maestri che mangiano bambini e sputano uomini”.

Pier Paolo Pasolini sostiene “Può educare solo chi sa cosa significa amare”, l’attività di Don Milani ne è l’esempio lampante.

Consiglia Aquino per L’Angolo delle Storie