Anno 1 | Numero 9 | Giugno 1998

L’opera di Sacher-Masoch è stata a lungo confinata in un “inferno” erotico che ha annullato le differenze di una espressività ricca di motivi di interesse anche se troppo spesso racchiusa da clichès. Il nome dell’autore galiziano è infatti assai più legato alla memoria clinica della Psycopatologia sexualis di Krafft-Ebing, a cui si deve la definizione “masochismo”, che non ad una reale conoscenza delle sue opere. Se negli Anni ‘70 un celebre studioso di Gilles Deleuze aprì autorevolmente una ricerca sul suo lavoro, fino ad allora trascurato, sussistono tuttora verso di esso moltissime remore moralistiche. La madre di Dio è uno dei vertici della letteratura ottocentesca e, sia per penetrazione psicologica che per varietà di temi, è alla pari di altri grandi titoli coevi. Il libro (che ha due versioni italiane: la prima fu pubblicata da Longanesi nel 1976, mentre l’edizione più recente – e migliore – è del 1995 per ES) è incentrato su un magnifico ritratto di una coppia domina/ schiavo incarnati rispettivamente in Mardona, capo di una setta cristiana nel sud della Russia e Sabadil, un contadino destinato a divenire la vittima sacrificale del suo culto cruento.

La storia ha la forza icastica di una sacra rappresentazione scandita da stazioni di sofferenza che portano il protagonista alla crocifissione, mentre la sacerdotessa, allo stesso tempo crudele e infantile, umorale e saldissima nelle sue risoluzioni, lo pone al centro di un aspro e paradossale romanzo di formazione. Troppo nota è la vulgata pettegola per cui nei suoi libri (spesso trattati con criteri strutturalistici destinati a incasellare – e forse esorcizzare – l’incredibile teoria di umiliazioni, fustigazioni e crudeltà da lui narrate), Masoch racconterebbe senza fine la sua passione contrastata per Wanda, moglie, musa ispiratrice, autrice di un contestato libro di memorie (Confessioni della mia vita, edito in Italia da Adelphi nel 1978), e assoluta regina di un menage di schiavitù volontaria le cui modalità erano state regolarmente stipulate per contratto.

L’immaginario dell’autore se da un lato talvolta (e soprattutto negli episodi minori della sua sterminata produzione) tende ad un mero campionario di pratiche S/M, d’altra parte è saldamente radicato in una sensibilità inquieta ben diffusa in Europa alla fine dell’800, periodo di turbamento e revisione dei concetti tradizionali di identità sessuale, come testimoniano autorevolmente ad altre latitudini i due romanzi di Swinburne (Lesbia Brandon e Un anno di lettere, un vero e proprio inno alla frusta!) e molte opere di Rachilde (tra cui, in eccezionale rilievo Monsieur Venus, che nel 1884 preconizzava un rapporto a due decisamente trans-gender). I lavori di questi scrittori sono stati anch’essi lungamente ostracizzati per le loro tematiche, ma sono accomunati tutti da un dato ricorrente. Come in tutte le opere sottoposte a censure, la forza maggiore dell’elaborazione stilistica è nel linguaggio, territorio per antonomasia di qualsiasi sovversione dell’immaginario, secondo un modello qui preconizzato e poi diffuso a largo raggio dalle avanguardie storiche, che non a caso, dal Futurismo al Surrealismo, tanto spazio dedicarono alle “ricerche sulla sessualità” (titolo del celeberrimo volume coordinato da André Breton a partire dalle discussioni tenute tra il 1928 e il 1932 a Parigi nella “centrale” del movimento da lui capeggiato).

La madre di Dio è uno dei maggiori esempi di letteratura delle passioni estreme, in cui una serie di incantesimi, verbali e riti di morte e trasfigurazione sostanziano un’indagine profonda e sfaccettata sulla “metà oscura” della nostra esistenza.

Luca Scarlini

 

Scrittore austriaco (Leopoli 1836 – Lindheim, Assia, 1895). Dapprima storiografo, passò ben presto alle lettere, affermandosi come pubblicista (diresse a Lipsia la rivista Auf der Höhe, 1882-85), ma soprattutto come romanziere e novellista, con una produzione assai vasta anche se monocorde nella ricerca costante di effetti realistici. Fra i numerosi romanzi: Aus dem Tagebuch eines Weltmannes (1869); Die geschiedene Frau (2 voll., 1870); Falscher Hermelin (2 voll., 1873-79); Die Ideale unserer Zeit (4 voll., 1875-76). Tra le raccolte di novelle: Das Vermächtnis Kains (4 voll., 1870-77); Wiener Hofgeschichten (2 voll., 1873-77); Liebesgeschichten aus verschiedenen Jahrhunderten (3 voll., 1874-77); Die Messalinen Wiens (1874). La particolare insistenza sul tema, variamente rielaborato, della perversione sessuale lo ha ben presto reso emblematico; onde da lui il neologismo sacher-masochismo o, più semplicemente, masochismo.

Fonte: treccani.it

In libreria

Leopold von Sacher Masoch
La madre di Dio
ES, 2013
Collana: Classici dell’eros
Traduzione di U. Gandini
185 p., brossura
€ 20,00

Compra il libro su Amazon