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Anno 0 | Numero 1 | Settembre 1996

Jack Kerouac nasce nel Massachusetts nel 1922 e muore in Florida nel 1969. I suoi romanzi si inscrivono in quel movimento nato negli Stati Uniti verso la metà degli anni ’50 noto come movimento “beat” di cui il romanzo Sulla Strada costituisce una specie di manifesto. Scritto in una prosa volutamente spontanea, il romanzo è l’urlo di protesta di una generazione che rifiuta gli schemi della società imperialista e capitalista, i suoi ideali di decoro e produttività e propone il ritorno a una dimensione più naturale, più primitiva; e il recupero di una soggettività che dia spazio ai contatti umani genuini ormai dimenticati nella società industriale massificata.

Elemento centrale del romanzo è il tema del viaggio, inteso come fuga dai condizionamenti sociali e momento di introspezione e di crescita.

I protagonisti sono vagabondi, tutti con una loro vena di pazzia più o meno accentuata, quasi sempre sbronzi, perennemente sulla strada pronti a intraprendere il loro viaggio verso la libertà. Non è un caso che nel romanzo il viaggio si compia prima verso Ovest: la terra dagli spazi sconfinati, il suolo selvaggio e inesplorato, un mitico altrove che sfuma nell’Oceano Pacifico; e poi verso Sud, verso l’esotico Messico: una specie di Paese dei balocchi dove la gente è cordiale e persino i poliziotti ti sorridono benevoli.

I personaggi viaggiano su mezzi di fortuna, non dormono quasi mai, le loro vite non sono mai banali, ma rivelano storie di emarginazioni sociali come nel caso di Dean: un tipo perfetto per un viaggio perché nacque letteralmente per strada. Figlio di un vagabondo, ladro di auto con un’esperienza carceraria alle spalle, tre volte sposato, completamente matto, Dean assume nel romanzo contorni mistici diventando quasi la guida spirituale del gruppo.

Il libro, con i suoi momenti deliranti, coinvolge fin dalle prime battute grazie alla sua prosa diretta e all’uso della prima persona. Il romanzo è chiaramente autobiografico (l’autobiografismo del resto è una costante del movimento “beat”) e dietro al narratore/autore è facilmente riconoscibile lo stesso Kerouac che vibra allo stesso ritmo frenetico dei suoi personaggi.

Titti Castiello

“Dove andiamo, man? Non lo so, ma dobbiamo andare.”

È un fatto che la più autentica caratteristica dei giovani beat americani e delle loro produzioni letterarie così spesso accusate di oscenità e immoralità consiste proprio nelle loro proposte ed esperienze poetiche di carattere spirituale. […] La ricerca disperata e ininterrotta di un nuovo valore morale, di una nuova ragione del mondo, di una nuova spiegazione della vita, fa dunque di loro una tormentata generazione di mistici e di filosofi; alcuni sono cattolici, alcuni buddisti, tutti credono in Dio, nella vita, nella personalità umana, anche se a volte possono riuscire sconcertanti come Kerouac quando rispose al giornalista che gli chiedeva a chi si rivolgesse nelle sue preghiere: “Prego il mio fratellino morto, mio padre, Budda, Gesù Cristo e la Vergine Maria”, soggiungendo poi: “Prego queste cinque persone”.

Fernanda Pivano

In libreria

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Jack Kerouac
Sulla strada
Mondadori, 2016
406 p., brossura

€ 14,00 Traduzione di Marisa Caramella

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