Adelaide non è carina e veste in modo vistoso. È troppo magra, dura nei tratti e arrogante nei modi. Ha però grazia nei movimenti e grandi occhi scuri. E così che si presenta la protagonista del romanzo di Philip Pullman La principessa di latta, la nuova eroina dell’autore della trilogia Queste oscure materie, che lo ha reso noto in tutto il mondo. I giovani appassionati ritroveranno anche Sally Lockhart protagonista di una serie di romanzi a lei dedicata, e il suo amico, Jim Taylor.

Sotto un’apparente asprezza Adelaide nasconde vulnerabilità e dolcezza. È una Lady Diana giovane, appena ventenne, che non conosce ancora il suo futuro fiabesco, ma anche drammatico. Quando la incontriamo per la prima volta è una giovane donna inglese che non sa leggere né scrivere, che ha vissuto la “normalità” della Londra dickensiana.

Eppure Adelaide è la futura regina di un piccolo e tenace regno tedesco di fine Ottocento, la Razkavia, schiacciato tra la Germania del cancelliere Bismarck e l’Austria-Ungheria dell’Imperatore Francesco Giuseppe: un regno appetitoso per le sue miniere di Nichel, il Rame del Diavolo, che nel passato aveva saputo resistere alle invasioni mantenendo la sua indipendenza. Una macchia per le potenze militari tedesche e austro-ungariche, un terreno fertile per loschi intrighi di affari e politica. Ma l’aquila rossa, il simbolo della Razkavia, sventola ancora, fragile e tenace come la sua regina.

È su questo terreno che nasce e si sviluppa La principessa di latta. Una vicenda complessa, ricca di riferimenti storici, che sembra scritta più per un pubblico adulto che per una platea dì adolescenti. Forse, come dice Pullman, i suoi romanzi non nascono espressamente per i ragazzi. Sono scritti per l’autore stesso e per nessun altro. E sono letti e apprezzati dai giovani e dagli adulti.

La principessa di latta è un romanzo con molte anime: è un romanzo storico, come si diceva, perché si inserisce perfettamente nelle vicende geo-politiche mitteleuropee di fine Ottocento, che portarono alla nascita della Germania federale. È un romanzo d’avventura, perché ha grande ritmo, continui colpi di scena, riferimenti alle atmosfere del romanzo ottocentesco popolare e ai grandi misteri insoluti (come la leggenda della maschera di ferro), tradimenti e spionaggio: tutti argomenti che insaporiscono la lettura e la rendono avvincente. Ma è anche un romanzo al femminile, in cui la parte dell’eroe è tutta tra le mani delle donne: protagoniste, regine, assassine, innamorate.

A leggerlo con attenzione ci si rende conto che è anche un romanzo d’amore, inevitabilmente, ed è un romanzo politico. Sono contrapposti due schieramenti, due filosofie alternative: una idea conservatrice, legata alla tradizione, e una idea riformatrice e socialista. Con Lady Diana la nostra Adelaide (ultima della ricca serie di eroine create da Pullman) ha molte somiglianze. È inglese, certamente, sposata con un principe che in realtà stima e rispetta, ma non ama. In segreto Adelaide ama Jim Taylor. Jim la protegge e la segue ovunque, come Becky, giovane razkaviana coltissima (parla diverse lingue, tra cui l’italiano) in esilio a Londra perché figlia di un socialista imprigionato dal re di Razkavia e morto in carcere. Becky è la chiave di lettura del romanzo. È lei che istruisce Adelaide. È attraverso i suoi occhi che vediamo la trasformazione di Adelaide in regina forte e volitiva, schietta con il popolo che la venera, e poi di nuovo in semplice ragazza innamorata.

È un romanzo complesso, in qualche modo un’allegoria delle vicende a noi contemporanee. Ci dice che il mondo in fondo non è mai cambiato: c’è sempre chi usa la corruzione per ottenere il controllo politico. Chi usa la guerra per il controllo strategico delle risorse. E in tutto questo c’è sempre una vicenda personale, una questione privata, per dirla con Fenoglio.

Un amore romantico che si consuma su un treno lanciato a folle velocità in una bufera di neve. Tra inseguimenti, scontri a fuoco e un finale a sorpresa che lascia la vicenda storica riprendere il suo cammino reale, diverso dal mondo fantastico razkaviano, fatto di sangue e onore, frutto della fantasia di Pullman. E infine tutti i fili narrativi si riannodano, lasciandoci forse con un velo di tristezza, in attesa della prossima avventura.

Diego Papaccio

 

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