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Anno 0 | Numero 4 | Dicembre 1996

La letteratura giudiziaria è un genere letterario dai contorni incerti che vive sospeso fra i ritmi del giallo e le profonde riflessioni dei romanzi. È una miscela di sentimenti, suspense e verità inappellabili.

No, non è un’aula di tribunale, né un giudice, né l’imputato, come si potrebbe pensare, a dettare i tempi del romanzo di Scott Turow: Presunto innocente. È la passione quella dall’essenza inspiegabile a roteare “nelle segrete stanze del potere tra le sofferenze di un matrimonio traballante. E la passione è lei, Caroline, la splendida e inafferrabile Caroline. Il suo intenso aroma femminile impregna ogni parola, ogni gesto della folta schiera di personaggi liberati da Turow in una danza vibrante all’affannosa ricerca di una verità tanto semplice quanto inimmaginabile. La figura di lei aleggia sul destino dei personaggi, vive oltre le pagine del libro, eppure Caroline è già morta all’inizio del romanzo. Rusty Sabich, il presunto innocente, vice procuratore della contea di Kindle è accusato del suo omicidio. Lui che con Caroline, anche lei vice procuratore, ha gestito l’ufficio della procura e una relazione travolgente, si trova di colpo da magistrato incaricato della ricerca della verità sulla morte della collega ad imputato inchiodato da prove schiaccianti. Ma questo è solo l’inizio. Il vaso di Pandora gelosamente custodito fra gli ampi seni di Caroline con la sua morte esplode. Il suo leggero profumo, i suoi gioielli tintinnanti, le sue camicette di seta diventano un’ossessione per tutti. La sua morte stordisce una campagna elettorale in pieno svolgimento, fremiti nervosi scuotono magistrati e politici. Nelle immense aule del tribunale tutti la conoscono, in molti l’hanno desiderata ed avuta, gli stessi ora ne hanno paura. Caroline era custode di uno strano fascicolo e di gran parte dei misteri della procura che utilizzava sapientemente per saziare la sua sete di potere. Ma la dirompente figura di Caroline tuttavia non toglie al lettore il gusto della scoperta. Il thriller orchestrato in maniera armoniosa è traboccante di eccitazione. Le sequenze emozionanti e drammatiche dove prevale la rapidità e gli immancabili colpi di scena sono intervallati da ampi respiri di alta letteratura. Turow traspone in questo romanzo la sua eccellente conoscenza legale acquisita in molti anni di magistratura e la sua fertile anima letteraria. Gli esaltanti momenti del dibattimento, le attività investigative e le scoperte sorprendenti sono spaccati di vita giudiziaria che fanno da spunto per le meditazioni sugli accadimenti quotidiani. C’è molta poesia in alcuni pensieri di Rusty. Atteggiamenti lirici lo accompagnano in quello che ogni giorno è per tutti il conflitto acceso tra principi e opportunismo. Rusty lotta, colpevole o meno, con fierezza contro i suoi stessi fantasmi. Non può e non sa soffocare quello spiritello che vuole costi quel che costi al primo posto gli ideali. Quello spirito che portava dappertutto, persino fra le lenzuola ad un soffio dalle natiche di Caroline, ora lo tormenta insistentemente. Dare una ragione a quel suo amore è necessario, una ragione che non sia il sesso. Qualcosa che gli alleggerisca il peso delle scelte e delle sue rinunce. Quel raffinato quanto crudo erotismo, che ha dominato il suo rapporto con Caroline, l’ha incastrato, si è impresso su di un bicchiere di cristallo, in un referto medico incontestabile, in un’imputazione che gli prefigura un destino da carcerato. La sua carriera è ormai distrutta, il suo matrimonio finito, la sua eccitazione è sepolta. Eppure la sua anima cerca ancora nel buio della stanza altre motivazioni, nuovi battiti. Sta capendo, finalmente, in una disperata fase della sua vita con perfetta lucidità tutto quello che la passione ha ottenebrato. Capisce solo ora quanto amava Caroline, ora che una mazza di ferro le ha fracassato il cranio e alimentato la sua leggenda.

Luca Iaione

“Ero sperduto ed ebbro, nella terra senza inibizioni, sottratto alle rotazioni lente e diligenti della mia vita.”

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Scott Turow
Presunto innocente

Mondadori, 2013  Collana: Numeri primi
431 p., brossura
Traduttore: R. Rambelli

€ 12,00  Disponibile in e-book

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Scott Turow si è laureato all’Amherst College nel 1970. Quell’anno riceve la Edith Mirrielees Fellowship dal centro di scrittura creativa dell’università di Standford. Dal 1972 al 1975 insegna scrittura creativa a Stanford. Nel 1975 entra ad Harvard dove si laurea con lode nel 1978. Dal 1978 al 1986 è stato assistente del procuratore generale a Chicago. E’ stato uno degli avvocati dell’accusa nella causa contro William J. Scott, accusato di frode fiscale. Presunto innocente (1987) lo portò ai vertici delle classifiche di vendita di tutto il mondo. È considerato l’inventore del legal thriller. Tra i suoi romanzi: Harvard. Facoltà di legge (1977), L’onere della prova (1990), Ammissione di colpa (1993), La legge dei padri (1997), Lesioni personali (2000)

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