Da libreria a casa editrice nel segno di una passione senza limiti: la lettura. La storia dell’associazione culturale “Saremo Alberi. Libroteca” nasce nel 2012 a Salerno, come gruppo informale all’interno dell’Oratorio Anspi “S. Filippo Neri”, dall’intuizione di un gruppo di persone che da anni lavoravano a stretto contatto con il mondo dell’infanzia. L’Associazione parte infatti da una libreria per bambini e ragazzi specializzata in albi illustrati per i più piccoli. Ogni settimana organizza lettura animate, laboratori di manualità, mostre di giovani illustratori, feste e spettacoli. Dal percorso pluriennale e dall’esperienza condivisa con centinaia di famiglie, è nata poi la Cooperativa Sociale Saremo Alberi, immaginata per intensificare le attività e proiettarle su territorio regionale e nazionale. Dal primo anno di vita l’Associazione ha organizzato l’evento Porto di Parole. La Bottega delle Narrazioni Differenti, manifestazione patrocinata non solo dal Comune di Salerno, ma anche da altri Comuni della Provincia (Baronissi, Montecorice, Pollica), che trasforma una parte della città in un palcoscenico di narrazione dove l’intera comunità cittadina si fa garante della formazione alla “meraviglia” dei suoi membri più giovani.

Da dove nasce il nome Saremo alberi?

Quando ci incontrammo per comprendere se eravamo pronti per impegnarci a realizzare un sogno, peraltro condiviso già da tempo, cercammo immediatamente di trovare un “titolo” al nostro progetto professionale. Nello spulciare i primi libri per bambini, ci ritrovammo a sfogliare il libro di Mauro Evangelista Saremo Alberi, una storia che ci parla con semplicità dell’importanza dell’unicità di ciascuno. Nasce così la nostra idea: uno spazio nel quale i bambini e i ragazzi, attraverso libri, narrazioni e laboratori, non sono semplici destinatari di un cammino di crescita, bensì compartecipi di un percorso tutto incentrato sulla relazione.

È più o meno difficile fare editoria per bambini e ragazzi?

È una sfida continua perché bambini e ragazzi hanno bisogni sempre nuovi e diversi, che richiedono un’attenzione continua e costante. La difficoltà è data dalla grossa responsabilità che hai nel tentare non tanto di avvicinare bambini e ragazzi alla lettura, ma soprattutto di convincere i genitori a supportare tale contatto: se fallisci potresti aver perso un lettore, probabilmente per sempre.

Perché ha ancora senso investire nell’editoria quando, ormai da anni, i dati di settore raccontano di una crescente vocazione alla scrittura ma di un progressivo e inesorabile calo del numero di lettori?

Ogni momento di crisi è un momento di crescita, in cui interrogarsi, reinventarsi, cercare soluzioni nuove o rimodulare precedenti intuizioni. La crisi dell’editoria è d’altronde specchio di un’evidente cambiamento nei costumi e negli usi di chi legge. Se il numero dei lettori cala vuol dire che quei lettori non hanno trovato qualcosa di confacente ai propri gusti. Investire quindi oggi nell’editoria vuol dire cerare di comprendere quei gusti, seminare oggi aspettando il frutto domani, con la consapevolezza di avere solide radici nell’oggi.

Che storie pubblicate e come selezionate i vostri autori?

Siamo una Casa Editrice molto giovane e desideriamo innamorarci dei progetti. Per questo motivo abbiamo deciso di intraprendere questa nuova strada, frutto di pensieri folli che sono alla base delle nostre scelte. Il primo libro che abbiamo editato si chiama: Aria e Luce. Viaggio attraverso i due regni di Giamila Fiorini e illustrato da Alberta Pota. Una storia di amicizia tra due bambine, rappresentanti di due mondi diversi: il modo umano e il mondo fatato. Una storia che tocca la problematica dell’autismo secondo la prospettiva del dono e del “costruire insieme”.

Tra le novità c’è anche il progetto Porto di Parole – La Bottega delle Narrazioni Differenti.

È un progetto che nasce da una versione ridotta sperimentata per due anni nella città di Salerno. Dati gli ottimi risultati, abbiamo sentito la necessità e il bisogno di sviluppare un contenitore di eventi che spazino dalla formazione all’animazione, fino alla narrazione. Il suo volto non vuole essere quello di un format, semplicemente esportabile in diversi contesti sociali, ma quello di una rete di soggetti pubblici e privati, che condividono un progetto di animazione culturale della realtà urbana ed extraurbana di competenza, che metta al centro il bambino e la sua famiglia. Lo strumento resta la narrazione, che Porto di Parole desidera sviscerare in tutte le sue forme e dimensioni, con un’attenzione particolare all’interrelazione tra testo e lettore. Da ciò il sottotitolo: Bottega delle Narrazioni Differenti.

Lettura abbinata al gioco. È questo uno dei segreti per conquistare i più piccoli?

Sì, ma non guardiamo solo a loro. Per il suo carattere altamente spettacolare e le dinamiche di accoglienza messe in atto, la manifestazione si rivolge innanzitutto a tutti coloro che le storie le sanno raccontare, rappresentare, musicare e tratteggiare, puntando così ad una rete di artisti che hanno voglia di mettersi in gioco per divertire, formare e affascinare. Il tentativo è quello di “costruire” uno spazio dinamico nel quale i sogni diventano trame di storie da raccontare e da vivere, una festa della parola e dell’immaginazione, declinata in tutte le sue forme più spettacolari, musica, teatro, giocoleria, dedicata a chi ha voglia ancora di stupirsi e ritrovare nella meraviglia una nuova lente di ingrandimento sul mondo dei piccoli e dei grandi. La manifestazione si configura come un evento totalmente gratuito dedicato ai bambini, alle famiglie, agli operatori del settore, agli artigiani e alle imprese.

Come promuovete la vostra attività e i libri che pubblicate?

Da piccola libreria, quale siamo, abbiamo l’opportunità di creare relazioni con i nostri clienti, che d’altra parte sanno che possono chiedere consigli. I nostri libri, per lo più albi illustrati, sono opere per le quali è opportuno e “bello” soffermarsi per apprezzarle in toto. Ovviamente i nuovi canali di comunicazione, se utilizzati bene, sono estremamente efficaci per promuovere le nostre iniziative.

Carta e digitale: convivenza ancora possibile?

La convivenza è assolutamente possibile e non riteniamo che il libro su carta venga “delegittimato”. A dire il vero, i bambini amano sfogliare i nostri libri. L’odore dei libri, il senso di ricerca, la voglia di tornare indietro di una pagina, raccogliersi dinanzi ad un libro magari soffermandosi su un disegno, sono piccoli atti che ai bambini, ma anche a noi adulti, nessuno potrà togliere.

Intervista a cura di Marco Grasso

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