Anno 1 | Numero 3 | Novembre 1997

In questo libro c’è del magma

Cronache madrilene, anno 1961.

Il dott. Pedro X (il cognome non è dato sapere) lavora presso l’Università di Madrid, in qualità di ricercatore. Oggetto del suo studio sono particolari forme di affezione cancerosa su cavie da laboratorio (topi), nella speranza, vana, discoprire una possibile trasmissione uomo-animale. Le cavie però muoiono tutte. Allora, accompagnato dal fedele assistente Amador (il cui cognome non è dato sapere) si reca nella baraccopoli all’estrema periferia della capitale, dallo Smorfia (meschino individuo il cui vero nome è sconosciuto), le cui figlie hanno allevato, tenendoli in grembo, alcuni esemplari di topi dello stesso ceppo e quindi, si presume, anch’essi affetti dal morbo. Il dottore è accolto con grande ospitalità dalla miserevole famiglia, costretta, per la cronaca, a dormire tutta stipata in due metri quadri. E per ora la storia finisce qui.

Fino a che, nel bel mezzo di una fetida notte madrilena, lo Smorfia viene a cercare Pedro alla pensione, assai modesta invero, dove vive: il dottore è tornato sbronzo dopo una nottataccia col suo amico Matias (rampollo di buona famiglia, di cui ignoriamo il cognome), e versa in uno stato disastroso, oseremmo dire in stato di semicoscienza, fatto che può farse spiegare, se non del tutto giustificare, il suo comportamento in quella notte funesta. Lo Smorfia è venuto a cercare Pedro perché una delle figlie sta male. La ragazza è in stato interessante, o meglio era, poiché all’arrivo dei nostri è già sottoposta alle “cure” del santone del villaggio e ora giace svenuta, semidissanguata. “Al mio arrivo era già morta”, sosterrà il giovane ricercatore.

Le autorità alla fine gli credono, ma ciò non impedisce comunque il suo allontanamento dall’Università.

 

Ciudad. Un uomo è l’immagine della città e una città non è altro che le viscere di un uomo messo allo scoperto. […]

“Sono quelle le baracche?” chiese Don Pedro indicando un gruppo di costruzioni rachitiche dipinte in calce […] “Quelle?” rispose Amador. “No quelle sono case.”

Caffè letterario. Riconfortato dal gin anche Pedro sbottò a parlare. Bisogna leggere l’Ulisse. Il romanzo americano viene fuori da lì, dall’Ulisse e dalla guerra civile. Deep South. Si sa. Il romanzo americano è superiore, influenza l’Europa. Anche tu se non leggi non combinerai mai nulla di buono. Ti verranno fuori le solite storielle europee alla Eugenie Grandet e le sventure degli orfani ti commuoveranno per i secoli dei secoli. Amen. Così via.

Il golfino giallo sparì. Bocca rossa dipinta. Volatilizzata.

Continuarono a parlare, indifferenti. Il sotto realismo della loro vita non riusciva a materializzarsi in uno stile. Da quei buchi non si cavavano ragni.

Sbornia. Ma anche il momento peggiore non è mai altro che un momento. Fino a che punto è limitata la natura umana! Benché a un certo punto possa sembrare che l’uomo stia per fuggire al proprio essere, sia nel salto dell’atleta, sia nella piroetta della ballerina, sia nell’estasi che lo mette in diretto contatto con la divinità, tutti questi sprazzi di qualcosa di esterno si dimostrano difettosamente caduchi e transitori. Il salto dell’atleta si esaurisce con la constatazione che, nonostante tutto, i muscoli della sua coscia devono impedire al ginocchio di piegarsi al momento della caduta, la piroetta della ballerina termina nelle braccia solide benché delicate del suo compagno, l’estasi mistica rivela la sua povera natura sublimatoria a causa di un certo diletto concomitante del basso ventre e l’ebbrezza non si esaurisce in se stessa ma induce al vomito e alle grida.

Conferenza del Professore. Non c’è dubbio che, più di ogni altra attività umana, la scienza ha modificato la vita dell’uomo sulla terra. “Signore (pausa), signori (p), l’oggetto (p) che io vi sto mostrando (p) è una mela (grande pausa). Voi (p) la state vedendo (gp) […] da lì. Io (gp) vedo la stessa mela, ma da qui. La mela che voi vedete (p) è diversa (p), assai diversa (p) dalla mela che vedo io (p). […] “Il fatto è (pausa), che voi e io (grande pausa), la vediamo con delle prospettive diverse (apoteosi)”

La galera. Il destino fatale. La rassegnazione. Rimanere qui fin che sarà necessario. Non muoversi. Imparare a guardare un punto della parete fino a riuscire a concentrarsi, a poco a poco, in un vuoto senza pensieri. Sapere rilassarsi. Yoga. Sdraiarsi e non pensare a nulla. Toccare la parete, piano, con la mano. Relax. Dominare l’angoscia. Pensare adagio. Fuori dalla galera. I grandi occhi di Dorita palpebravano, pieni di lacrime.

Giovane promettente ricercatore al centro di uno scandalo (macello abortivo di una giovane dei bassifondi) si ritira dalla capitale a fare il medico di campagna. E non si cacci più nei pasticci. Una volta in provincia si dimenticherà di tutto. I giornali di Madrid non arrivano, e anche se arrivano, nessuno riuscirà a identificarla. Vivrà in pace. […] Legga, rilegga, studi. Gliel’ho sempre detto: nei libri c’è tutto.

Barbara Basso

“Legga, rilegga, studi. Gliel’ho sempre detto: nei libri c’è tutto.” 

Luis Martín-Santos nasce a Larache, in Marocco, nel 1924, ma la famiglia si trasferisce pochi anni dopo nella città basca di San Sebastian. Si laurea brillantemente in medicina a Salamanca, a soli 21 anni, risultando il medico più giovane di Spagna. Nel 1947 arriva a Madrid per il dottorato. Si dedica dapprima alla chirurgia, per tradizione familiare, ma presto cambia rotta verso la psichiatria. Nella capita le frequenta ambienti letterari e ha fama presso gli amici di uomo profondamente allegro e vitale. Li conosce la futura moglie Rodo, infermiera presso l’ospedale generale dove è praticante. Nel 1950 trascorre un lungo periodo di studi a Heildelberg e l’anno seguente vince il posto di direttore nell’ospedale psichiatrico di San Sebastian. Nel 1957 si affilia al Partito Socialista Operaio Spagnolo. Per le sue posizioni antifranchiste, è incarcerato alcune volte tra il 1957 e il 1962. Nel 1963 Rodo muore per una fuga di gas e all’inizio del 1964 un incidente automobilistico presso Vitoria pone fine a quarant’anni anche alla sua vita.

 

Il libro nella traduzione italiana attualmente è fuori catalogo