Anno 1 | Numero 2 | Ottobre 1997

Adelphi capitola. Messa alle strette, chiusa in un angolo, Adelphi pubblica un tipico autore da Adelphi, un autore con un buono stile, leggibile, eccentrico, sensibile e peculiare: pubblica Theodore Sturgeon.

Cristalli sognanti è il bel romanzo di Sturgeon con cui Adelphi si apre alla fantascienza (anche in passato, a onor del vero, aveva pubblicato qualche opera fantascientifica). Apertura che non ha assolutamente l’aria di una capitolazione nei confronti della letteratura di genere, ma solo il riconoscimento dovuto dell’ottima qualità di un’opera. I tipi di Adelphi hanno scelto proprio bene tirando fuori un’opera che di certo non deluderà i loro lettori abituali e che permetterà a chiunque apprezzi la fantascienza, anche quella poco tecnologica e più vicina all’uomo, di potersi avvicinare a quest’opera poco letta dell’ultimo decennio.

Sturgeon è un vero poeta, un uomo con un grande talento naturale che gli permette di affrontare grandi idee con delicatezza e sensibilità. Cristalli sognanti è un libro che parla di sogni, di umanità, di odio e di mostri. Parla di quello di cui abbiamo paura, di verità che non accettiamo, e di quello che non riusciamo a vedere perché vi siamo troppo vicini, fosse anche il concetto di “umanità”.

“La maledizione del genere umano, in tutta la sua storia, è sempre stata l’insistenza con la quale ha affermato che tutto ciò che già si sapeva doveva essere giusto e che tutto ciò che differiva dalla norma consacrata doveva essere sbagliato”

“L’umanità è un concetto vicino, incredibilmente vicino agli esseri anormali, che anelano a confondersi con gli altri, che anelano ad essere come gli altri, che con i loro corpi deformi chiedono disperatamente il diritto di cittadinanza tra gli esseri umani, che tendono avidamente verso quell’idea di uguaglianza, di partecipazione al tutto, con la stessa intensità dell’assetato che tende le braccia verso l’oasi del deserto”

“Le risposte … oh, i libri avevano delle risposte per ogni domanda.

Appare una nuova varietà di insetti, e qualche grasso e trionfo erudito alza un dito sentenzioso e annuncia: – Mutazione! – A volte era questa la risposta, certo, certo, e chi voleva contestarlo? Ma… sempre? La risposta si applicava a ogni fenomeno nuovo?”

 “Lei amava, lei idolatrava Charles Fort, che rifiutava di credere, sempre e comunque, che una risposta, qualunque essa fosse, potesse essere la sola risposta”

Quattro frasi chiave di Cristalli sognanti, quattro buone ragioni per leggerlo e soprattutto quattro buone ragioni per amare Theodore Sturgeon.

A leggere Sturgeon viene spontaneo chiedersi chi sia il rappresentante tipo dell’umanità. È spontaneo domandarsi se quel bianco maschio eterosessuale appartenente all’ideologia dominante e di classe sociale benestante, che crede di rappresentare l’umanità e di parlare per essa quando scrive la storia o i suoi libri universali, rappresenti effettivamente l’umanità.

In fondo sono solo i membri della classe culturalmente dominante a potersi illudere di “non avere classe”, gli eterosessuali a poter credere di non dare importanza all’orientamento sessuale, i bianchi a credere di “non avere razza”.

Se guardassimo l’umanità con gli occhi di quella dolce nana bianca figlia del sogno di un cristallo forse ne capiremmo di più di questo mondo. Forse quanto ne aveva capito Sturgeon, e non sarebbe poco.

Emiliano Farinella

 

Theodore Sturgeon (1918-1985), scrittore nato a New York poco prolifico ma sempre su ottimi livelli. La sua prima opera, Ether Breather uscì nel 1939 per l’ASF.

Il periodo più attivo della sua carriera fu tra la fine degli anni 40 e gli anni 50. In questi anni pubblicò i suoi migliori romanzi: The dreaming Jewels (1950) pubblicato in Italia come Cristalli sognanti, e More than human (1953) pubblicato in Italia come Nascita del superuomo col quale vinse nel1954 l’International Fantasy Award. Nel 1970 vinse i premi Hugo e Nebula (i più prestigiosi riconoscimenti nel campo fantascientifico) col racconto Slow Sculpture.

 

In libreria

Theodore Sturgeon
Cristalli sognanti
Adelphi, 1997
Collana: Gli Adelphi
Traduzione di G.P. Calasso
188 p., brossura
€ 12,00

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