Per una città come Bari, sorniona nell’indole, rivedersi nella serie di romanzi della Lolita Lobosco di Gabriella Genisi deve essere sembrato un gioco di specchi non indifferente. Del resto Lolita, la vice questore più famosa d’Italia, è ciò che è anche grazie al capoluogo pugliese, luogo natio inscindibile dalla sua essenza e al quale, soprattutto nei pregi, assomiglia terribilmente. Quando all’equazione tra città e personaggio letterario si aggiunge la sensibilità di una seconda autrice barese, Alessandra Minervini, ciò che si ottiene è una totale corrispondenza di sensi, pensieri e sentimenti che vibra nel cuore di ogni persona legata a Bari, ma allo stesso tempo capace di affascinare lettrici e lettori di ogni provenienza. Questo perché se è inscindibile il legame tra scrittrice, personaggia e città che accoglie le sue storie, sono altrettanto inscindibili le connessioni che tramite loro si intrecciano fino a creare un tessuto di parole, sinestesie e ricordi. Nel suo personale contributo alla collana Passaggi di dogana di Giulio Perrone Editore, A Bari con Lolita Lobosco, Sei passeggiate in cerca d’amore, Minervini esplora con sentimento la figura della fortunata protagonista della serie di romanzi di Genisi e suggella il legame con Bari, teatro delle sue vicende investigative e non, nonché personaggio di rilievo, a sua volta, dei romanzi. Sei passeggiate nella città, percorsi inediti ricchi di storia e spunti, che indagano Bari attraverso Lolita, e viceversa, senza mai dimenticare la voce narrante, quella di Minervini, guida sicura in questo viaggio barese. A Bari con Lolita Lobosco, allora, è un saggio che offre l’analisi critica di una narrativa di successo che sarà per sempre legata a Bari e del suo personaggio cardine, ma all’occorrenza diventa anche autofiction, vero e proprio bacino di ricordi personali, e, infine, racconto puntuale di una città che proprio adesso sta riscoprendo sé stessa.
Ad aprire una dichiarazione di baresità:
«Ovunque io vada racconto Bari. A Bari non lo immaginano, e non ci scommettono. […] Ovunque abbia vissuto, abitato e frequentato persone succedeva che io fossi “la barese”. Succede dappertutto, tranne nella mia città. E questa è anche Bari, il motivo per cui la porto ovunque e il motivo per cui mi allontano.»
E poi a seguire una dichiarazione d’intenti:
«Nelle sei passeggiate voglio scoprire qualcosa che non so. Voglio attraversare la città per raccontarla a sentimento attraverso i cinque sensi più uno. I sensi sono esplosioni di memoria, sono promesse del futuro.»
Questo viaggio barese insegue le orme di Lolita Lobosco nel suo peregrinare tra le strade cittadine, i loro profumi, suoni e panorami, ma avrà sempre l’ancora dei ricordi personali di una barese doc come Alessandra Minervini, che sviluppa anche attraverso la bella vice questore la matassa del suo rapporto personale con la città natale. Un rapporto che, a dirla con le sue parole, «si nutre di distanze», che pesano a Lolita, felice solo nella sua Bari, ma che a volte alimentano l’amore per la propria terra nel caso di Minervini. E una città vista da una scrittrice, anzi due, risplende sicura tra le righe stampate sulla pagina, attraversa la sua storia e non si preoccupa certo di quella distanza. In fondo l’amore per la propria terra è fatto anche di nostalgia, di separazioni salvifiche e ritorni appassionati; l’amore per Bari, pure, funziona così, è solo un po’ più complicato. Bari città di frontiera, Bari chiassosa e smorfiosa, Bari autentica che si svela solo agli occhi di chi sa guardarla.
Inseguendo le tracce di Lolita Lobosco, Alessandra Minervini svela i segreti della città con il piglio dell’investigatrice dei sentimenti: i propri, quelli di Lolita e quelli di chi la legge con affetto. Anche Gabriella Genisi fa capolino nelle pagine di questo saggio, per dipanare il tessuto di inventiva e ricordi di cui è fatta la sua Lolita, e per ricordare che, in fondo, è un prodotto della sua mente. Ma chi può dirlo, a Bari tutto è possibile, anche sentire il rumore dei tacchi Louboutin che la contraddistinguono.
Lo spunto che fa brillare questa edizione barese dei Passaggi di dogana sta proprio nel rendere Lolita Lobosco interlocutrice inedita che ha già esplorato la sua Bari in lungo e in largo ed è pronta a condividerne i segreti con chi saprà ascoltarla. Minervini ne racconta i fasti antichi e presenti, la rimbrotta con affetto, e impara a guardarla anche con gli occhi di chi la scopre per la prima volta. Come succede, per esempio, ad Alberto Sordi e Monica Vitti in Polvere di stelle, commedia indimenticabile del 1973 che ha immortalato per sempre il Teatro Petruzzelli com’era prima dell’incendio e della rinascita recente; ma anche nei versi di Alda Merini, nelle vicende di Isabella d’Aragona che di Bari è stata duchessa alla fine del XV secolo e nell’arte di Jannis Kounellis, fino ad arrivare, ovviamente, alla città che Gabriella Genisi ricostruisce nelle sue pagine.
A Bari con Lolita Lobosco si rivela, allora, una guida letteraria alla ricerca della Bari più autentica, quella povera e geniale, fatta di terra ma anche di mare, istintiva e verace, e sempre in contatto con il proprio lato letterario, quello che solo due scrittrici avrebbero potuto raccontare.
Alessia Ragno
E tu cosa ne pensi?