Una bambina, un gatto nero, le streghe. Questi tre semplici ingredienti, miscelati con illustrazioni raffinate e potenti, danno vita a una storia sorprendente. Nell’albo scritto e illustrato da Costanza Lettieri (Anita, il gatto e le streghe, Bummy edizioni, 2023), il gatto, come il coniglio bianco di Alice, conduce la protagonista attraverso una fenditura della roccia fino a una foresta incantata dove i pipistrelli servono il tè, le streghe sono vegane e discutono di moda e pettegolezzi. Ma soprattutto organizzano rivolte ambientaliste.
Tutto ha inizio a Calcata, paesino medievale dell’entroterra viterbese conosciuto anche come “il borgo delle streghe”. “Ero interessata alle streghe della tradizione italiana – racconta l’autrice – e ho scoperto Calcata. Un giorno sono andata a visitarlo. È tutto fatto in tufo, arroccato in cima a una collina circondata dai boschi e c’è sempre un’eco che si dice sia la voce della strega. Il libro è partito da quella giornata passata a Calcata, ho passeggiato nel borgo e nel bosco e ho scattato delle foto”.
Dalla tradizione italiana l’autrice ha attinto anche i nomi delle sue streghe: la Zucculara, la Manalonga, la Janara. Il richiamo ad elementi classici è un tratto ricorrente della poetica di Lettieri, livornese classe 1994: “Ho studiato pittura a Firenze, facevo tanto disegno dal vero e andavo spesso nei musei e un po’ si vede. Per quanto i miei soggetti siano completamente diversi, conservano degli elementi ispirati alla tradizione rinascimentale. Per esempio gli occhi molto lontani, che ho ripreso da Bronzino”.
Anche la figura della strega, da sempre al centro delle fiabe di tutti i tempi, viene ripresa e trasportata “oltre i pregiudizi”. Le streghe di Lettieri non sono brutte, malvagie e puzzolenti. Non si dedicano a fare pozioni tutto il giorno. Appollaiate sui rami di un grande albero come coloratissimi usignoli, si raccontano gli ultimi gossip, parlano amabilmente di animaletti domestici e messa in piega.
Il colore, a matita, è l’altro protagonista dell’albo. Fin dalla seconda di copertina, dove i ritratti delle streghe ci osservano da una carta da parati decorata con fiori di campo e altri occhi. La carta da parati la ritroviamo anche negli interni, insieme a grandi tappeti che si filano da soli. Negli esterni lo sfondo è fatto dalle foglie degli alberi di mille sfumature, dal sottobosco abitato di piccoli animali e dalle streghe stesse, con i loro abiti e cappelli alla moda, quando circondano la bambina per scrutarla.
Pur essendo streghe moderne, infatti, sono abbastanza diffidenti verso i babbani, che stanno mandando delle ruspe per distruggere la loro foresta. Ma Anita, complice il segreto nascosto in un amuleto, riuscirà a guidarle verso la vittoria, grazie un’alleanza tra streghe, animali e bambini. Un mondo da cui gli adulti normali, genitori in primis, sono esclusi. D’altra parte nemmeno lo capirebbero, perché, conclude il libro, i genitori sono davvero degli ingenui.
Silvia Casagrande
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