Un aneddoto familiare che vede protagoniste le tre sorelle Brontë, narra di un gioco che consisteva nel domandare ai bambini presenti, dopo che avevano indossato una maschera, quale fosse il loro desiderio più potente: a questa domanda Anne, la minore, avrebbe risposto “Age and Experience”. Non poté contare su una vita longeva ma certamente le sue scelte come quella di guadagnarsi da vivere come istitutrice e aver scritto di donne che combattono con ogni mezzo per la propria indipendenza, l’hanno resa un’autrice che credeva in ogni forma di esperienza.

E per fortuna sull’ultima delle sorelle Brontë, nata a Thornton il 17 gennaio 1820, ultima di sei figli e autrice di due romanzi, la critica recente ha acceso un luminoso faro.

Iscritta alla Roe Head School, ritornò poi in famiglia alla canonica di Haworth, per poi scrivere con la sorella Emily Il ciclo di Gondal, potremmo dire un multiverso nell’Oceano Pacifico settentrionale, somigliante all’Inghilterra e governato da un’aristocrazia disorganizzata. Spinta dal desiderio di essere indipendente Anne si muove alla ricerca di un impiego come istitutrice, ruolo che le donne colte del XIX secolo potevano rivestire senza suscitare scandalo, uscendo dai salotti vittoriani la cui unica aspirazione era fare un buon matrimonio. Il primo impiego presso la famiglia Ingham non sarà pieno di soddisfazioni ma al contrario rappresenterà per l’autrice un momento difficile della sua vita.

Agnes Grey, primo romanzo di Anne, esce per una serie di combinazioni editoriali assieme a Cime Tempestose di Emily, sul finire del 1847 e questo accavallamento costerà al romanzo una grossa zona d’ombra che è poi andata avanti nel tempo. Con lo pseudonimo di Acton Bell, la scrittrice firma una storia che racconta di una giovane istitutrice maltrattata, certamente ispirata alla sua esperienza negativa dagli Ingham. “Il compito d’istruire era faticoso per il corpo e per la mente. Dovevo inseguire i miei allievi per agguantarli, portarli o trascinarli al tavolo, costringendoli spesso fisicamente  a restar lì sinché la lezione finiva.

A differenza di Emily e Charlotte, Anne non scrive dell’infanzia della protagonista e non sapremo come sarà il suo futuro, il suo occhio letterario si concentra su un preciso periodo della sua vita che è quello della scelta di lasciare la casa paterna e andare incontro a una realtà non conosciuta, mettersi in definitiva alla prova.

Alcuni critici hanno definito Agnes Grey come un romanzo di formazione, in cui la protagonista si trasforma via via che gli eventi si dipanano e le circostanze cambiano: non ultimo nel romanzo l’autrice tratta con spirito critico il tema dell’istruzione unitamente a quello dell’emancipazione femminile e all’isolamento, cui erano sottoposte le istitutrici del tempo.

Nel 1848 la scrittrice consegna  alle stampe il suo secondo un romanzo (che sarà definito scandaloso per il linguaggio esplicito, ma soprattutto per la voglia di riscatto ed emancipazione della protagonista) La signora di Wildfell Hall.

La stessa sorella Charlotte, agente letterario di Anne, pare avesse sconsigliato all’autrice di portare avanti la stesura e la pubblicazione dell’opera poiché poteva risultare “esplicito e sgradevole”. Le sorelle Emily e Charlotte, rispettivamente con Cime Tempestose e Jane Eyre,  avevano realizzato delle storie intense, affermando il diritto alle grandi passioni degli uomini e in particolare dei poeti che le avevano formate come Wordsworth, Shelley e Byron, anticipando il romance.

Con La signora di Wildfell Hall, Anne Brontë realizza il “negativo di Jane Eyre”,  a partire dal luogo di ambientazione, oscuro e vecchio che accende i riflettori su un’idea di Romanticismo in cui si intravede una critica, una riflessione.

Helen Graham è la Signora, la protagonista: giovane ed elegante donna che indossa il lutto, va a vivere in un vecchio castello in una comunità della costa a Nord: ha un figlio di sei anni e una anziana governante. Si sa poco di lei che attira attenzioni e maldicenze e turba il sonno di Gilbert Markham, un giovane del luogo che si innamora della donna in nero, ovviamente osteggiato dalla famiglia e dalla comunità. Anche i lettori e le lettrici per buona parte del romanzo non conoscono la vera storia di Helen e cosa l’abbia spinta a vivere in solitudine e indipendenza. Per poi scoprire che la Signora è in fuga dal marito, Arthur Huntingdon e da un matrimonio in cui vige il disprezzo, la violenza, la mancanza assoluta di rispetto e sentimenti.

E decisa a preservare il figlio dagli esempi e dall’educazione violenta e dispotica del padre, abbandona il tetto coniugale intenzionata a riprendere sé stessa, la sua integrità e la sua dignità. Il ribaltamento del ruolo della donna dell’epoca vittoriana “scotta” in tutto il romanzo: il ménage dei tè del pomeriggio, le visite, i balli, si sgretolano con la storia misteriosa della protagonista, fortemente credente e desiderosa di proteggere la sua vita e quella di suo figlio, più che la convenzione del matrimonio.

La svolta arriva con la morte del coniuge, dopo diversi sacrifici e dopo aver sopportato giudizi e offese, limitazioni: Helen ha un lieto fine che è dovuto alla sua tenacia e che si concentra nella sua scelta – a differenza di quella di Jane Eyre – di amare un uomo che appartiene a una classe sociale differente dalla sua.

Anne Brontë nel suo secondo romanzo compie un altro “scatto”, quello della struttura della narrazione: perché leggiamo due narratori diversi (prima Helen e poi Gilbert) che si alternano mostrando il diverso punto di vista degli eventi e delle informazioni e assistiamo quindi ai mutamenti di percezione e di prospettiva, senza dimenticare l’inserimento delle lettere di Gilbert a un caro amico.

La Signora di Wildfell Hall è di fatto un romanzo che battezza il realismo moderno e che ha un alone di avanguardia femminista: Helen è un’eroina attualissima che crede di poter cambiare gli schemi iniziando dalla sua vita, inciampando e rialzandosi fiera. Un messaggio che l’autrice sembra voler assegnare alla scrittura, alle storie.

Antonella De Biasi

Bibliografia
Agnes Grey di Anne Brontë (Mondadori)
La signora di Wildfell Hall di Anne Brontë (Neri Pozza Beat)