Avevano trent’anni Aldo e Luisa, attori della nostra storia, quando si sono conosciuti. Un’età mordace, che graffia sulla pelle indurita da calli adolescenziali. Dicono che un trentenne ha il mondo in mano, ed è così, ma come capire quando stringerlo forte e quando invece mollare la presa?
Casa che eri è il romanzo dei trent’anni di Giorgio Ghiotti, giovanissimo autore di poesia e prosa.
Nel suo ultimo libro, i protagonisti hanno dalla loro parte un’amicizia decennale, ormai consolidata. Aldo e Luisa hanno osservato le versioni più dolci e fragili l’uno dell’altra. Scrittore lui, artista lei, si sono leccati le ferite negli anni in cui il mondo bussava alle loro porte aspettandosi risolutezza, buonsenso, dimestichezza con la vita. Per molto tempo un equilibrio del genere ha funzionato alla perfezione. È cambiato tutto il giorno in cui Luisa ha conosciuto Alessio Patriarca, e Aldo non l’ha mai dimenticato.
Per lui, la vita adulta ha inizio quando decide di comprare una casa in via della Renella, a Trastevere, nel cuore di Roma. È Luisa a convincerlo, certamente: l’appartamento è dotato di un bellissimo giardino cinese, uno spazio esterno sul quale affacciarsi quando si è soli e in cerca di magia. Perfetto per uno scrittore. Lì, Aldo ha finalmente trovato il posto per piazzare la gabbia per uccelli realizzata da Michel, coinquilino di un suo vecchio amore dagli anni dell’università. La gabbia è vuota e un po’ arrugginita, e assomiglia alla sua vita sentimentale dei tempi più recenti. Tuttavia, Aldo non è solo. Negli anni ha creato una piccola famiglia d’elezione composta da Luisa, Michel, Caterina e Vittorio.
Alessio Patriarca è arrivato invece in una soleggiata domenica romana e Luisa se n’è innamorata perdutamente, o almeno così ha sempre dato a vedere. Aldo non lo trova particolarmente simpatico, né interessante o meritevole delle attenzioni della sua cara amica. Le circostanze gli impongono dunque di venire a patti con la gelosia, sentimento che aveva sempre ignorato con successo. Purtroppo, in quanto a sentimenti, l’età che avanza è un animale duro a domarsi.
Con una scrittura delicata e sensibile, Giorgio Ghiotti racconta una storia di amicizia, amore, attaccamento e distacco; un susseguirsi di ritratti di uomini e donne alle prese con la vita e lo scorrere inesorabile del tempo.
L’autore, con una penna rubata alla poesia, scrive di sé e di noi tutti, di quella strana sensazione di solitudine immotivata e indimostrata eppure tanto presente nella nostra vita intima.
Fra queste pagine Aldo si scoprirà cattivo e rancoroso, pentito e ferito. Guarderà la gabbia degli uccelli e penserà che la nuova casa è – forse – solo un suo contorno; una cornice umana, vivente e corruttibile. Aldo vedrà la loro vita scossa dalla forza distruttiva dell’adulterio e dalle sue conseguenze. Non saprà bene cosa farne, di quella scoperta, ma la stessa lo renderà più flessibile al vento forte delle delusioni. Alessio Patriarca, dal canto suo, non è altro che una vittima del tornado, e i due ballano insieme al ritmo delle correnti.
Casa che eri è una commovente cronaca di rifugi abbandonati, case dimenticate ma ancora pronte ad accogliere i vecchi inquilini quando l’esistenza decide di spegnersi ancor prima di nascere.
Aldo e Luisa, neo-quarantenni, sanno che qualcosa è cambiato. Sarà il lutto a costringerli a toccarsi di nuovo, specchiandosi l’una nell’altro, alla fine di un’era.
Rossella Lettieri
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