Il nuovo libro di Ferzan Özpetek Come un respiro, edito da Mondadori, dà vita a un intenso thriller di sentimenti che intreccia antiche e nuove verità che ci trasportano dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, un viaggio da Roma a Istanbul, carico di pathos e di passioni.
Sergio e Giovanna sono una normale e tranquilla coppia sposata da due anni, ma che sta insieme da dodici, e l’uno può dire dell’altra cosa stanno facendo ad occhi chiusi. Ma si conoscono davvero? Come nella filmografia di Ferzan così nei libri, si ritrova un luogo molto caro allo scrittore: la Cucina. Nei suoi film sono presenti varie tavolate di famiglia con qualche litigio nell’aria, banchetti nunziali, forse aspettando un amore che non arriverà. Perciò non è un caso che il romanzo si apra mentre la coppia sta ultimando i preparativi per il pranzo nel loro appartamento al Testaccio e, come d’abitudine, hanno deciso di invitare due coppie di cari amici, Annamaria, Leonardo, Giulio ed Elena.
Mentre procedono nell’apparecchiare la tavola una sconosciuta bussa alla loro porta. Si tratta di una signora un po’ appesantita dall’età, con un look orientaleggiante, sembra venire da lontano.. Elsa Corti ha abitato in quella casa e vorrebbe vederla un’ultima volta, sembra smarrita. Viene invitata ad entrare da Sergio. Elsa ha con sé un pacco di lettere indirizzate a sua sorella Adele, sempre rifiutate. Così comincia il racconto di Adele Conforti e riaffiora un segreto oscuro. Anche l’apparente tranquillità e la monotonia della vita di Sergio e Giovanna cominciano a venir meno.
Un romanzo travolgente che si divide tra narrazione attuale e il carteggio di Elsa Corti che ci riporta al suo passato con amori, sofferenze e i suoi progetti. È una trama che viaggia per oltre mezzo secolo lungo binari paralleli a rappresentare il fulcro di un romanzo conturbante e nostalgico in cui Kaş, Roma, Venezia, Viterbo e Istanbul rappresentano «un microcosmo che è allo stesso tempo un non luogo e tutti i luoghi del mondo. Un crocevia di storie, destini, casualità dove, senza alcun dubbio, spicca la città turca tanto cara all’autore dall’anima antichissima ma dallo spirito così moderno».
«La vita scorre come un respiro. E dentro ci lascia la nostalgia per ciò che avremmo potuto fare e la consapevolezza di ciò che siamo diventate.»
Elsa e Adele rappresentano due donne, che come canterebbero i Tiromancino sono “due destini che si uniscono”, non particolarmente forti e imperfette, che si lasciano travolgere dalle emozioni e commettono errori ed è proprio questo questo che le rende così profondamente umane. In quegli sbagli c’è tutta la fragilità e la verità dei rapporti umani.
Nel libro si riesce a respirare l’atmosfera di una Istanbul sensuale con i suoi Hamam, i palazzi ottomani che si affacciano sul Bosforo, gli antichi quartieri, elementi ed atmosfere che sono presenti anche in Rosso Istanbul, bestseller dell’autore.
Nel romanzo del regista troviamo tutti i temi che di solito vengono trattati all’interno dei suoi film: un contesto intimo, omosessualità, avanguardia, il concetto d’amore nel senso più intenso e viscerale del termine: «l’amore può anche essere un nobile sentimento, ma se vuoi conoscere la passione, devi sporcarti. Immergerti nel fango, assaporare il gusto del peccato, osare il proibito. E anche tradire.»
È una storia di due sorelle che sono unite nell’amore, nel peccato, nel castigo. Un rapporto che sembra lacerato ma in realtà mai spezzato, con un finale tipico dello scrittore: lascia uno spiraglio aperto alla libera interpretazione a un finale quasi tra realismo magico e storie di vita quotidiana.
Un romanzo come questo è in grado di farci apprezzare non solo un grande regista ma anche un grande scrittore. I sentimenti sono i veri protagonisti nelle opere del regista, ci sono rapporti e legami da cui è impossibile separarsi o sciogliere. Rapporti che si trasformano, ma non si esauriscono mai, neanche se arriva qualcosa che cambia la vita.
Emanuela Santin
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