Nel mondo esiste un ancestrale male terrifico cui la classe dirigente risulta essere parte.
Una casta che si nasconde e manovra l’umanità a proprio vantaggio. Uno scopo dei più orrendi.
Coloro che chiamiamo vampiri, lupi mannari, feroci assalitori, fanno parte di un’unica specie che solo alcune famiglie di uomini, sin da tempi immemori, sono in grado di combattere… i Cacciatori. Avversi ai Predatori; mangiatori di uomini. In un contrasto eterno tra bene e male.
Una realtà incredibile in cui la giovane Catherine si trova invischiata fino al collo; solo per amore. Di quelli travolgenti, indimenticabili, rischiosi, perché in grado di risanare il male che una persona può recare ad un’altra.
Death is not the worst di Julia Senna è un libro che si svela negli ultimi capitoli ma che sin dalle prime pagine riserva al lettore la totale immersione nella quotidianità di un campus universitario statunitense. Ed è proprio alle feste con i compagni di scuola che succedono gli avvenimenti che cambiano la vita alle persone. In una cittadina inventata, certo, ma somigliante in modo estremo alla realtà.
Il più bel donnaiolo della scuola cotto a puntino da Catherine. La ragazza tornata a vivere con la nonna proprio a causa dell’atrocità con cui il ragazzo che amava in precedenza si è rivelato spregevole nei suoi confronti.
Catherine si trova ad aver paura di un nuovo amore. Si vedrà vittima di una maledizione mai immaginata prima. A causa di Tristan Averhart, il pupillo di una ricca famiglia inverosimile, ragazzo di cui Catherine si trova innamorata a tal punto da accettare tutto della sua persona. Tris l’ultimo genito di una dinastia tra le più importanti tra i Cacciatori. Che tutta correrà in aiuto di Catherine quando la ragazza, dopo aver scoperto la reale natura di Tris, lo aiuterà a combattere coloro che da secoli si nascondono nel buio e si cibano del corpo degli uomini.
Tra i Predatori la vendetta è un piatto squisito. E ora che si sono riorganizzati nella Fratellanza numerose famiglie di Cacciatori negli Stati Uniti si sono viste uccise tanto da necessitare il Gran Consiglio dei Cacciatori di cui gli Averhart si trovano protagonisti.
***ATTENZIONE SPOILER***
Ed è proprio William Blanchard, personaggio noto alle cronache rosa per fascino, denaro ed eleganza, ad essere il Predatore che troverà in Catherine il pretesto ideale per compiere la propria ritorsione su ciò che duecento anni prima gli Averhart hanno riservato alla sua famiglia.
Quando tra i Cacciatori e i Predatori esisteva un tacito accordo di non violenza. Proprio voluto dalla ragazza di William e dal nonno di Tris, quando i Predatori si cibavano solamente di malati terminali e di criminali. Mentre ora riescono anche a perforare le difese che i Cacciatori sono riusciti ad installare intorno alle proprie abitazioni. Perché è da sempre che tra Predatori e Cacciatori ci si dà la caccia.
Catherine non crederà ai suoi occhi quando si troverà a dover combattere nel bosco contro un essere dai canini aguzzi che ucciderà una delle sue migliore amiche e costringerà Tris in fin di vita. La ragazza riuscirà a salvare sé stessa e i suoi amici grazie agli insegnamenti ricevuti dal nonno quando la portava a caccia nel bosco. Nulla è per lei sparare alla testa di un vampiro assetato di sangue che compare nel cuore della notte sulle rive di un lago.
O contro qualcosa di peggio.
Gli Averhart e la famiglia di Catherine correranno in suo aiuto della ragazza quando si vedrà vittima dei mostri cui ognuno, che lo voglia o meno, ha dato almeno un pensiero in vita propria.
Perché sarà William a compiere personalmente sul corpo di Cat il rito necessario alla propria vendetta. Un rituale arcaico che trasformerà Caterine nel famigerato avversario della dinastia del suo nuovo amato.
Un libro avvincente, crudo e romantico. Un finale che non può essere la morte. Una storia in grado di trasportare il lettore in una realtà fatta di ricchezza sfrontata e crudele opposta alla nobile cultura antica.
Che ti vien voglia di comprare anche il seguito.
Simone Barbieri
E tu cosa ne pensi?