Tornare a casa con una bella ragazza, dopo essere emigrato al nord per un trentenne nato al sud equivale a dare “la” bella notizia, quella che tutta la famiglia si aspetta. Samuele, blogger di successo, ritorna a Trentinara, nel Cilento, con la sua amica Claudia. Alla vista di Samuele con Claudia, tutti credono che si sposeranno, suo padre annuncia il matrimonio al microfono in piazza durante la festa di paese e sua madre si incarica di nutrire la futura nuora, come dio comanda. Il fatto che Samuele l’avesse presentata come un’amica, non dà adito a dubbi. L’equivoco avvia la commedia, ma il grumo pasticciato di sentimenti inespressi, sensi di colpa, crisi di identità che Samuele si è portato nel cuore svelano la tragedia.
Convinto dal fidanzato milanese, Gilberto, che gli ha chiesto di comunicare di persona la notizia del loro matrimonio alla famiglia, Samuele ha accettato di ritornare a casa, e non credendo di poter compiere l’impresa da solo, si è fatto accompagnare da Claudia, la sua migliore amica, cinica single in carriera. La rivelazione che la futura moglie si chiami Gilberto sconvolge in un primo momento la famiglia, ma pur di non sfigurare, i genitori ostentano mentalità aperta e larghissime vedute. Una vicina gli regala persino il suo abito da sposa. Solo la zia Cherubina, cattolica conservatrice e paladina dell’amore secondo natura, combatte, inascoltata, il “gender” diffuso dal maligno.
Il ritorno in famiglia ha smosso il pesante sasso dal cuore e Samuele non è più sicuro di voler sposare Gilberto. Se partire è un po’ morire, tornare è affrontare la battaglia. Si presentano infatti tutti i nemici di un tempo, primo fra tutti il rifiuto d’amore, nelle allettanti sembianze di Peppe, rude compagno di scuola, acerbo amante di un tempo, incapace di far maturare i suoi sentimenti e di pagare il pegno del vero amore con il dono di un fiore di fico d’india; l’amore della madre, spiccia e sbrigativa, come solo le donne del sud sanno essere, ma occultamente oppressiva e dominante; il rancore della sorella, rimasta a realizzare la volontà dei genitori, sacrificio vivente dell’amore filiale.
La perfetta miscela di umorismo e dramma, fanno di Dillo tu a mammà, una coinvolgente commedia sentimentale, in cui l’autore con leggerezza e profondità racconta l’amore in tutte le sue forme, indipendentemente dai generi. La tematica omosessuale è pretesto per il romanzo di formazione che emerge dalla commedia. La crisi di identità, l’emancipazione dalla famiglia e la paura di crearne un’altra, infatti accomunano Samuele e Claudia a tutti i trentenni italiani. La famiglia ne esce fatta a pezzi, ma ogni pezzo è amato dal protagonista, perché si sa “l’amore è sempre un fatto di famiglia”.
Maria Antonietta Nigro
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