I romanzi biografici/autobiografici hanno sempre un fascino particolare, quando poi il protagonista ha avuto una vita avventurosa, la storia si fa subito più intrigante.

La 🔗vicenda di Monica Giorgi inizia da piccolissima e da predestinata del tennis, spinta dal padre che le racconta storie con protagonista una Monica innamorata del tennis.

Tutta la Livorno bene negli anni ’60 gioca a tennis e così la famiglia di Monica, lei invece è ancora troppo piccola. Guardando giocare le sorelle inizia a familiarizzare con questo sport finché a seguito delle insistenze del padre, trovano un maestro disposto ad allenarla. Ed è così che impara a giocare a tennis prima di imparare a leggere e scrivere.

Non la fermerà più nessuno. Inizia prestissimo a partecipare ai tornei e vincerli, inizia a le trasferte e ovunque si distingue per il suo gioco.

A 19 anni è la n. 11 in Italia e al tennis alterna lo studio, che la appassiona altrettanto.

Presto inizia ad affrontare i tornei internazionali, il Roland Garros, Wimbledon… fa amicizia con Lea Pericoli e la frequenta assiduamente.

Scopre Gandhi e ne resta folgorata, tanto da decidere di scrivere la tesi su Gandhi e la on violenza, si professa anarchica, avvicinandosi sempre più alla politica e al mondo delle carceri. La parte centrale del romanzo è dedicata all’attualità, all’impegno di Monica all’interno del circolo FAI (Federazione Anarchica Italiana), alla fondazione di “Niente più sbarre”, per diffondere gli scritti dei carcerati.

Si arriva così agli eventi che nel 1980 portano al terribile giorno dell’arresto, per associazione sovversiva, banda armata e per partecipazione al sequestro Neri.

Gli anni del carcere sono dolorosi, aggravati dalla sofferenza per il dover stare richiusa, non potersi allenare, non vedere il mare. Il processo nel 1981 la condanna e porta al trasferimento nel carcere di massima sicurezza di Messina. Nel 1982 la riduzione da 12 anni a 2, già scontati, e quindi la libertà, il ritorno alla vita.

Un ultimo colpo di scena porta alla fuga, il cambio di identità, un matrimonio combinato per aver la cittadinanza svizzera e un viaggio in Sri Lanka dove, conosce il piccolo Podi e tra mille peripezie e difficoltà vincerà la sua partita più bella.

Un racconto appassionante ricco di colpi di scena, un po’ più lento nella parte centrale più “politica”, ma con un finale che lascia fino all’ultimo col fiato sospeso.

Valentina Protti