Come spesso mi accade, ho scelto questo libro senza leggerne prima la trama. Non serviva: ha una copertina attraente, un titolo che mi riguarda al 100% (in quanto donna ça va sans dire  e quale amante di piante e fiori) e l’autrice è di origine spagnola.

La forza di Donne che comprano fiori di Vanessa Montfort è nel non raccontarti una storia, ma nel fartici entrare come fa Mary Poppins con i quadri di Bert.

Già dalle prime pagine mi sono ritrovata a camminare a Madrid nelle viuzze intorno al Prado, con la protagonista Marina, alla scoperta del quartiere in cui si è da poco trasferita; è impaurita e spaesata ma il grande olivo al centro del cortile di un negozio di fiori e la musica jazz che si diffonde, la attirano a passare più volte, fino a convincerla ad entrare. Non sa perché né cosa sta cercando ma “Il Giardino dell’Angelo” sarà per lei la spinta di cui aveva bisogno.

Non a caso il cartello all’ingresso dice “Non smettere di sognare” e lei crede di non aver mai nemmeno iniziato a farlo.

Il Giardino è il regno di Olivia, una rossa dagli occhi turchesi che sa capire e curare le persone esattamente come fa con i fiori; diffida da chi arriva ai quarant’anni senza avere cicatrici e diventa per Marina un capo e un’amica sincera.

Marina invece non sa nulla di fiori, non ne ha mai ricevuti né regalati e l’unica persona a cui vorrebbe comprarli non c’è più, il marito Óscar portatole via dalla malattia.
Non è abituata a fare da sola e chiede scusa per tutto ma la naturalezza con cui Olivia la coinvolge nelle cose la stranisce. Viene letteralmente trascinata nelle vite di donne che comprano fiori per i motivi più disparati mentre sullo sfondo si alternano i clienti e gli amici de Il Giardino.

Le donne in questo libro sono protagoniste, ognuna con la propria storia ed il proprio fiore, di cui inconsapevolmente si circondano pur ignorandone il significato (tranne Olivia ovviamente).

Victoria è prigioniera della sua routine, alla ricerca della perfezione nell’alternare i ruoli di moglie, mamma e lavoratrice mentre trasgredisce nel regalare fiori ad un amante segreto.

Casandra ha rinunciato a tutto per la carriera e si manda di nascosto fiori in ufficio, nella speranza di essere finalmente notata.

Aurora fa la tassista e dipinge fiori ma convive con un senso di inadeguatezza che la accompagna fin dall’infanzia e le fa fare continue scelte sbagliate.

Infine c’è la civettuola Gala, che usa gli uomini come passatempo e compra fiori per il suo showroom di taglie forti.

Tutte loro diventano amiche di Marina e la convincono a tenere fede ad una promessa fatta al marito prima della sua scomparsa: un ultimo viaggio sulla sua barca, il Peter Pan.

Sono trascorsi solo tre mesi da quando Marina è arrivata a Madrid ma si sente diversa, meno spaventata dalla vita e decide di partire per otto giorni in solitaria, nonostante il terrore del mare, d’altronde “il mare non si ferma mai, è sempre in movimento, come la vita”.

È l’occasione per affrontare la realtà, staccarsi da Óscar e capire di avere già dentro la forza necessaria a sconfiggere le proprie paure; anche le amiche rimaste a Madrid sono consapevoli del suo sforzo e trovano in lei la spinta per cambiare le loro vite.

Chiunque può ritrovarsi in una di queste storie e ad un certo punto della lettura non si ha più chiaro dove termini la finzione e dove inizi la realtà, tra l’apparizione di una donna inaspettata e la certezza che quel negozio esiste davvero, proprio a quell’indirizzo di Madrid… Lì una donna vende fiori e al centro del suo cortile c’è uno splendido olivo.

Veruska Lusardi

… per ricostruirsi, ogni essere umano ha bisogno di trovare la propria oasi personale. Un luogo che racchiuda la pace anelata, in cui circondarsi delle cose che ci rendono felici per isolarci in loro compagnia quando ne abbiamo bisogno. Una tana in cui andare in letargo, per quanto sia estate.”