Numero 14 | Novembre 1998

Un nuovo ufficio, il primo per Guido, senza la luce calda che avrebbe desiderato ma con qualche lampada a illuminare la scritta «Falco Investigazioni»: suggestiva evocazione frutto di letture e di una buona cultura cinematografica. L’ordine asettico e il profumo di nuovo, così estranei all’indole e al carattere del neo-investigatore, vengono presto vestiti dagli intrigati panni con cui il suo primo caso irrompe nell’attesa.

Un uomo è stato trovato morto ammazzato in un cassonetto della spazzatura e l’assenza di tracce che l’omicida ha accuratamente evitato ha condotto la polizia a inoltrare una denuncia contro ignoti per presunti motivi passionali. Il caso è evidentemente destinato all’archiviazione. Se questa soluzione viene condivisa anche dallo studio legale a cui la vedova Canali si è rivolta, questo non capita certo a lei che, invece, si ostina ad assumere un detective perché scopra la vera causa della morte del marito. Qui entra in scena il personaggio protagonista del giallo, Guido Sereni, che al suo primo caso si trova catapultato in una vicenda ricca di sorprese e avventure. Guido avrebbe solamente dovuto convincere Doris Canali della veridicità dell’inchiesta condotta dalla polizia e dal magistrato e, quindi, indurla a rassegnarsi. Tuttavia le prime investigazioni spingono la sua curiosità, e la sua serietà professionale, ad andare oltre. Le ragioni, sino ad allora non considerate né investigate, del possibile movente dell’omicidio, emergono lentamente dall’essere fantasia per trasformarsi in qualcosa di riscontrabile nella realtà. Il tutto diventa più pericoloso e complesso del previsto.

La personalità di Guido e il suo lento coinvolgimento sentimentale verso Doris fanno di lui un uomo testardo e coraggioso deciso ad andare fino in fondo. Era stato un serio compagno di lotta che si era spesso impegnato in azioni militanti che avessero lo scopo di testimoniare i sentimenti antifascisti che, intorno agli anni settanta, animavano non solo lui ma moltissimi dei cittadini italiani. Per questo aveva anche conosciuto il carcere.

Se è vero che ad avergli fatto accettare quell’incarico era stata l’emotività piuttosto che il raziocinio, è anche vero che quest’indagine gli offriva ora un’altra possibilità: così come con coraggio ed incoscienza nelle lotte in gioventù si era gettato contro la Celere, ora era il momento di impegnarsi in nome di una verità che corruzione e interessi particolari andavano camuffando e che l’ordine costituito per volontà, o disinteresse, lasciava cadere nel buio. L’indagine diviene, quindi, anche il pretesto per delle chiare e evidenti denunce sociali, prima fra tutte quella sulle disfunzioni del sistema giudiziario.

Se la vicenda narrata affascina e coinvolge per l’intrigo poliziesco sul quale si costruisce, tuttavia a incuriosire è l’immagine stessa dell’investigatore privato, di Guido Sereni, come individuo prima che come professionista. Come se la sua storia interiore accompagnasse quella più eclatante del giallo nel quale è attore, o come se le singole vicende offrissero a lui l’opportunità di scavare dentro di sé, raccogliamo pezzi di una personalità in evoluzione. L’immagine che ci viene immediatamente restituita è quella di un tipo bizzarro, bonariamente balordo, con precedenti penali per motivi politici e che, solo sulla soglia dei quarant’anni, decide cosa fare seriamente della sua vita. Si sovrappone così un carattere sensibile su un volto che gioca a fare il duro, si mescolano umane sensazioni di paura a più eroiche volontà impavide, si alternano momenti di frenesia e desiderio sessuale a più tenere e goffe riscoperte sentimentali. Guido si presenta come un uomo capace di godere dei piaceri della vita, così la passione per il piacere fisico è direttamente proporzionale alla sua capacità di godere del cibo e di amare il buon vino. Che il maschio, in quanto provocatore di orgasmi e quindi depositario della felicità femminile, non riceva i giusti meriti che tale abilità dovrebbe riservare, insieme alla risoluzione dell’intricato caso, sembra essere, al termine del giallo, l’altra verità catturata. È forse per questo che per l’investigatore Guido Sereni non c’è «niente da festeggiare»?

Paola Mazza

 

Il libro nel 1998

Niente da festeggiare di Sandro Ossola, il MinotauroSandro Ossola
Niente da festeggiare
Il Minotauro 1997
pp. 291, L. 22.000

 

 

Il libro oggi

Niente da festeggiare di Sandro OssolaSandro Ossola
Niente da festeggiare
Alacrán, 2006
Collana: Le storie
282 p., brossura
€ 9,80

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