Franco Arminio è un uomo della mia terra. Un irpino fiero di esserlo, di quella fierezza silente e salda che solo popoli come il nostro sono in grado di avere. Franco Arminio è uno scrittore e poeta, impegnato in quella prosa priva di fronzoli, in quella poesia sincera delle piccole e straordinarie cose. Dei piccoli luoghi. Franco Arminio è un “paesologo”, per sua stessa definizione, un visitatore della clemenza nei posti più affranti e desolati, armato solo di una penna e di un occhio che sa guardare dove altri non vedono. Avvertire dove gli altri nemmeno sentono.

In un’epoca che premia i piccoli centri pieni di attrattive, quelli che grazie a brillanti intuizioni riescono a far confluire in viuzze ripulite e lucidate flotte di cittadini alla ricerca del prodotto tipico, del souvenir, poeti come Arminio invece si dedicano a scrutare i panorami dai paesi ai quali oltre il lavoro è stata tolta la speranza, insieme all’affanno della vita contadina è stata sradicata pure la dignità. E lo fa con la benevolenza di un amico che si ferma a dialogare con i vecchi, spenti e innocenti, visi rugosi e mani incallite di chi ha passato un’intera esistenza a lavorare nei campi. “Ogni tanto per vecchiaia muore qualcuno che non cercava potere né vittoria e questa era finissima cultura. Ogni paese era una tela di eroi, la miseria per cui lavoravano oscurava la grandezza di ciò che davano.”

Arminio li rispetta con devozione quei posti, attribuendo loro non solo morte, ma anche amore.  “Io credo che questi posti siano estremamente romantici. Che siano il luogo migliore per amarsi”.

Vento forte tra Lacedonia e Candela, edito da Laterza, nasce proprio da questo sentire che è come un fluire lento, un approdo necessario ad una terra non promessa. Riflessioni che non nascono dall’affanno dell’urgenza letteraria, da quell’impulso irrefrenabile di chi ha in testa un progetto narrativo e sente la fretta di vederlo realizzato. Arminio in questa splendida raccolta di brani ci regala scorci di vita che valicano i confini della prosa per ergersi a testimonianza di una vita spesa bene. La sua. Ecco quello che si avverte. Pare che nel suo guidare senza sosta come fa un paesologo per spostarsi da una piazza all’altra, l’autore quasi ci indichi la via da seguire. Non per giungere ad una meta, ma per affrontare il viaggio in modo sereno.

Il modus vivendi del poeta che attraverso i suoi precetti laici percorre l’appennino meridionale, cercando di cogliere lo spirito, raccogliere la speranza ultima di luoghi ormai quasi abbandonati, spopolamenti dei quali nessuno pare preoccuparsi mai. E quindi lo fa lui. “Più che di residenti io parlerei di rimanenti. Paesi di emigrazione. Si parla di tutto quando si parla della recente storia italiana, ma si parla assai poco di emigrazione. In certi paesi è l’unica cosa che è avvenuta, andare via era l’unico modo per mettersi in regola con la storia.”.

Lo fa attraverso l’occhio profondo di chi pur amando quei posti pensa a radiografarli, più che limitarsi a fotografarli, esaltandone particolari che sovente sfuggono all’occhio pigro del turista accreditato. O dello scrittore privo della sua sensibilità. “Se in un posto non ci è mai arrivato un pullman di turisti questo per me è un buon motivo per andare a visitarlo. Non perché ci siano bellezze non ancora scoperte, ma perché l’assenza di bellezze porta la mente a frugare tra i dettagli che nei luoghi delle grandi attrazioni di solito vengono trascurati.

E così dai paesi dell’Irpinia d’oriente a quelli del beneventano, passando per quelli arroccati sul Cilento, perché a suo avviso la bruttezza gradualmente si smorza procedendo verso l’alto, Arminio ci regala istantanee di luoghi che ripropongono un copione perpetuo, narrazioni adatte a lettori di ogni latitudine.

Luoghi nei quali pur nell’apparente desolazione resiste la bellezza, pur nella consueta mancanza di speranza emerge la gratitudine per le cose piccole: una camminata al sole, una chiacchierata con una persona anziana, il vento forte che soffia senza spazzare via l’amore.

Di cui questo libro, senza innamorati, è pieno.

Angela Vecchione

 

Franco Arminio è presente anche nelle nostre Top20 e Top21
Qui, invece, un altro suo libro recensito.