Se le vicende di Antonio, Bettina e Sonia fossero andate avanti ancora un po’, ancora fino a oggi, loro tre avrebbero avuto a che fare, ognuno nella sua prospettiva quotidiana, con il Coronavirus: probabilmente il campeggio di Bettina sul lago di Garda sarebbe stato sommerso e affossato dalle disdette dei turisti nordeuropei e Antonio, uscito indenne, addirittura rafforzato dalla grande crisi economica dello scorso decennio con la sua linea di amenities per alberghi di lusso, stavolta forse anche lui, avrebbe sofferto i contraccolpi della psicosi da Covid-19, perché la paura della malattia non fa tante distinzioni tra agi e situazioni più abbordabili. Gelosia di Camilla Baresani (La nave di Teseo) è un romanzo importante, di stampo americano, anche per questo. Antonio, Bettina e Sonia sono tre persone alle prese con i loro sentimenti, ma sono anche tre cittadini alle prese con la storia del paese, dal lontano duello politico tra Berlusconi e Prodi alla grande recessione finanziaria, dall’allarme terrorismo alle tragedie dei naufraghi in mare. Vita pubblica e vita privata intrecciate e condizionate: in questa doppia veste va inteso il libro: un grande romanzo d’amore, un grande romanzo nazionale. Ed è, questa doppia veste, a renderlo unico.

Ci sono suggestioni che rimandano a Il Profumo di Suskind, a Non ti muovere di Mazzantini e a Il capitale umano nel film di Virzì. Suggestioni leggere che si insinuano appena e subito escono per tornare a tutta l’autonomia di una storia costruita su un semplicissimo intreccio, un uomo e due donne. Un marito, una moglie, un’amante.

L’eccezionalità di Gelosia sta nel fatto che non racconta la sofferenza e anche la bruttezza del possesso preteso e mancato, non solo almeno, ma racconta l’amore e lo racconta senza giudizi né pregiudizi. Racconta l’amore di un uomo che non sa scegliere e non per questo va additato come una cattiva persona. Antonio, odoroso come l’isola da cui viene, Capri, non lo è, una cattiva persona. Anzi: è un uomo perbene, che viene voglia di sostenere in quel suo equilibrio destinato al precipizio. È l’uomo di Scirocco di Guccini “schiacciato tra lei e quell’altra”. Camilla Baresani riporta a una verità forse poco coltivata dalla finzione, ma molto umana, molto vera, coraggiosa in questi tempi contrassegnati da un certo esasperato femminismo di ritorno che condannerebbe senza appello il personaggio protagonista: dietro a una condotta non del tutto specchiata, ci sono persone specchiate. In questo senso Gelosia è più di tutto un romanzo sull’amore, che quando lo si prova non risparmia nessuno.

Lo è poi perché Camilla Baresani dà all’amore, con pagine di pura commozione, la forma potente della maternità cercata, sfiorata, persa e finalmente afferrata da Bettina, così bella così bionda così giusta e al tempo stesso così fragile nel suo corpo statuario. Bettina non si può non amarla, nonostante i suoi contorni freddi, sulla carta di una perfezione che rasenta il fastidio per quanto è tale. Tutto a lei, e invece niente a lei. Bettina ha dentro di sé il pragmatismo della provincia lombarda, irrobustito da una cultura matriarcale ereditata dalla nonna che s’è sostituita a un papà mai conosciuto. Bettina è corretta, vive rispettando l’altro, forse anche il marito che la tradisce. Alla fine è Sonia, la segretaria bruttina di Antonio, il personaggio oscuro della storia. A lungo nel romanzo appare insignificante, inerme, perdente, destinata a non avere niente né riconoscimenti sentimentali né professionali, salvo poi trasformarsi in una donna capace di ordire il piano del suo riscatto, surreale e spietato. Attorno a tutto ciò e dentro a tutto ciò, l’Italia dei tempi che corrono.

Così Camilla Baresani con uno stile che è amore assoluto, anche questo, per la scrittura in Gelosia ha realizzato un affresco perfetto del cuore nel mondo.

Sabrina Varriano