Harry Potter è stato parte della mia infanzia. Sono cresciuta con Harry, Ron ed Hermione. Ho immaginato di vivere ad Hogwarts e studiare magia, di poter affrontare Voldemort e padroneggiare gli incantesimi oscuri. Harry Potter ha forgiato una generazione e continua a farlo. È un fenomeno che ha investito il mondo intero.
La storia di un bambino abbandonato a
degli zii sconsiderati e crudeli che scopre di essere il mago più
rispettato del mondo magico e può riscattarsi, sono un tema e
un’avventura condivisibile. Nell’immaginario di ognuno di noi, da
sempre, c’è stata (e probabilmente c’è) la voglia di scappare,
viaggiare, poter fare cose straordinarie, poter essere chiunque si
voglia. La Rowling è stata una maestra assoluta nel concretizzare i
sogni dei bambini, rendendo condivisibile il suo mondo anche con gli
adulti.
Perché tutti siamo stati bambini una volta, anche se
spesso ce ne dimentichiamo.
E rendere una storia condivisibile è il primo passo per il successo. Più lo è, e più funziona, più si empatizza col personaggio più avrà fama. Tutti abbiamo tifato per Harry, o per Ron o per la saggia Hermione, o siamo rimasti affascinati dai cattivi, o abbiamo sognato di poterci trasformare in un animagus come Sirius black.
La magia è un elemento che rende il mondo letterario aperto a infinite possibilità di narrazione. E per quanto il genere possa o non possa piacere, rende viva una storia che rimane nel cuore di chi la legge.
Harry Potter è e rimane un fenomeno mondiale perché è scritto per farsi condividere e amare dal pubblico. La storia è geniale, così come lo sono i diversi dettagli e stratagemmi del mondo magico. Il linguaggio cresce con la crescita del protagonista. Nel primo volume della saga, Harry Potter e la pietra filosofale, Harry ha soli undici anni e il linguaggio narrativo della storia rispecchia una maggiore semplicità e scioltezza, a differenza dell’ultimo libro Harry Potter e i doni della morte, dove notiamo visibilmente un tono adulto, un’atmosfera cupa del tutto differente, e uno stile molto più articolato e letterario.
Si cresce passo passo con Harry, in tutto e per tutto. Cresce la storia, crescono i personaggi, le difficoltà, le prove, l’atmosfera, lo stile letterario. Un percorso a tappe che ha incantato sia gli spettatori più grandi ma soprattutto chi è maturato con lo stesso libro. Un successo ampliato in tutto il mondo grazie alla pellicola cinematografica che ha permesso anche ai non lettori di conoscere e fruire del magico mondo del maghetto Harry.
La Rowling rimane una scrittrice abile
e dalla creatività infinita, capace di creare dal nulla un mondo non
nuovo in sé, ma nella sua forma. Harry Potter è l’unione
ovviamente di più culture, mitologie, conoscenze e letteratura (si
vedano alcuni collegamenti a Tolkien che è impossibile da non
citare). Ma il punto cardine è e rimane nel renderlo umano, Harry è
uno di noi, che da un giorno all’altro si vede concretizzati i suoi
sogni e può usare la magia per crescere, imparare e combattere. E
noi lo seguiamo immedesimandoci in lui e sperando, un giorno, di
poterlo fare anche noi.
I sogni sono il carburante dell’animo e
la Rowling ci riempie il calderone e noi gliene siamo grati.
La storia di Harry è stata affrontata in otto film che hanno riportato la saga al cinema. E a parte qualche piccola sfumatura, è certezza ormai (previo studio da parte dei fan) che i primi quattro film siano molto simili ai primi quattro libri della saga. Unica pecca la storia dei malandrini, in Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. Ma purtroppo sappiamo quanto sia complesso riportare in sceneggiatura e minutaggio, un romanzo, per cui, se i particolari devono essere tagliati, che sia fatto, anche se significa eliminare una sfumatura.
Da Harry Potter e l’Ordine della Fenice gli sceneggiatori e i registi hanno tagliato e riadattato numerose informazioni, spesso trascurando ciò che poi sarebbe risultato pregnante e necessario per la conclusione finale della storia. Una grande mancanza che “noi fan” non potremo mai perdonare, è l’assenza totale e indiscussa della storia personale del cattivo della saga, Lord Voldemort. La Rowling infatti esplora durante gli ultimi tre libri, il passato della stirpe e della famiglia dello stesso Voldemort, portando a galla elementi chiave per comprendere come un bambino dalle grandi potenzialità sia diventato il mago più oscuro di tutti i tempi. Ogni horcrux avrebbe avuto maggior senso e significato.
Gli spettatori dei soli film avrebbero compreso al meglio la personalità di Voldemort, la sua assenza di amore e dedizione per il prossimo, la sua cattiveria e potenza, le sue radici collegate ai Serpeverde, il suo odio per i babbani (i non magici). Dietro un cattivo ci sono spesso dei grandi traumi e sofferenze, un passato torbido, che plasma chi è e lo porta a scegliere di agire per cadere nel baratro.
Inoltre, Voldemort stesso è collegato ad Harry e proprio per questo, conoscerlo è una parte fondamentale dell’intera saga.
Stesso caso per il passato di un altro grande personaggio: Albus Silente. Accennato nei film anche in modo confusionario, è disseminato, invece, dalla Rowling, in maniera esemplare. Ci rileva dettagli scottanti che vanno a plasmare l’unico uomo in grado di terrorizzare lo stesso Voldemort.
Caso a parte per i personaggi chiamati “secondari”, le cui vicende, anche importanti per la storia in generale, sono state messe da parte o tagliate del tutto. Tonks e Lupin li ritengo due ottimi esempi. Due storie complesse, bellissime e dolorose che hanno forgiato e segnato Harry, e che sono state ridotte a due macchiette, distruggendone il potenziale.
Purtroppo, si sa, un film non può riportare tutto al suo interno, ma alcuni meccanismi sono fondamentali soprattutto se connessi alla storia e all’interiorità del personaggio principale.
Ciò che consiglio a chi ha solo visto la saga è necessariamente di godersi i libri (di cui è disponibile anche l’audio libro). Si, sono sette e possono sembrare tanti, ma garantisco che si leggono d’un fiato e tengono incollati sino alla fine.
Attori eccezionali (Maggie Smith, Alan Rickman, Michael Gambon, Ralph Fiennes), scenografia e costumi impeccabili (gli Studios di Londra ne sono la testimonianza). Colonna sonora rimasta nella storia. Film che si fanno rivedere più volte. Ma.
Devo dirlo. Amo il cinema, ma in questo caso, i libri avranno sempre una marcia in più.
Lunga vita alla regina J.K. Rowling e al maghetto Harry che ha i suoi stessi occhi.
Ilaria Amoruso
23 Settembre 2019 at 15:53
Sottoscrivo in pieno, ogni osservazione!! Aggiungo solo che ho trovato forte, commovente e meravigliosamente umano il personaggio di Piton.
11 Ottobre 2019 at 18:39
Grazie! Condivido tutto su Piton, grandissimo personaggio e grandissimo attore!