Leggere gli uomini, Sandra Petrignani, Edizioni Laterza

Rileggo e leggo i libri di Sandra Petrignani da diversi anni. Fanno parte della mia formazione.  Mi ha insegnato a trovare l’opera e le sue ragioni nella vita delle scrittrici, perché scrivere è anche un modo di vivere (da La scrittrice abita qui fino a Lessico femminile, passando per i bellissimi Marguerite e La corsara). Con Leggere gli uomini (Laterza 2022), Petrignani racconta degli scrittori su cui si è formata (da Kafka a Beckett passando per Tabucchi) e lo sa fare come pochi. Troverete gli scrittori e le loro maschere, la quotidianità sepolta nella parola, e la parola che brilla come un’ulteriore seduzione, qualcosa che bisogna forzare per poter riuscire ad intercettarli davvero e a raccontare una storia diversa.
Silvia Acierno

Cris, Manuela Salvi, Fandango Editore

Scrivere un romanzo per ragazzi è molto difficile – in Italia, più che altrove – per molteplici ragioni. Una di queste è che spesso gli scrittori (scrittori anche di grande talento) si autocensurano, si sentono costretti ad autocensurarsi pur di essere letti nelle scuole. Perché se il libro non entra nelle scuole, poi vende troppo poco. E così alcuni temi ritenuti tabù da insegnanti e genitori non vengono affrontati o vengono edulcorati, in modo finto, stucchevole, talvolta insopportabile. In Cris Manuela Salvi non si è autocensurata, ha lasciato fluire il suo talento e ha scritto una storia che è un inno alla libertà individuale. Anche la sua.
Sabrina Rondinelli

Muscèt parla col cane, Ida Travi, Edizioni Volatili

Nell’era di internet, dei contenuti facili e immediati, Ida Travi ci restituisce una poesia che si presta all’oralità: è nella voce, infatti, che vorrebbe essere tramandata. I suoi sono versi da leggere ad alta voce e a più riprese, da accogliere lentamente dentro mentre si lasciano imparare. Se la parola ha un senso possiede la potenza di una religione senza tempo, si fa preghiera e dunque credo.
Federico Preziosi

Infinito Moonlit, Sara Gamberini, NNEditore

Infinito Moonlit e già il titolo è una formula magica. Due protagoniste, la madre Teresa e la figlia Maria, si muovono su teorie intrise di destino, come direbbe Hillman. Il rapporto tra loro si snoda attraverso il pensiero magico, da cui attingere nei momenti di difficoltà profonda. Ed ecco la fine di un rapporto sentimentale per la madre e una crisi di adattamento della figlia nel suo mondo scolastico. Da lì la decisione di allontanarsi da certe dinamiche, riprendersi “la giusta esposizione”. Il romanzo spalanca le porte alla conoscenza e alle connessioni con i mondi sottili: la narrazione è tutta una ricerca sui legami come quelli che uniscono gli esseri umani alle foglie, gli animali alla rugiada, la meditazione alla vita.
Antonella De Biasi

Camere separate, Pier Vittorio Tondelli, Bompiani

In Camere Separate Tondelli ti trafigge. La potenza della sua scrittura sta proprio nel riuscire a raccontarci un amore immenso, una storia di lutto e riscoperta di due anime affini sospinte una contro l’altra dalle difficoltà della vita e dalla morte. E lo fa mostrandoci la solitudine dell’essere umano e il percorso di accettazione della perdita con estrema naturalezza. Tondelli sa usare le parole giuste, sempre.
Ilaria Amoruso

Crossroads, Jonathan Franzen, Traduzione di Silvia Pareschi, Einaudi

 “C’è una differenza tra fantasia e aspirazione”.
L’anno in cui esce un nuovo romanzo di Jonathan Franzen è, per me, l’anno del pensiero magico. Ogni volta, leggendolo, in forme sempre nuove e contemporaneamente sempre uguali, ritrovo un legame distante che appena lo riallaccio è più prossimo di quelli quotidiani. Crossroads conferma tutto, conferma che c’è un prima e un dopo averlo letto. Conferma che scrivere e leggere sono la stessa cosa, quando si è davanti ai personaggi di Franzen che sono nella sua testa fino a quando non invadono totalmente la mia. non sono mai riuscita a rimuovere del tutto i protagonisti dei romanzi di Franzen, compresi quelli di Crossroads. Una piccola comunità di adorabili ipocriti, incapaci di essere se stessi e per questo motivo odiosamente coerenti.
Alessandra Minervini

Ferrovie del Messico, Gian Marco Griffi, Laurana Editore

Un lungo treno onirico, volti, personaggi bellissimi, riferimenti altissimi e anche ricerca di dialettismi e invenzioni. Ferrovie del Messico è anti-retorico, rifugge il patetico, suscita empatia senza impiegare trucchi lacrimevoli, il dramma non scivola mai verso il melodramma.
Natalia Ceravolo

Quando si accesero le stelle, Guido Tonelli con Sergio Rossi, Feltrinelli Kids

Un viaggio che ci porta indietro nel tempo di 13,8 miliardi di anni. La risposta alla più antica delle domande: da dove veniamo? Pure se il retaggio dantesco ci suggerisce che sia l’amor che move il cielo e l’altre stelle la risposta l’abbiamo sempre cercata nella verità scientifica, nei dati riscontrabili. Guido Tonelli è un grandissimo scienziato, da anni impegnato al Cern di Ginevra, e riesce con un linguaggio semplice e diretto, uno stile narrativo e affabulatorio che dei miti e delle leggende si serve sapientemente, a spiegare cosa è accaduto ad un universo in fasce, quando da materia incandescente ha cominciato a raffreddarsi e a espandersi per arrivare a formare quello che conosciamo (e ancora ignoriamo) oggi. Con l’aiuto di Sergio Rossi, fisico e divulgatore scientifico e l’illustratore Matteo Berton, Tonelli ha dato vita ad un prezioso volumetto in grado di rendere accessibile a tutti antimateria e bosone di Higgs.
Angela Vecchione

La mora più nera, Wallace Thurman, Traduzione di Domingo Ottati, Edizioni Il Gulliver
Titolo originale: The Blacker the Berry: a Novel of Negro Life 1929

Harlem negli anni Venti del ‘900 è la babele degli afroamericani in fuga dal Sud. Lì trovano rifugio o dannazione. Solo alcuni di loro riescono a fuggire anche da se stessi e ad emanciparsi dalla cultura dei bianchi, creando la loro cultura negli spazi della musica, dell’arte e della letteratura. La maggior parte però non ci riesce, come la protagonista Emma Lou, specchio del giovane autore Wallace Thurman, prigioniera della violenza simbolica introiettata dalla nascita, del razzismo non solo dei bianchi, ma anche degli altri neri meno scuri di lei. Bianco è bene; nero è male. Una storia infinita.
Maria Antonietta Nigro

Ho un fuoco nel cassetto, Francesca Cavallo, Salani Editore

Per il potere curativo delle parole, il coraggio che ogni volta ci vuole per entrare nelle ferite e guardarci dentro con onestà scoprendoci vivi ma anche in parte meschini, prepotenti, egoisti. E molto fragili. Questo libro è di grande incoraggiamento a chi saprà leggerlo in tutte le sue dimensioni, che sono molte e diverse. D’altronde cosa sono, poi, i libri se non degli specchi, delle porte magiche che spalancate ci aprono mondi e ci portano a fare festa nell’incontro con l’altro e con il mondo?
Giovanna Solimando

Dolore, Vidiadhar S. Naipaul, Traduzione di Matteo Codignola, Adelphi

Ho scelto Dolore per l’autore e per il titolo. Dell’autore non avevo mai letto nulla prima, ma ne conoscevo la fama. Del titolo, così asciutto e universale, ho provato curiosità, in un periodo di vita che mi ha visto affrontare il primo lutto importante. Un libricino sottile, ma denso in peso specifico, da leggere quando si è molto sereni o, al contrario, quando si è molto tristi. Non è un testo da mezze misure.
Daniela Giambrone

La simmetria dei desideri, Eshkol Nevo, Traduzione Raffaella Scardi e Ofra Bannet, BEAT

La scrittura di Eshkol Nevo mi ha convinto e affascinato già con altri libri, ma La Simmetria dei desideri è stato per me quello perfetto: i temi, i toni, lo sguardo sull’umano, il racconto dell’amicizia e quello della famiglia, il destino e il caso, la delusione e l’illusione, l’ironia della sorte, la potenza del dolore. Gli intrecci e le rivelazioni, le paure e le pulsioni che spingono le vite sulla strada della crescita. La storia di Israele e il tempo dell’Intifada di sottofondo, tutto per il mio gusto è dosato perfettamente perché la lettura diventi avvolgente e gratificante. Esattamente il libro che desideravo leggere da tempo. Il libro che un autore sogna di scrivere per me è questo.
Anna Bertini

Veniva da Mariupol, Natascha Wodin, Traduzione di Marco Federici Solari e Anna Ruchat, L’Orma Editore

“Digitare il nome di mia madre nella barra di un motore di ricerca russo è stato poco più di un gioco.” Questo è l’incipit del romanzo della scrittrice tedesca Natascha Wodin e questo è l’inizio della sua ricerca appassionante sull’origine della sua famiglia e in particolare sulla storia della madre deportata da Mariupol in Germania e costretta al lavoro forzato. Siamo durante la Seconda Guerra mondiale, ma il racconto della Wodin va dalla Rivoluzione d’ottobre alla crisi dei Paesi postsovietici, incontrando personaggi straordinari come l’aristocratica rivoluzionaria zia Lidija, la folle cugina Evgenija innamorata del padre cantante lirico, la bisnonna italiana Teresa, sposa bambina che solca i mari sempre in compagnia delle sue bambole. Una storia personale e universale, una storia che mantiene un grande equilibrio nella scrittura e nelle emozioni fino alle pagine finali, dove il ritmo incalza e le lacrime finalmente si liberano.
Lea Iandiorio

I fratelli Karamàzov, Fëdor Dostoevskij, Traduzione di Nadia Cicognini e Paola Cotta Ramusino, Mondadori

Perché leggere 
non passa mai di moda 

non cancella 
le culture.
Carmine Picone