Numero 15 | Dicembre 1998

«L’estate del 1998 sarà ricordata», lo dice la TV, ma anche il vecchietto che ho incontrato giù al bar. Se poi non tolleri il condizionatore che ti fa ammalare, non hai provveduto per tempo a installarti uno di quei ventilatori, caraibici, a pale e per di più il tuo lavoro ti inchioda a Venezia allora sei fottuta. Il caldo umido ti avvolge come in una pellicola sottile di colla, dandoti quel senso di bagnato – appiccicoso che penetra le ossa, impermeabile all’acqua. La nebbia fa da occhiali a un sole pieno e ti sommerge fin dal primo mattino. Se poi un’amica che non sopporta più la tua pena ti invita in campagna per il fine settimana non esiti un momento. Butti nella borsa due cose e un libro. Lo sai ci sarà lo stesso umido e quelle maledette zanzare, ma ti accontenti di un posto sotto gli alberi. Gusti quel sole limpido oltre la chioma ombrosa e quei concerti squillanti di cicale e grilli. Da uno sdraietto conquistato apri Il coccodrillo sull’altare (Guanda 1998, pp. 202, L. 26.000; nel 1998, ndr) di Guido Conti e come per incanto ti immergi in una fisicità che solo certi paesaggi possiedono. Indiscreti te li trovi davanti, materiali e suggestivi. Prepotenti li riconosci.

Sprofondi nelle atmosfere – di piccoli mondi padani – usciti certo da una penna sanguigna. Cartoline dai tratti pastello in cui si muovono personaggi a tinte forti, grotteschi, surreali. L’uso del passato remoto ti trasporta come in brevi e intensi sogni. Allora come non restare sedotti da Gordio il nano, lavorante in un circo, che diventa l’amante devoto di una mangiatrice di spade e quando lei si uccide trova una soluzione estrema per ribadire il loro amore. O colpiti dalla furia di un toro, disperato, in un tentativo di libertà, in quella ribellione di animale ferito, nelle mani, suo malgrado, della follia degli uomini. O da quel clima di tensione di due bambini che giocano lungo il Po e uno scompare inghiottito da un coccodrillo o forse solo da un’illusione; tutto un paese così si mobilita, in una ricerca disperata tra credenze e realtà. Puoi sentire il dolore di quella ferita aperta su una guancia inferta al traditore, di cui godono i tafani, in un bisogno assoluto di vendetta e nell’atrocità assoluta della vendetta. Infine perderti nell’incontro bruciante di due giovani adolescenti, tra «un silenzio irreale… lo stridio delle cicale in un lamento ossessivo… acqua erba e pelle umida…»

Dai nomi, Gordio, Agiolufo, Marione, Olga, Adelmo, a quei cancheri tirati, per sottolineare destini, quasi a dare un ritmo a storie di gente semplice che però la sa lunga sulla vita. Animali presenti con le loro parti brade, imperscrutabili, che legano l’uomo alla bestia. Trame che si snodano in sfondi fatti di colore, odori, rumori, sensazioni percepite e sensazioni affondanti. È un libro del sentire. Provatelo sotto un albero sarà come una limonata, in un’estate torrida, in cui si percepisce l’aspro intenso, in quel sapore ristoratore dell’agro dolce.

Monica Pistolato

«Alla balera ci andava qualche sera, per godersi  le donne dalle grandi tette bianche che traballavano come budini al ritmo di mazurca. Ma con lui non ballava nessuna. “Puzza, come un caprone” dicevano. ”Per sposare uno così ci vuole una bestia come lui” e ridevano alle sue spalle…»

La biografia aggiornata

Guido Conti ha pubblicato i suoi primi racconti nell’antologia Papergang, la terza raccolta degli Under 25 curata da Tondelli. Il successo di critica e di pubblico gli è arrivato grazie a una raccolta di racconti, Il coccodrillo sull’altare, edito da Guanda nel 1998, in cui ci presenta, come anche in Un medico all’Opera(2003), il gran teatro di fatiche e stramberie che è cresciuto intorno al Po e nella campagna emiliana. Ha pubblicato anche i romanzi I cieli di vetro(1999), finalista al Premio Campiello, II taglio della lingua (2000), Il tramonto sulla pianura (2005), La palla contro il muro (Guanda, 2007). Molto attivo in campo culturale, ha dato vita a Parma alla rivista “Palazzo Sanvitale” e alla casa editrice MUP (Monte Università Parma). Con il suo lavoro critico sta riscoprendo testi inediti e rari degli scrittori padani del Novecento, da Guareschi a Zavattini di cui, per Guanda, ha curato, con un’ampia introduzione, gli scritti giovanili, dispersi in quotidiani e riviste. Ha pubblicato anche Giovannino Guareschi. Biografia di uno scrittore (Rizzoli, 2008) e La profezia di Cittastella (Mondadori, 2016).

In libreria



Guido Conti
Il coccodrillo sull’altare

Guanda, 2003
Collana: Le Fenici tascabili
206 p., brossura
€ 8,00

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