Capita a volte che certi libri ci prendano per mano e ci accompagnino per strade che altrimenti non avremmo mai percorso. Così ci ritroviamo a vivere pezzi di vita altrui, esperienze indimenticabili, e cominciamo a sperare che le pagine non finiscano mai. Invece finiscono. Allora non ci rimane altro da fare che dirlo agli altri, amici, parenti, anche solo persone che per qualche ragione entrano in relazione con noi. Succede con così pochi libri, che ci verrebbe quasi di gridarlo, affacciati alla finestra di camera nostra.
A me è successo con questo libro di Nicoletta Vallorani, Cuore meticcio (Marcos y Marcos), e ve lo dico. Forse le mie parole mancheranno di quel po’ di imparzialità che un buon recensore dovrebbe sempre palesare. Ma quando un libro riesce a trasmettervi emozioni vere, si è più giustificati, credo.
Cuore meticcio ci ripresenta Zoe Libra, netturbina cicciona già protagonista de La fidanzata di Zorro. Anche stavolta, suo malgrado, Zoe si trova ad indagare su una serie di misteriosi omicidi. In una casa di cura dell’hinterland milanese, “La clinica del sorriso”, alcuni malati terminali vengono “aiutati” a morire. Il maggior indiziato è Scarafaggi, strano anarchico di nero vestito, di cui Zoe è follemente innamorata. Scarafaggi è malato di AIDS.
La malattia, è questo uno dei cardini di questa storia.
Il resto della trama non ve la racconto, trattandosi di un giallo, ancorché sui generis, non voglio rovinarvi la sorpresa. Aggiungo solo che la storia si svolge sempre nella Milano colorata e piena di immondizia di Pasteur, tra case occupate, mercati arabi e passeggiati nei parchi. Ancora una volta la simpatica Zoe è circondata da nipotine terribili, stavolta alle prese coi loro problemi adolescenziali; da una psychononna sempre più strampalata; da Mossad, saggio e cialtrone. Manca Arianna, la sorella momentaneamente in trasferta oltreoceano, ma c’è una sfavillante Lupin, stavolta in dolce attesa.
Qui sta l’altro punto centrale di Cuore meticcio, la gravidanza di Lupin, ex capo e attuale amica del cuore di Zoe.
Un malato terminale una donna in dolce attesa, dunque. Il tutto condito da un’atmosfera ironica e noir. Il tutto raccontato con una lingua più meticcia non si può, sempre a cavallo tra i generi, con un ritmo blues e räi.
In questo libro Nicoletta Vallorani affronta due argomenti difficili, la morte e la vita, e lo fa con maestria e delicatezza. Sempre giocato sul filo dell’ironia, questo strano giallo, ci porta in territori in cui sarebbe altrimenti difficile muoversi senza cadere nella banalità. La trama, il mistero si dipana seguendo il ritmo alternato dell’agonia di Scarafaggi e della gravidanza di Lupin. Una vita che se ne va lasciando spazio a un’altra vita e in mezzo la protagonista con i suoi dolori e le sue attese.
Qui il recensore apre una parentesi. Sono un uomo, questo lo avrete capito dalla firma del pezzo, e come tale difficilmente potrò mai provare l’emozione di un parto. Potrò forse viverla da padre, se Dio vorrà, ma mai sentirò quello che una donna può provare quando dà alla luce un figlio. Beh, nelle pagine finali di questo testo, quando ci viene raccontato il parto di Lupin, vi giuro che ero una donna in dolce attesa. Tale è il trasporto del racconto, che per quelle pagine ho vissuto un’esperienza degna di X-files: ero in sala travaglio insieme a Lupin. Ero Lupin. Questa è la strada che mi ha fatto percorrere questo libro, questa e altre ancora. Risate e commozione.
Mi accorgo che sono arrivato alla fine di queste righe, e non ho detto neanche una minima parte delle cose che volevo dirvi. Non ho neanche parlato di Glenda e Mestizio, che di questo romanzo sono una parte fondamentale, quello della poesia.
Non importa, spero di avervi abbastanza incuriosito. Comprate questo libro, rubatelo se necessario, ma non privatevi di questa esperienza incredibile. Buon viaggio.
Michele Monina
“In tutto questo navigava Scarafaggi quando decise di buttare l’ancora una volta per tutte. Fu molto dignitoso. Disse: «’fanculo la flebo. Be’, io vado. Ciao Zo.» Poi chiuse gli occhi.”
Nicoletta Vallorani insegna Letteratura inglese e Studi culturali presso l’Università degli studi di Milano.
Tra i suoi volumi pubblicati Nessun Kurtz. «Cuore di tenebra» e le parole dell’Occidente (Mimesis 2017), Gli occhi e la voce. J. Conrad, Heart of Darkness: dal romanzo allo schermo (2000), Millennium London. Of Other Spaces and the Metropolis (Mimesis, 2012) e Introduzione ai Cultural Studies (Carocci, 2016).
Coordina il progetto su geografie urbane, arti visive e contemporaneità “Docucity. Documentare la città” e dirige il Centro di Ricerca Coordinato “Criminal Hero. Le forme del male nelle narrazioni contemporanee”. È co-direttore della rivista online «Altre Modernità».
Ha pubblicato romanzi per ragazzi con Salani e romanzi di genere (Marcos y Marcos, Mondadori, Einaudi). È tradotta in Francia da Gallimard.
Fonte: ibs.it
In libreria
Nicoletta Vallorani
Cuore meticcio
Marcos y Marcos, 1998
Collana: Gli Alianti
196 p., brossura
€ 12,33
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