Marcello Spagnolini è nato a Miasino, figlio di un pastore e di un’alcolizzata che lo abbandona subito dopo la nascita, ma, con l’aiuto di Raffaella, figlia di un avvocato torinese con villa sul lago d’Orta, che gli insegna a leggere e scrivere, cresce buono e intelligente finché a undici anni il parroco del paese gli trova un posto nel seminario di San Giulio.
Francesco Gallesi è nato e cresciuto a Nervi, ultimogenito di un armatore e di una contessa bigotta che lo destina alla carriera ecclesiastica per punire il padre dei suoi innumerevoli tradimenti coniugali.
Marcello e Francesco sono i protagonisti de Il desiderio del bene di Donatella Brusati, scrittrice di cosy crime che ora ci regala un’opera di narrativa storica che oltre ad ambientare la vicenda in un periodo cruciale della storia italiana, cioè fascismo e seconda guerra mondiale, scandaglia l’animo dei personaggi in modo insolito e magistrale.
Infatti nella narrativa contemporanea gli ecclesiastici sono spesso rappresentati al centro di oscuri complotti oppure come personalità deviate.
Brusati ci descrive invece Marcello e Francesco come due uomini coinvolti profondamente non solo nella vita della Chiesa, ma anche in quella del loro Paese e ci parla della loro amicizia come qualcosa di sincero e accomunante.
Francesco e Marcello si incontrano in Vaticano nell’aprile del 1937. Il primo è diventato cardinale, ha lavorato alla nunziatura apostolica spagnola durante i difficili anni precedenti la guerra civile e ora è responsabile dei traduttori dei documenti pontifici. Il secondo è uno dei traduttori migliori per la sua erudizione e la sua abilità di latinista.
I due si incontrano in un’osteria sui colli romani e subito le loro personalità non potrebbero apparire più diverse: Francesco è sicuro di sé, persino un po’ irriverente e piuttosto attratto dai piaceri della tavola; Marcello, dal canto suo, è timido e impacciato e sopraffatto dal suo superiore. Tuttavia i due diventeranno amici, collaboreranno per portare in salvo nei monasteri ebrei in fuga e nel settembre del ’43 mentre la guerra infuria e l’Italia è tagliata in due, Francesco accompagnerà nel sud della Francia Raffaella, l’antica amica d’infanzia di Marcello e ora moglie di un professore antifascista fuggito a Londra per ricongiungersi ai suoi figli e da lì cercare di arrivare in Inghilterra.
L’abilità di Brusati nel costruire trame di genere affiora in questa parte del libro, in cui la tensione accompagna il viaggio di Marcello e Raffaella attraverso la Toscana e la Liguria in balia dei tedeschi occupanti e dei bombardamenti degli Alleati.
Raffaella inoltre rappresenta la figura femminile amata dai due uomini, per Marcello è l’amore di gioventù, la ragazzina con cui faceva progetti per il futuro, per Francesco è il mistero del sesso per lui così alieno e distante. Alla fine il primo capirà che i sogni nati sul lago d’Orta sono ormai svaniti e il secondo in un drammatico confronto con l’Altissimo chiederà di poter continuare ad amarla senza possesso e senza pretese desiderando il suo bene, “la scelta di rinunciare l’avrebbe fatta per se stesso, non per Dio. Non perché era un cardinale, ma perché era un uomo.”
Rita Garzetti
E tu cosa ne pensi?