Ci sono voci che non si scordano.

La capacità affabulatoria nel raccontare le storie nel loro senso più primitivo passano sempre attraverso le voci, quel timbro che connota la scrittura, le dà una sua identità precisa. Se è vero che dopo Shakespeare nessuna trama può ormai dirsi originale davvero, per quanto ben architettata, è con la voce che il narratore decide di attribuire alla propria storia quel senso di unicità. Fernando Aramburu, che tutti abbiamo amato per il suo splendido Patria, confessa che quando si siede a pensare al suo prossimo romanzo la prima cosa sulla quale ragiona è proprio la voce: il mezzo ancestrale che rintraccia dentro di sé per raccontarla.

Una lezione che ha fatto sua un autore che avevamo conosciuto a mezzo di uno straordinario esordio pubblicato dalla casa editrice Autori Riuniti, Il battito oscuro del mondo. Si tratta di Luca Quarin. Ci aveva sorpreso per aver costruito grande romanzo americano, un romanzo balena, dove un fagocitante capitalismo in grado di moltiplicarsi all’infinito era stato descritto con diverse linee narrative, storie che racchiudono storie che racchiudono ancora storie. Correva l’anno 2017. Dopo tre anni esce con la casa editrice Miraggi la sua seconda fatica, Di sangue e di ferro.

Il pretesto storico è stavolta una delle pagine più scure della storia italiana. Nel 1972 esplode una bomba a Peteano, vicino a Gorizia, uccidendo tre carabinieri. I primi sospetti ricadono sui militanti di Lotta Continua. Due di loro, un ragazzo e una ragazza che frequentano la facoltà di sociologia a Trento, finiscono con l’automobile nel lago di Levico, cercando di sfuggire all’arresto. Lasciano un bambino di tre anni, Andrea Ferro, cresciuto da quel momento in poi con i nonni paterni, legati a loro volta a movimenti eversivi dell’estrema destra. Ci ritroviamo nel presente con un Andrea cinquantenne che ormai vive a Torino ma che a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute di sua nonna Antonia torna a Udine per assisterla negli ultimi giorni di vita. Il ritorno, il confronto, personaggi che iniziano a gravitargli intorno, sono tutti elementi che innescano una serie di interrogativi sul suo passato e sull’urgenza, fatta insopprimibile, di districare i nodi dei tanti interrogativi che avvolgono le vicende della sua famiglia, in un groviglio tentacolare di fatti che intrecciano le storie dei singoli e la Storia condivisa. Un immaginario che sfugge alle classificazioni ufficiali, alle archiviazioni mai definitive.

La capacità di Quarin, oltre alle numerose e sempre consapevoli citazioni colte, dove letteratura e filosofia sono binari costanti sui quali si muovono interrogativi e ansie, dubbi intimi e dialoghi sempre studiati, è indubbiamente quella di avere una forza creativa così articolata e matura da potersi permettere, alla stregua di un Borges contemporaneo, di scrivere una storia regalandone tante altre nel corso della narrazione. Lui le butta lì, come fosse la cosa più naturale di questo mondo, con la disinvoltura propria di chi possiede una straordinaria conoscenza della letteratura italiana e spagnola e argentina e chiaramente angloamericana. Matrice formativa, quest’ultima, per uno che alla Melville è in grado di mettere nero su bianco narrazioni – balena.

Questo romanzo non concede tregua, non ammette distrazioni. Consiglio di lettura intenso per chi legge, fonte di ispirazione per chi scrive.

La cornice storica è evidentemente solo una cornice. Siamo di fronte alla metaletteratura, al definire e scardinare di volta in volta le regole dell’autofiction. Il protagonista sembra uscire dalla storia e sedersi accanto al lettore per capire cosa sia vero e cosa sia reale; quali siano le forze oscure che muovono le decisioni personali e gli avvenimenti collettivi.

Il protagonista, nelle continue rivelazioni che muovono la storia spingendola avanti a ritmo sempre più serrato, sembra fare la spola tra il sentire del lettore e il racconto del narratore. Acquisire un’identità propria grazie alla voce dell’autore.

Angela Vecchione

La recensione dell’esordio di Luca Quarin.
La casa editrice Miraggi.