Ambientato a Nizza nel 1920, Le maître des âmes racconta la storia di Dario Asfar (un nome di origine punica che, non per caso, significa “viaggiatore”), un giovane medico di origine italo-greca che è vicino alla rovina, non riuscendo a guadagnare abbastanza per prendersi cura della moglie e del figlio neonato. I clienti scarseggiano principalmente a causa delle sue umili origini straniere che lo rendono inavvicinabile agli occhi della classe abbiente della città. La sua situazione diventa così disperata che si vede costretto ad accettare di praticare un aborto clandestino per una donna ricca che cerca una soluzione discreta e che non comprometta la sua reputazione in società. Questo fa riflettere Dario sul fatto che intorno a lui vivono persone estremamente ricche, ma fondamentalmente sole perché circondate da gente di cui non si fidano, e che sarebbero disposte a pagare qualunque cifra pur di non risolvere i loro problemi, anche se questo implicasse metodi moralmente inaccettabili. Determinato a cambiare il proprio destino per sempre, Dario vede in questa combinazione di ricchezza e disperazione un’opportunità perfetta e decide di diventare un ‘signore delle anime’ (espressione da cui deriva il titolo del libro), un ciarlatano che, utilizzando dei rudimenti di psicoanalisi, attira la clientela ricca promettendo di occuparsi delle lore preoccupazioni e dei loro problemi.

Un protagonista ambiguo

Improvvisamente tutto cambia: nonostante continuino a disprezzarlo, tutta ‘l’alta società e la borghesia’ fatta di grandi industriali e ricche ereditiere che, fino a quel momento, non si erano mai rivolti a lui, non sembra poter più fare a meno dei suoi servizi, fino a diventarne psicologicamente dipendenti. Per Dario inizia un periodo di grande successo in cui, almeno temporaneamente, il denaro non sembra essere un problema, ma che lo vede compiere azioni eticamente discutibili e moralmente condannabili. Lontano dall’essere il medico onesto e competente che voleva diventare, Dario non è di più di un opportunista che sfrutta le insicurezze di persone privilegiate ma fragili che sono pronte a pagare qualunque prezzo pur di non essere ascoltate e rassicurate, in un disperato tentativo di sentirsi felici e accettate.

Agli occhi di noi lettori, Dario è un personaggio difficile da amare. Anche se si trova a vivere in una società ipocrita che lo discrimina e lo disprezza, lo vediamo solo brevemente come una vittima, povero e incapace di guadagnare abbastanza per sfamare la sua famiglia. Ben presto però diventa un approfittatore ossessionato dall’idea di diventare ricco e di elevare il suo stato sociale per entrare a far parte di quella stessa società che lo ha sempre rifiutato. Anche quando questo significa commettere atti illegali, invece di fermarsi e accontentarsi di quello che ha, è disposto a tutto senza visibili segni di esitazione o rimorso per arraffare qualche soldo in più utilizzando come pretesto il benessere della moglie e del figlio appena nato.

Il signore delle anime

Ispirata da modelli e persone che la circondavano, Irène Némirovsky traccia il ritratto di un gruppo di persone animate dalla disperazione, dall’ambizione e dall’avidità durante il periodo tra le due guerre. Da un lato troviamo Dario che rappresenta tutto gli immigrati di origine ebrea e/o meteca che, una volta arrivati in Francia, si trovavano in una situazione molto precaria, costretti a mendicare o persino a commettere reati per poter sopravvivere. Dall’altro, Némirovsky dipinge una società dominata dalla diffidenza e dall’odio razziale verso il ‘diverso’ da parte di una borghesia tanto ignorante quanto avida e arrogante. La gente stava vivendo un periodo di grande cambiamento, caratterizzato dall’ossessione per il denaro e la posizione sociale, tanto da portare Némirovsky a dare al denaro un ruolo centrale nel suo romanzo, quasi come se fosse uno dei personaggi. Lo stesso titolo può essere interpretato in due modi, il signore delle anime inteso come questo medico ciarlatano che promette di poter curare tutti i problemi dei suoi clienti, oppure il denaro stesso che guida tutte le scelte e le azioni dei protagonisti del libro.  Come in altri suoi romanzi, Némirovsky si occupa con grande maestria delle tematiche relative all’antisemitismo e all’ebraismo e, viste le sue origini, del suo rapporto controverso con esse.

Valentina Lorenzon