Chi ama Somerset Maugham, sa bene che nei suoi romanzi c’è la sua vita trasfigurata. Egli, infatti, costruiva i personaggi partendo da una base reale, ossia da persone che conosceva o aveva conosciuto, persone che nella sua testa potevano diventare eroine buone ma anche personaggi detestabili, sciocchi e addirittura banali, quelli che ogni tanto si incontrano nei salotti importanti, stanno lì, come un vaso di fiori finti. E questo, penserete voi, lo fanno un po’ tutti gli scrittori, certo, ma non lo comunicano al lettore e non ne danno tracce visibili, contrariamente a lui; talvolta, nelle sue prefazioni ce lo racconta con disinvoltura, tanto da insinuare nella mente del lettore, che persino quella sia finzione.
Nella prefazione del suo famoso Il velo dipinto, ci svela che nel romanzo, la sua immaginazione, questa volta, ha modificato una vicenda e non persone, il che è anche più difficile. La metamorfosi realizzata, parte, da quanto ci narra, da un’esperienza che risale ai tempi in cui era solo uno studente. Durante una vacanza a Firenze conobbe una giovane donna che gli diede lezioni di italiano, e insieme lessero il Purgatorio. Quando giunsero al pezzo in cui Dante incontra Pia, che lo prega di ricordarsi di lei come la donna nata a Siena e uccisa in Maremma da colui che le regalò l’anello nuziale, Ersilia, così si chiamava la ragazza, gli spiega che Pia era realmente esistita e venne uccisa per ordine del marito. Voleva punirla per un’infedeltà o perché lui stesso desiderava un’altra donna, così la mandò in un luogo dove credeva non riuscisse a sopravvivere, ma il suo piano non si concretizzò, e spazientito la fece uccidere. Questa è la vicenda da cui prende piede Il velo dipinto, una tragica storia d’amore italiana (non confermata dalle fonti ma solo ipotizzata). Quella di Maugham, però, nasce a Londra per poi proseguire in Cina, ed è durante la permanenza nel paese asiatico che si insinua il dubbio e poi la certezza, di un intreccio amoroso.
Kitty, la protagonista, è la prima figlia di una famiglia borghese; il padre è un uomo mite, vittima della fredda e ambiziosa moglie ma anche delle due figlie “da maritare”. Kitty sembrava tardare in questo fine, così, per evitare disdicevoli chiacchiere, si sposò con un uomo che non amava – mentre lui la venerava -, un batteriologo, laconico, di poche parole ma con un gran cuore. Si trasferiscono a Hong Kong, dove Kitty si innamora follemente di un vice console dai modi opposti a quelli del marito, esuberante nel fisico atletico e nel linguaggio espansivo, con una moglie triste e banale. Charles l’ammalia con parole lusinghiere, quelle che generalmente fanno capitolare gli stolti, gli ingenui e i vanitosi, come lo è Kitty, cresciuta da una mamma ambiziosa per le questioni finanziarie ma non per quelle dell’intelletto e dell’anima, e da un papà invisibile. La storia si complica e si fa particolarmente intrigante, quando i due amanti realizzano che Walter (il marito tradito) è a conoscenza dell’intrigo. Lei scopre che l’amante è un vigliacco che non lascerà mai sua moglie, e scopre altresì che suo marito, invece, lo aveva già intuito, con una sconcertante acutezza, intrisa di cinismo. Ed è su questa intuizione che lui costruisce una terrificante vendetta, più macchinosa e oscura di quella di Nello dei Pannochieschi. Walter, per punirla, la costringe a seguirlo in una missione pericolosa, dove il colera miete vittime ogni giorno. Lei, così delicata, morirà certamente, come si augurava il marito di Pia quando la rinchiuse nella Torre in Maremma.
Durante questa esperienza, Kitty non smette di amare Charles ma inizia a pensarlo di meno, presa com’è dal lavoro fisico con le suore, che curano i malati e gli orfani, e che elogiano il marito, osannato come un santo e un benefattore.
La morte è ovunque, ma lei non teme più la sua. La vita le ha donato una nuova occasione, quella di redimersi, non tanto dall’adulterio quanto dalla stoltezza.
Tuttavia, proprio quando sembra esserci un finale risolutivo per la coppia, accade qualcosa, un fatto inaspettato, che ci allontana dal dramma di Pia e che ci insegna ad amare, prima di tutto, noi stessi.
Di questo romanzo ci sono diverse trasposizioni cinematografiche, l’ultima risale al 2006 per la regia di John Curran, con l’interpretazione magistrale di Edward Norton nei panni di Walter (il marito), Liev Schreiber nei panni di Charles (l’amante) e Naomi Watts in quelli di Kitty, la protagonista principale della storia, quella che muta ed evolve positivamente, a causa e grazie all’amore.
Alessandra De Angelis
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