All’interno di uno dei centri culturali più vivaci di Madrid, il Matadero, Capítulo Uno vuole portare a confronto punti di vista da tutto il mondo, per nutrire i suoi visitatori con l’amore per la letteratura.

Sulle sponde del fiume Manzanarre, a Madrid, all’inizio del XX secolo c’era il mattatoio. Oggi, quello stesso spazio ospita un centro culturale e multifunzionale molto vivace che rappresenta una città nella città, dedicata alla cultura nelle sue diverse forme. Tra le numerose iniziative che nascono qui, c’è Capítulo Uno, un festival biennale internazionale di letteratura che vuole offrire gli strumenti per capire meglio la società in cui viviamo e le persone che la abitano.

Ha tenuto la sua prima edizione nel 2021, in collaborazione con la Casa del Lector, e si prepara a inaugurare la seconda nel 2023. La programmazione prevede una selezione della migliore letteratura contemporanea internazionale nelle sue varie forme: poesia, narrazione, narrativa e saggistica, favole, documentari.

Exlibris20 ha chiesto a Patricia Escalona, curatrice del festival, di raccontare qualcosa in più, a partire da come è nata l’idea dell’evento. “Rosa Ferré, Direttore Artistico del Matadero di Madrid, mi ha contattato perché avevamo già parlato in via informale di mettere a punto un festival letterario. Quando nel 2018 si è sentita pronta per organizzarne uno al Matadero, abbiamo iniziato a lavorarci insieme” spiega Patricia.

Quali sono gli obiettivi di questo Festival?

Portare la letteratura internazionale nella città di Madrid ed espandere le menti dei suoi cittadini grazie all’amore per questa forma di espressione.

Quali sono state le conquiste più importanti dalla sua fondazione?

Abbiamo chiesto a Margaret Atwood di accettare il nostro invito a partecipare nel 2020, ma purtroppo è arrivata prima la pandemia ed è saltato tutto. La prima edizione dell’ottobre 2021 è stata meravigliosa,  ci ha fatto capire quanto grande avrebbe potuto diventare una volta tornati alla normalità.

Puoi dirci qualcosa sulla prossima edizione nel 2023?

Ci stiamo lavorando sodo in questo momento e per ora non anticipo nulla… Avremo un focus coreano, con l’obiettivo di analizzare perché questo Paese è improvvisamente diventato un riferimento culturale in Spagna. È sorprendente ed entusiasmante vedere come l’interesse per la Corea del Sud sia cresciuto costantemente negli ultimi anni.

Da dove arrivano gli artisti con cui lavori?

Da tutto il mondo. Stiamo cercando di avere il maggior numero possibile di punti di vista rappresentati.

Cosa ne pensi della poesia e della letteratura? Qual è la loro missione in questo momento, come possono essere reali e rappresentare una connessione tra le persone?

Penso che la letteratura sia fondamentale. Le storie sono sempre state al centro di ciò che costituisce l’essere umano e la letteratura, in qualsiasi forma o genere, è il modo in cui quelle storie, quelle piccole finestre sui pensieri o sui desideri di qualcun altro vengono liberate. Abbiamo bisogno della letteratura per connetterci, per aiutarci a porre le domande giuste, per trarre le nostre conclusioni o semplicemente per divertirci. Potrebbe non essere il genere di intrattenimento preferito di tutti, ma è essenziale per molti.

Come descriveresti la letteratura e la poesia di oggi in Spagna?

I nuovi scrittori di narrativa che mi interessano di più sono principalmente donne. Finalmente non sono più viste come capaci di scrivere solo per altre donne e vengono prese sul serio da lettori ed editori. Sono entusiasta di essere testimone di questo cambiamento.

Puoi dirci qualcosa su Matadero e perché è il luogo perfetto per questo Festival?

Matadero è un centro pubblico di creazione e produzione culturale, combina tutte le forme di ricerca ed espressione artistica contemporanea: arti visive e performative, performance, design, letteratura, cultura digitale, architettura e altre pratiche creative non facilmente classificabili. È anche un luogo straordinario e ospita alcuni dei festival più importanti della città, quindi sembrava giusto che nella sua offerta si includesse anche un evento letterario.

Pensi che i social media possano aiutare la letteratura o, al contrario, la stanno rovinando?

I social media favoriscono la comunicazione, nel bene e nel male. Stanno anche aiutando a cambiare la comunicazione stessa. È inevitabile e inarrestabile, l’unica cosa da fare è rimanere curiosi e aperti su come le nuove generazioni scelgono di esprimersi, non importa quanto strano possa sembrare.

Intervista a cura di Daniela Giambrone