Ex-Libris-0-5-7

Anno 0 | Numero 5 | Gennaio-febbraio 1997

“Tanti avvenimenti bizzarri, racconti meravigliosi e sentimenti inattesi avrebbero avuto senza dubbio di che farmi riflettere tutta la notte; ma, devo ammetterlo, i sogni che mi avevano promesso mi interessavano più di tutto il resto.” Così Alfonso van Worden, capitano delle guardie valloni, in viaggio attraverso la Sierra Morena, si abbandona ai sogni promessigli dalle due sorelle Emina e Zibeddé. È la fine della prima di quattordici giornate in cui incontrerà molti personaggi che racconteranno la propria storia e quella di altri personaggi: l’indemoniato Pacheco, Landolfo da Ferrara, Zoto, il cabalista, Thibaud de La Jacquière…

Storie esotiche, storie di incontri amorosi e di uccisioni. In ogni storia accade l’Incredibile: trasfigurazioni, apparizioni, l’irruzione del soprannaturale. E ogni storia è una variazione ossessiva che gioca con le altre e con quella del protagonista creando identificazioni, confusioni, nuove interpretazioni per i personaggi prima che per il lettore.

La moltiplicazione delle storie che nascono una sull’altra moltiplica lo spazio e il tempo del racconto. Ci troveremo in molte parti del mondo e in molte epoche, sentiremo di persone molto diverse tra loro: libertini ed eremiti, musulmani ed ebrei, banditi e principi. Una commedia umana in cui si infiltrano continuamente le forze dell’ignoto. Il Fantastico non è tanto nella grande varietà degli avvenimenti o nella loro misteriosità quando nella circolarità che rende ogni singolo racconto fantastico ancora più sorprendente nella sua unicità e ripetibilità.

Manoscritto trovato a Saragozza è stato scritto tra il 1803 e il 1815. Il suo autore Jan Potocki, conte polacco, è un personaggio leggendario. Eccezionale erudito si interessò soprattutto di storia e fu uno dei fondatori dell’archeologia slava. Viaggiò dall’Africa all’Asia. Partecipò ai più importanti avvenimenti del suo tempo. Strinse amicizia con gli illuministi francesi. Diventò popolare grazie a un’opera, nella sua vita, minore: partecipò con l’aeronauta Blanchard a una delle prime ascensioni in pallone.

In questo suo unico romanzo Potocki usa le sue incredibili conoscenze e la capacità di osservazione degli uomini che aveva acquisito durante la sua avventurosa vita. Non si tratta semplicemente dell’opera di un erudito o di un filosofo ma di un’opera fantastica con un autonomo valore letterario. Probabilmente Potocki cercò nella scrittura del suo unico romanzo, alla fine della sua vita, di vedere in modo nuovo quel che aveva visto e quel che aveva saputo. Studiando diverse civiltà e osservando numerosi popoli Potocki aveva visto come l’irrazionale agisse nelle vicende umane.

Negli ultimi tre anni della sua vita si ritirò in una delle sue proprietà. Mentre scriveva il romanzo lavorava alla stesura delle tavole di concordanza tra civiltà diverse. Durante i suoi attacchi di depressione limava la palla d’argento della sua teiera. Nel 1815 la usò per darsi la morte sparandosi alla testa.

Manoscritto trovato a Saragozza è stato pubblicato, quanto mai travagliatamente. Nel 1805 Potocki fece stampare a Pietroburgo l’inizio del suo romanzo “riservandosi di continuare o meno in seguito, quando la sua fantasia, […], lo invitasse a farlo”. Il testo circolò in forma privata, rimase quasi sconosciuto e fu varie volte plagiato. Nel 1958 il manoscritto viene ritrovato e pubblicato in francese, la lingua in cui Potocki l’aveva scritto. È considerato un capolavoro della letteratura fantastica.

Domenico Francavilla

In libreria

potocki-2.jpgJan Potocki
Manoscritto trovato a Saragozza
Guanda, 2010 (Collana: Le Fenici tascabili)
Traduzione di G. Bogliolo
745 p., brossura
€ 18,00

 

 

 

Jan Nepomucen Potocki (Pików, 8 marzo 1761 – Uładówka, 23 dicembre 1815) è stato uno scrittore polacco.
Di ascendenza nobile, conte e senatore dell’Impero russo (suo nipote fu il conte Wenceslas Severyn Rzewuski, rinomato orientalista e bisnonno materno di Leone Caetani), durante la vita viaggiò moltissimo, in Francia, Spagna, Italia, e Russia, imparando a conoscere gli usi ed i costumi dell’Europa e dell’Asia.
Le sue conoscenze gli servirono per scrivere la sua opera più importante, il Manoscritto trovato a Saragozza, un romanzo dotato di una complessa struttura narrativa, costituita da storie concatenate una dentro l’altra, in una maniera che può vagamente ricordare Le mille e una notte.
Potocki scrisse anche atti unici per il teatro, alcuni racconti, un diario di viaggio Nelle steppe di Astrakan e del Caucaso e degli apologhi.
Nel 1815, in preda alla depressione, staccò una fragola d’argento che adornava una sua teiera e, limandola giorno dopo giorno, ne fece una sfera. Quando raggiunse le dimensioni adatte, fece benedire la sfera (secondo la leggenda), dopodiché la utilizzò come pallottola per porre fine ai suoi giorni.