La bambina con la grande mano verde, seguendo lo stesso filone del romanzo d’esordio dell’autore Rumple Buttercup può sembrare, a un primo sguardo, un libro unicamente per bambini, ma in realtà è molto di più.
È una piccola gemma che custodisce un messaggio universale, capace di toccare corde profonde in chiunque lo legga, indipendentemente dall’età — permettendo, così di arrivare dritta al cuore indipendentemente dall’età del lettore, il quale si sentirà parte integrante della storia stessa.
Le illustrazioni stravaganti, quasi anti estetiche e disordinate per alcuni tratti, accompagnano la storia e la rendono ancora più reale, in perfetta sintonia con essa.
L’uso del verde, inoltre, risulta essere particolarmente adatto per questa narrazione, in quanto l’autore stesso ha dichiarato di aver utilizzato una sfumatura particolare e difficilmente creabile dello stesso, quella presente sulla copertina dell’edizione inglese del racconto.

Leggendo la sua storia, è impossibile non fermarsi a riflettere: chi di noi, almeno una volta nella vita, non si è sentito come i protagonisti della narrazione?
È un libro che ti accompagna oltre la sua ultima pagina, lasciandoti addosso una nuova consapevolezza: la vera bellezza sta nella diversità, e ognuno di noi merita di splendere così com’è.
In sostanza, Matthew Gray Gubler si riconferma un autore che può essere perfettamente inquadrato nel concetto di ageless, scrivendo narrazioni perfette sia come favola della buonanotte per o più piccoli, ma anche come momento di riflessione per i più grandi.
Elena Pastore e Irene Panuccio
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