Io leggo parecchio, per passione e per mestiere. E dopo aver letto decine di libri e manoscritti, sono giunta a una conclusione: non ne posso più dei ventenni che iniziano i loro romanzi con un gruppo di amici che si fa una canna in auto e non ne posso più delle donne che iniziano i loro romanzi descrivendo giardini di buganvillee in fiore.
Poi ho letto La lettera d’amore di Cathleen Schine. Mi correggo. Poi ho divorato La lettera d’amore, e quando l’ho finito ho subito riletto alcuni passaggi, e dopo aver riletto alcuni passaggi l’ho riletto per intero, e anche oggi che sto scrivendo questa recensione ho perso almeno un’ora spulciando qua e là. E dire che, all’inizio, non ero convinta: si nominano il caprifoglio alla prima riga e la rose selvatiche alla seconda – concettualmente siamo vicini alle buganvillee. E poi io, in genere, non amo la scrittura femminile, il suo intimismo, il suo sentimentalismo. Non amo neanche uno stile elegante e quasi barocco come quello della Schine. Però, qualche riga dopo il caprifoglio e le rose selvatiche, incontro Helen: quarantenne, libraia aristocratica, abile a sembrare agli uomini più bella di quello che è e a giostrarsi con razionalità e senso pratico la sua libertà di attraente divorziata. Un ibrido fra un generale prussiano e una miliardaria anni Venti, per così dire. E dopo Helen, incontro la lettera. La lettera d’amore: “Cara Capra, come ci si innamora? Si casca? Si inciampa, si perde l’equilibrio e si cade sul marciapiedi, sbucciandosi un ginocchio, sbucciandosi il cuore? Ci si schianta per terra, sui sassi? O è come rimanere sospesi oltre l’orlo di un precipizio, per sempre?” La trova Helen, la lettera. Forse l’hanno mandata e lei, forse no, e in ogni caso: chi l’ha mandata? Potrebbe essere stato Johnny, il commesso estivo della libreria: Johnny che sta sempre zitto e che ha i capelli quasi lunghi e gli occhi grandi e sporgenti, Johnny che si porta le arance in spiaggia e ne offre spicchi sporchi di sabbia. Johnny che ha solo vent’anni. E a questo punto si intuisce il seguito, e si potrebbe obiettare che di queste storie non se ne può più: una donna matura perde la testa per un ragazzo che potrebbe essere suo figlio, quanti film ne hanno parlato. Ma La lettera d’amore non ha niente di banale: anche se è una storia d’amore, scritta in un equilibrio fra ironia, intelligenza e romanticismo che ha del miracoloso. Quanto alla lettera da cui tutti è cominciato, nessun lettore, neanche il più smaliziato giallista, riuscirà a risolverne il mistero prima di vederlo svelato nel finale. Leggere per credere.
Alessandra Montrucchio
In libreria
Cathleen Schine
La lettera d’amore
Adelphi, 1999
Collana: Gli Adelphi
Traduzione di D. Scarpa
270 p., brossura
€ 12,00
Cathleen Schine è una scrittrice americana diventata famosa in Italia con il romanzo La lettera d’amore (1996) e Le disavventure di Margaret (1998). Fra i suoi romanzi si ricordano: L’evoluzione di Jane (1998), Il letto di Alice (1999), L’ossessione di Brenda (2000), Sono come lei (2003), I Newyorkesi (2007), Tutto da capo (2010), Miss S. (2011), Che ragazza! (2013), Le cose cambiano (2016).
Attualmente vive a Los Angeles.
Fonte: ibs.it
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