Il libro Au bon roman di Laurence Cossé è caratterizzato da varie linee narrative che seguono le vite dei due protagonisti principali, Ivan e Francesca, e come queste si intreccino fino a portare alla creazione della loro libreria ideale, chiamata appunto Au bon roman. Ivan è un libraio che ha lavorato in varie città e ha una grande passione per la lettura che occupa la maggior parte del suo tempo. Vuole vendere e parlare solo dei libri che gli piacciono e non tiene in grande considerazione le novità letterarie rese famose dal clamore mediatico ma spesso di bassa qualità. Francesca invece è una sua cliente benestante e una mecenate della letteratura con cui, dopo alcune conversazioni molto stimolanti, inizia a progettare l’apertura di una libreria completamente dedicata a quelli che considerano indiscussi capolavori della letteratura.
Una partnership improbabile…
A prima vista la loro potrebbe sembrare una collaborazione destinata a fallire a causa delle loro origini e vicissitudini molto diverse, ma ciò che li accomuna e anima i loro incontri è la grandissima conoscenza e passione per i libri così come la ferma convinzione che quello che stanno creando sia di grande importanza per salvare il futuro della letteratura di qualità. Sanno che non sarà una cosa facile creare un business che possa funzionare in un mondo in cui il ruolo del libro è cambiato molto, ma sono emozionati all’idea di intraprendere quest’avventura insieme. È così che ben presto tutto pronto per l’apertura della loro libreria a Parigi: l’unica cosa che manca da decidere sono i libri che venderanno. Per questo motivo, dopo un’attenta valutazione, selezionano un gruppo di otto lettori d’eccezione, formato da scrittori molto noti ma che non si conoscono tra loro e la cui identità rimarrà sconosciuta a tutti per garantire l’obiettività del processo. Quello che nessuno si aspetta, nemmeno Ivan e Francesca, è che, una volta aperta, la libreria abbia il successo immediato che ha. I lettori vi si precipitano e apprezzano molto la selezione di libri disponibili, sembrano condividere appieno l’idea utopica ed elitaria di poter difendere la vera letteratura dal propagarsi di libri commercialmente di successo ma insignificanti dal punto di vista creativo. Tuttavia, come si può facilmente immaginare, non tutti sono contenti, in particolar modo gli scrittori i cui libri vengono considerati di scarsa qualità e perciò non degni di esservi venduti. Questo porta ad una serie di conseguenze che vanno dall’apertura di librerie concorrenti fino all’aggressione fisica di alcuni dei lettori d’eccezione che compongono il gruppo di selezione dei libri da vendere. La stessa Francesca pagherà con la vita la sua decisione di difendere la ‘vera letteratura’ ad ogni costo e di non fermarsi davanti all’ostilità di chi la circonda, probabilmente sottovalutando il rischio che stava correndo.
Oltre la trama…
All’inizio del libro, il lettore è un po’ confuso perché il primo capitolo racconta tre incidenti, apparentemente non collegati tra loro che ci farebbero pensare di essere in un romanzo giallo. Ben presto però diventa chiaro che queste aggressioni sono collegate alla decisione di Ivan e Francesca di aprire la loro libreria ideale, e si riveleranno importanti per comprendere il resto della storia. Nel secondo capitolo, infatti, la narrazione si sposta sulla creazione della libreria e segue il suo sviluppo, il successo e poi purtroppo la sua ‘fine’, come se fosse un personaggio vero e proprio.
Anche l’amore in diverse delle sue declinazioni è un tema importante all’interno del romanzo. Da lettori seguiamo infatti l’amore di coppia non sempre felice tra Ivan e Anis, l’amore non corrisposto di Francesca per Ivan ma anche l’amore più astratto per qualcosa che ci appassiona come in questo caso la letteratura. Ed è proprio quest’ultima ad essere il protagonista indiscusso del libro, venendo quasi personificata. La trama e l’intrigo investigativo sono solo pretesti usati dall’autrice per farci riflettere sul ruolo dei libri, sulla nostra visione della letteratura e su come la nostra opinione sia cambiata nel tempo. Negli ultimi decenni l’attenzione si è infatti spostata sempre di più verso il mare di ‘best seller’ imperdibili che hanno un successo immediato grazie al potere mediatico dei loro autori o editori e sempre meno verso i veri capolavori. Ma chi decide cosa fa di un libro un capolavoro – gli editori, i librai, i media o noi lettori?
Valentina Lorenzon
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