La parola magica è il romanzo d’esordio, edito da NN editore, della scrittrice milanese Anna Siccardi.

Il romanzo è ispirato ai Dodici Passi degli alcolisti anonimi.

In una Milano attuale e senza tempo i sette personaggi, attraversano le dodici storie di questo libro, si affacciano ognuno nella vita dell’altro di corsa o in punta di piedi. Il passato li ha traditi in maniera sbadata e casuale e ora tentano di riparare il giocattolo rotto che è la loro esistenza. I demoni con cui fanno i conti sono alcol, serie tv, droghe, relazioni sbagliate e illusioni.

Dipendenze che sono diventate malattia e cura insieme, bolle in cui il tempo si ferma, li consola e li inganna. Come capita a Leo, che si risveglia dopo una nottata alcolica e scopre di dovere dei soldi a un malavitoso giapponese; ad Anna e Chiara, che non possono fare a meno di prendersi cura di un padre assente finito in carcere; e a Irene, che cerca nell’ultima seduta dalla psicologa la soluzione alla sua incapacità di amare.

Un romanzo vivo e vibrante che ti cattura con una scrittura sentita ed emozionante. Si sente la vita che scorre, con tutte le difficoltà che ci mette davanti, nelle pagine scritte della Siccardi, e si sente la voglia di sopravvivere e di ricominciare dei protagonisti, che si incontrano, sfiorano e scontrano, per la maggior parte dei casi, in una Milano insolita e inedita.
Una scrittura evocativa che mi ha dato la costante sensazione, durante la lettura, di essere in un film di Alejandro González Iñárritu o in uno degli splendidi film corali di Robert Altman. Un lungo ed emozionante piano sequenza sulle fragilità umane.

Tante storie per raccontarne una: la difficoltà di essere felici, di sapersi perdonare per riuscire a ricominciare e di trovare un modo nuovo per guardare avanti e affrontare la vita.
I personaggi, della Siccardi, sono tutti ben caratterizzati, risultando interessanti se non sorprendenti per la loro potenza narrativa e la loro traspirante umanità. Personaggi che si sentono inadatti al mondo che li circonda e profondamente malinconici, per quello che hanno perso o che hanno sempre cercato di avere o essere.

Un romanzo che consiglio vivamente e una firma nuova del panorama letterario italiano da tenere assolutamente sott’occhio e di cui attendiamo di leggere il suo prossimo lavoro.

Vincenzo Masciali