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Anno 0 | Numero 3 | Novembre 1996

Nel 1953, ormai settantaquattrenne, Henri-Pierre Roché pubblica Jules e Jim. Romanzo in cui la sua vicenda personale diviene l’esperienza dei protagonisti del libro. Il triangolo amoroso tra Jules (Franz Hessel), Jim (Roché) e Kathe (Helen Grund) rappresenta un’affascinante treccia di assoluto amore e profonda amicizia. Intorno agli anni della Prima Guerra Mondiale, il loro, vuole essere l’esempio di una nuova morale culturale ed estetica. E il sogno di poter modificare le regole del gioco del vivere, è la bella illusione d’inventare un diverso modo di amare.

Siamo a Parigi intorno al 1907 quando nasce l’amicizia tra Jules e Jim. Le loro prime conversazioni spaziano intorno all’universo femminile; Jules è appena arrivato dalla Germania nella capitale francese, nella sua vita non ci sono donne; Jim lo introduce al Bal des Quatz’Arts e lo inizia così alle turbolenze delle relazioni amorose. Seduti ai tavolini di caffè letterari frequentati da celebrità stanno insieme fino a tarda notte confrontando la loro lingua, la loro letteratura, le loro passioni e poesie. Possono passeggiare tra i boschi tenendo per mano la stessa donna, leggeri come personaggi di una fiaba, con la stessa fanciullesca generosità con cui ognuno sceglie il miglior sigaro per l’altro. Lucie, Magda, Odile: amori relativi e assoluti, forme avvolgenti e colorate, giocose sbiadite, alternano gli umori dei due amici combattuti tra desiderio di costante sicurezza e necessità di rischiose scalate. Poi, un giorno, tutto accade come un sogno. I loro sguardi si perdono nella meraviglia di una statua che prende vita, che si trasforma in pelle abbronzata dal sole. Il sorriso di una donna greca scolpito da secoli, è ora aperto in tutta la sua freschezza alle anime dei due giovani amici. Anime che si protendono verso quel caldo e struggente amore: Kathe, la statua dell’isola.

Kathe – il seducente fascino “maligno” – ama molto i suoi uomini che sono alternativamente amanti-mariti; Jules e Jim – la paziente costanza alla serenità e l’impulsività dei sentimenti emotivi – non hanno smesso dì volersi bene e accettare come condizione, quasi necessaria, alla loro profonda amicizia il condividere parimenti la loro più grande felicità l’amore per Kathe.

È come se un solo personaggio non possa vivere se non in funzione dell’altro, ognuno nell’assoluto rispetto e consapevolezza delle proprie diversità, della propria individualità.

Attraverso un itinerario esistenziale e geografico, in cui le linee scorrono vorticosamente a disegnare un cerchio impazzito, questo rapporto prende forma e vive di un amore puro ma contraddittorio. In modo vizioso, le componenti dì sofferenza e delusione, fedeltà e tradimenti, sono inscindibili da quelle di felicità e gioia. Solo così si spiega il significato del primo tuffo nella Senna di Kathe e quello ultimo e definitivo.

Nella descrizione delle loro passeggiate a tre, e spesso a quattro, è dove meglio Roché riesce a esprimere, attraverso i loro dialoghi e le belle immagini, il senso e l’equilibrio dì questo bizzarro triangolo. In una di queste passeggiate Kathe, Jules e Jim stanno costeggiando un corso d’acqua che a un certo tratto si fa impetuoso e dopo il suo scorrere forma una cascata. Lì, come attraverso uno specchio, leggono le loro vite: la massa d’acqua che veniva giù sembrò assomigliare a Kathe, i mulinelli furiosi a Jim, e l’allegrarsi quieto che seguiva a Jules.

L’ultima parte del libro potremmo dire essere dedicata a un’ultima sfida: quella tra la vita e la morte, Nonostante sia quest’ultima a chiudere il romanzo, è vissuta in realtà dai protagonisti come un nuovo inizio, un’altra occasione per partire da zero.

Attraverso un linguaggio sobrio ed essenziale Roché tratta – utilizzando il filtro della sua esperienza personale – un argomento sublime quale l’amore e l’amicizia restituendocene drammi e gioie.

François Truffaut, che vede in Jules e Jim. uno dei più bei romanzi moderni, nel 1961 (due anni dopo la morte di Roché) realizza da questo romanzo il film che è diventato un vero cult-movie.

Paola Mazza

“Ma chi possiede di più una donna: colui che la prende o colui che la contempla?”. “Ci vogliono tutt’e due”, disse Jules.

In libreria

julesetjimHenri-Pierre Roché
Jules e Jim
Adelphi, 1994
245 p., brossura
Curatore: E. Marchi
€ 11,00

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