Come un sogno.

Un viaggio, dentro la propria interiorità, dentro sé stessi soprattutto. Un’avventura dalla quale si torna cambiati, ristorati dalla sua semplicità e profondità.

Leggere L’avventura di Lulù è proprio così: un viaggio onirico, che ci trasporta in un mondo sognante dalle tinte blu, dai colori pastello che riposano gli occhi la mente il cuore.

E il ritmo ci incalza, ci sembra di camminare con Lulù alla fiera, verso il tendone del circo per vedere lo spettacolo dei suoi genitori.

Il circo, il posto magico per eccellenza, fatto di illusioni – in bilico fra immaginazione e realtà, dove tutto può accadere perché nulla esiste davvero. O forse sì?

Ma, proprio mentre lo spettacolo va in scena, ecco accade una magia di natura oscura, inaspettata. Tutto il parco si addormenta, l’unica a rimane sveglia e vigile è proprio Lulù.

È lei l’unica che può salvare i genitori, e tutti gli avventori.

Ed è allora che il luogo a lei tanto familiare, in cui è cresciuta, diventa estraneo, spaventoso. Per scoprire la verità deve entrare nell’attrazione che le fa più paura: il labirinto degli specchi. È una metafora di un viaggio dentro la propria interiorità, facendo i conti con le parti più nascoste – talvolta distorte – di noi stessi.

E Lulù ha paura, certo che ne ha, ma la accetta e la affronta.

Come affronta il grande mago, che per la propria cupidigia e presunzione, ha assoggettato tutto il circo. Eppure lei, con la sua fede, è molto più potente: è quella fiducia in sé che ha acquisito affrontando le proprie paure, mettendosi in gioco per il bene dei genitori, e dell’intero circo.

Le atmosfere hanno le tinte oniriche del mondo d’illusioni di Meliès: viaggiamo in queste pagine rese eteree dalle colorazioni di un blu intenso.

È una di quelle storie semplici, d’una manciata di pagine, che ti rubano pochi minuti, eppure – mentre le vivi – sembra di essere stati via per chissà quanto.

E quando richiudi quel piccolo libricino, ogni parola, ogni colorazione ed espressione, ti rimane impressa dentro. È stato sogno? Realtà?

Non importa, conta quella scaglia dorata che ci è rimasta impressa dentro, che brilla riluce, come la fede di Lulù, a rischiarare la vita.

Chiara Rotundo