I libri che ci dicono essere i più venduti sono davvero quelli più letti e amati?

Così mi hanno lasciato Lea e Simone. E ora io sono qui a rispondervi.

La domanda, tanto semplice quanto ingannevole, ha richiesto un’approfondita ricerca di numeri, di dati, che – da ingenua – pensavo fossero alla portata di tutti.

Devo essermi fatta ingannare da quegli annunci sensazionali che si vedono un po’ dappertutto, sulle copertine dei libri, nelle librerie: “1.000.000 di copie vendute!!”. Insomma, vedendole ovunque devo in qualche modo aver pensato che non fosse difficile mettere tutte queste cifre in fila.

E invece no: il mio post, e il contributo di Findyourdata, si apre con una premessa doverosa e anche un po’ deludente: i volumi di vendita non sono consultabili.

Sono dati che le case editrici custodiscono con cura e che non rilasciano per la divulgazione forse neanche pagando, evidentemente. Sì, perché la classifica che, per esempio, vedete ogni sabato su TuttoLibri non riporta il numero di copie vendute. È invece una lista di posizioni relative, dove il libro più richiesto della settimana precedente ha il punteggio massimo (100) e tutti gli altri sono calcolati di conseguenza. Quindi, tanto per chiarire, se io pubblico il mio libro la settimana (le mille settimane, volevo dire) in cui in classifica c’è Camilleri, è difficile che mi vediate sull’inserto de La Stampa, anche se magari non sono andata così male.

Nonostante ciò, la classifica di TuttoLibri è una delle poche fonti attendibili che sono disponibili, e per questo motivo vi faremo riferimento.

È il momento di mostrarvi il curioso sistema solare che ne scaturisce:

Nel grafico, le dimensioni delle palle (e il numero tra parentesi accanto ai titoli) indicano le settimane in cui ogni libro è comparso nei primi dieci posti della classifica di TuttoLibri, ognuno nella categoria di competenza (ovvero letteratura straniera e italiana, mentre non abbiamo preso in considerazione i tascabili, classifica a sé stante).

La classifica 20/20 da voi votata, invece, è rappresentata in alto e scorrendo da sinistra verso destra si vede la posizione di ciascuno titolo, con i rispettivi pari merito.

Cosa possiamo dire? Intanto che su 21 titoli, 14 sono stati almeno una settimana in classifica, non pochi.

La seconda cosa più interessante è però che la posizione guadagnata nella top list 20/20, non ha a che fare con la permanenza nella suddetta classifica di TuttoLibri, e quindi con le vendite. Se così fosse, vedremmo palle più grandi a sinistra, dove ci sono i libri più alti in classifica, che diventano più piccole man mano che si scende verso la ventesima posizione. Invece, abbiamo Venuto al Mondo che è stato ben 91 settimane nella top 10 di TuttoLibri ma che voi lettori relegate all’ultimo posto e che a Lea e Simone, sembra persino troppo. Allo stesso modo pensiamo, di nuovo, ai Camilleri che non ci sono e che sarebbero rappresentati da pallozzi enormi, tanto hanno venduto.

Ancora, Pastorale Americana, Stoner, Trilogia della città di K. non sono mai comparsi fra i primi 10 libri più venduti (i libri mai comparsi nella classifica TTL sono indicati, appunto, con il triangolo).

Le spiegazioni possono essere molteplici, le prime, di natura metodologica risiedono nella “natura relativa” delle classifiche di vendita, come spiegato prima, e anche nel fatto che un libro può sì aver venduto moltissimo, ma distribuendo il successo in un arco di tempo molto lungo, senza l’esplosione di notorietà della Ferrante, ad esempio. Allo stesso modo, ci possono essere libri, come Stoner, scoperti solo di recente, e che quindi ugualmente vivono una longeva, seconda vita, rimbalzando nella vostra memoria, ma non tra le classifiche settimanali (qui potete leggere la storia editoriale di Stoner, che è stato pubblicato la prima volta nel 1965).

A questo proposito sarebbe utile disporre dei dati di vendita complessivi, ovvero del numero di copie vendute dal momento dell’uscita ad oggi, dati che però sono disponibili (e chissà quanto veritieri) solo per i libri tipo la Bibbia, Il piccolo Principe, e così via. (esempi: la classifica di Wikipedia, e la top 10 di Letteratura.Rai).

Una cosa che un po’ mi ha colpito è che non compaiano in classifica libri pubblicati di recente, secondo la data di pubblicazione infatti, i libri più “nuovi” sono L’Amica Geniale e Open. Che sia una sorta di nostalgia dei tempi che furono? Purtroppo neanche questa sembra la riposta giusta, se date un’occhiata a questo secondo grafico, lo noterete subito:

Se l’anno di pubblicazione (in Italia) avesse qualche correlazione con la top 20/20, le palle che rappresentano i titoli non sarebbero sparpagliate in questo modo che appare casuale. Le troveremmo per esempio allineate su una diagonale che si alza da sinistra verso destra, e che ci direbbe che più il libro è vecchio, più è alto in classifica.

E allora? Come li avete scelti questi titoli?

Nei commenti al primo articolo ho letto:

“…ho cercato di modificare il meno possibile la prima stesura, partendo dal presupposto che se un titolo mi è venuto in mente prima di altri, ci sarà un motivo.”

Nel marketing, ma non solo, si parla di Top of Mind. La Top of Mind è il primo brand/prodotto che vi viene in mente se vi dico bevanda analcolica zuccherata. La risposta è influenzata da moltissimi fattori: per esempio da quanto il prodotto è conosciuto, se sta facendo pubblicità in quel momento, se è un prodotto storico o una new entry, e anche se vi piace e ne siete consumatori – sebbene questa ultimo fatto non sia scontato.

Chiaramente non è proprio la stessa cosa, ma probabilmente si può fare un’analogia con la risposta che date alla domanda “qual è il libro più bello degli ultimi 20 anni?”, e quelli che vedo in classifica 20/20 sono la “Top of Mind” dei libri belli.

Le risposte che vi sono venute in mente, possono essere state influenzate certamente da quanto quel libro vi ha lasciato, ma anche dal fatto che pensandoci vi siete magari messi davanti alla vostra libreria e avete posato gli occhi su quel titolo (che ve ne ha fatto dimenticare un altro) o anche dal fatto che recentemente ne avete – di nuovo – sentito parlare, ancora avete votato quel libro perché gli altri li avete letti troppo tempo fa, e non ve li ricordate.

Potrei andare avanti ancora con le ipotesi, ma alla fine arrendermi e ammettere che la variabile che più di tutte ha influenzato la classifica 20/20 di Exlibris20 è quella di essere un libro apparso nella classifica di vendite:

“I libri della classifica 20/20 sono – anche – i libri più venduti, sebbene molti dei libri più venduti non ne facciano parte”.

A questo punto, dopo aver sibillinamente risposto a Lea e a Simone, mi viene da chiedermi perché chi manca, manca? Ve li siete scordati? Oppure possiamo presuntuosamente ipotizzare che chi legge molto tende a snobbare chi è letto da tutti, (cioè da chi legge poco), tranne per poche tentazioni a cui non sa resistere, e che finiscono – a volte – per piacergli (leggi Ferrante, Barbery, Mazzantini)?

Elena Amistà
Findyourdata