“Un racconto è come un bacio veloce nel buio, ricevuto da uno sconosciuto.” Questa definizione è di Stephen King e si adatta bene alla raccolta di racconti Linee di fuga di Raffaella La Villa.

La Villa, già autrice del thriller psicologico L’ombra dentro, propone ora, sempre per i tipi di Eclissi Editrice, undici racconti dalle tinte fosche preceduti dalla bella prefazione di Sandrone Dazieri.

Si tratta di una raccolta che l’autrice ha messo insieme nel corso degli anni con racconti premiati in concorsi letterari nazionali.

L’atmosfera che si respira è cupa e misteriosa, a tratti gotica come in Linee di fuga, il racconto che dà il titolo alla raccolta e Primavera.

La chiave nella toppa e L’ombra delle nuvole hanno invece un impianto più vicino al thriller classico anche se con inequivocabili note noir.

Come scrive Dazieri nella prefazione ogni racconto è un piccolo enigma psicologico e La Villa sa analizzare la psiche dei personaggi con le loro ossessioni, come Arnaldo ne Il pianista di Porta Nuova sul punto di suicidarsi, ma attratto dal pianoforte della stazione di Torino, e i loro incubi come Levin Goldschmidt in Nemesi in cui tornano a galla i fantasmi degli ebrei sterminati nei campi di concentramento.

In definitiva in ogni racconto di Linee di fuga è davvero nascosto uno sconosciuto che ci attende nell’ombra per mostrarci che la realtà è molto più complessa e torbida di come sembra a prima vista.

Rita Garzetti