Cosa c’era nello zaino di chi decideva di unirsi alla Resistenza? Non solo viveri e vestiti di fortuna, ma anche mappe, aghi, calzettoni, lettere d’amore, fotografie, nomi di battaglia. In 🔗Lo zaino del partigiano, Tatjana Giorcelli e Pino Pace costruiscono un racconto a più livelli: storico, simbolico, personale. A partire da tredici oggetti – e poco più – ci accompagnano tra le pieghe più intime della lotta partigiana.

Ogni oggetto diventa narrazione, come il fazzoletto rosso delle Brigate Garibaldi, il pane di patate preparato con poco e condiviso tra molti, il fornelletto a spirito usato con prudenza per non farsi scoprire, o la stoffa dei paracadute alleati trasformata in pantaloncini “lussuosi e procaci”, come li definisce Fenoglio. Niente è banale: neanche una borraccia può essere solo una borraccia, se contiene acqua, latte, o liquore per disinfettare una ferita improvvisata in un bosco.

Il 25 aprile in questo libro non è una data da calendario, ma una tensione costante, una fine immaginata, un orizzonte incerto. Si respira in ogni pagina il peso del viaggio verso la libertà, il desiderio di un’Italia diversa. Lo zaino, come scrivono gli autori, era “un bagaglio per un viaggio di cui si sapeva solo l’inizio”.

Tatjana Giorcelli dedica il libro ai suoi nonni partigiani, Lino e Beppe, e questo rende il racconto ancora più autentico e personale. Ma accanto a lei, la voce di Pino Pace arricchisce il testo con uno stile limpido, attento, adatto a giovani lettori ma mai semplicistico. La struttura narrativa a oggetti rende il libro perfetto anche per letture scolastiche, incontri pubblici, riflessioni condivise.

C’è spazio anche per le donne: non solo partigiane combattenti, ma anche bambine, staffette, madri, ricamatrici di fazzoletti, donne che portavano messaggi, pane e speranza. Il rossetto – sorprendente oggetto da zaino – racconta con forza come anche il trucco potesse essere un travestimento, una forma di resistenza, una strategia.

Con illustrazioni di Gabriele Pino che dialogano con il testo in modo delicato ed evocativo, questo libro è uno strumento prezioso per far entrare bambini e ragazzi nella Storia attraverso ciò che si può toccare e immaginare. Lo zaino del partigiano non è solo un libro per il 25 aprile: è un libro civile e necessario, capace di parlare a chi ha memoria e a chi la deve ancora costruire. E ci chiede, oggi, di domandarci: cosa metteremmo noi, nel nostro zaino?

Lea Iandiorio