«E anche il tempo va avanti finché si scorge una linea d’ombra che ci avverte che la regione della prima giovinezza, anch’essa, la dobbiamo lasciare indietro». Dentro questa folgorante immagine conradiana c’e la sensazione del dolore liberatorio che si prova con una nuova nascita, la quale, ne siamo certi, ci getterà nel mondo con un destino e, anzi, proprio di esso abbiamo consapevolezza. Al circolo magico e infinito dell’infanzia, dove tutto si regge nell’apparente imperturbabilità della vita, deve sostituirsi la scoperta della morte come tensione: da qui lo smarrimento, la perdita di certezze, la voglia di resistere sul bordo e sconfessare il tempo e i suoi segnali.

La società chiede che siano rispettate le sue regole, impone i suoi costumi, cui possiamo ribellarci, certo, e, almeno apparentemente, scegliere di andare altrove, magari per poi scoprire che la nostra irragionevole determinazione ha cambiato il corso della storia. La natura, al contrario, non fa sconti, o meglio, è meno disposta a tollerare infrazioni a regole definite: il cronometro batte per tutti il tempo dell’addio. La scoperta della nostra finitezza, del nostro «essere per la morte» paradossalmente ci riconsegna la vita come attesa e scoperta, come percorso del quale abbiamo l’obbligo di sondare tutte le pieghe, anche le più nascoste.

Il cinema è uno dei luoghi privilegiati per sondare questa zona d’at­tesa del possibile dentro la quale si consuma il passaggio a una nuova stagione della nostra vita; obbligato, per sua stessa intima natura (di luce e ombra, di luce perché d’ombra – la zona morta ma pulsante del fuori campo o il nero dello schermo in attesa di folgorazioni vitali) a parlare di transiti, di passaggi, di superamenti: di linee d’ombra, appunto.

L’ultima tra le arti mantiene la sua in-finita capacità di seduzione, di metterci in gioco entro un altro spazio-tempo, paradossalmente così prossimo a noi da abbacinarci. Il cinematografo è un’invenzione senza futuro, hanno scritto profeticamente i Lumière.

A ragione: senza un futuro perché vive di solo presente, di una continua prossimità e partecipazione. «Il cinema è l’arte del presente. E se la nostalgia quasi non lo sfiora, è la malinconia la sua immediata controfigura» (Daney). Malinconia di uno sguardo perduto, sofferenza di uno scorrere delle immagini che sembrano sul punto di disfarsi davanti ai nostri occhi cui la me­moria non sa contendere che rari frammenti. «La malinconia è una vedovanza: viduitas. (…) Di uno sguardo, di un’orbita si dice che sono vuoti in quanto hanno contenuto la visione e l’hanno perduta» (Starobinsky). Sguardo e malinconia della visione: del vedere che ha perduto il suo oggetto, il cinema. Linea d’ombra, altro transito senza visione, sguardo sul futuro vuoto, altro luogo della malinconia; per Conrad: l’infanzia perduta.

A uno sguardo ancora più profondo, e forse sarebbe più giusto dire, guidato, voluto, fatto per scelta etica prima ancora che estetica, il cinema che Linea d’Ombra cerca e presenta ha un’altra affinità con la fine dell’adolescenza. Come questa è il luogo della «gioiosa confusione dei codici fino al limite dove è il codice della vita a confondersi con quello della morte» (Galimberti), così i film presentati vivono di una gioiosa confusione di segni, proponendosi come esploratori di una terra di confine, pionieri alla ricerca di un luogo che la cartografia ragionata dell’immaginario collettivo non ha ancora sondato e de/finito.

Peppe D’Antonio

Linea d’Ombra Festival è un festival cinematografico che si svolge da venticinque anni nella città di Salerno. Questo articolo è stato scritto per la quinta edizione del Festival che si svolse dal 3 al 7 maggio 2000, tra il Cinema Teatro Augusteo e il Teatro Verdi.  A giudicare le opere in concorso fu chiamata la giuria formata da Cristina ComenciniGuillerme Breaud e Alessandro D’Alatri. Due le novità della quinta edizione: la prima, l’apertura di una sezione dedicata ai video-clip curata da Francesca Roveda, Carlo Tombola e Cristino Del Pozzo, la seconda, un omaggio a un’eroina del videogioco: Lara Croft.