Ex-Libris-0-7-7

Anno 0 | Numero 7 | Aprile 1997

“L’immaginazione non è il fiorire dell’arbitrario, e molto meno dell’impreciso. Precisione realistica di contorni, solidità di materia ben poggiata sul suolo e intorno come un’atmosfera di magia che faccia sentire, traverso un’inquietudine intensa, quasi un’altra dimensione in cui la nostra vita si proietta”.

Fantasia e realtà sono i due elementi cardine delle opere di Massimo Bontempelli, in equilibrio tra due opposti che, respingendosi, si attraggono. La libertà assoluta della fantasia e la consistenza distaccata della realtà conferiscono alla sua arte una volontà di assoluto, di assurdo ed imprevedibile come una favola: il “realismo magico”. Si pensi alla pittura del nostro ’400, dove il realismo attento è immerso in un’atmosfera di lucido stupore. “L’Adorazione dei Magi” di Masaccio o “La Camera degli Sposi” di Mantegna (in cui l’artista immagina unitamente le scene come viste da un unico personaggio ideale) danno corpo a quella “magica” illuminazione del vero che pone l’arte come spettacolo simbolico della realtà.

Bontempelli imposta le sue favole con una precisa recisione iniziale del verosimile, seguita dall’introduzione della fantasia del lettore sul piano dell’immaginazione pura, fino all’evolversi della vicenda con precisione di passaggi e reazioni, che investono il lettore con vibrante sagacia, conducendolo in un mondo surrealmente meraviglioso. Ed ecco nascere La tavola della signora, Il figlio di due madri e La scacchiera davanti allo specchio, perfetta realizzazione del “realismo magico”.

Bontempelli inventa una storia singolare: le immagini riflesse in uno specchio si animano nel mondo che sta al di là del vetro, vivono una esistenza libera con l’unica preoccupazione di riapparire dietro il vetro ogni volta che le figure vere, quelle umane, vi si specchiano. L’aspetto interessante della storia è che le immagini riflesse finiscono per rappresentare la realtà più “vera”, che sopravvive alla morte delle persone, per vivere eternamente al di là dello specchio; contrariamente le figure umane diventano ombre contingenti, che scompaiono. La morale che si ricava è quella sul valore dell’immaginazione: la sua consistenza, rispetto alla realtà sensibile. Bontempelli non è stato il primo a immaginare una realtà “oltre lo specchio” … Nel1871, nella vecchia Albione, Charles Dogson, meglio conosciuto come Lewis Carroll, scrive “Through the looking-glass” (“Attraverso lo specchio”), la storia di una bambina di nome Alice che si addentra al di là di un grande specchio dove trova un mondo meraviglioso; un mondo ignoto che serpeggia accanto al nostro, vi si insinua, lo giudica, lo sovverte. È probabile che sia Bontempelli che Carroll non disdegnassero l’idea di poter trasformare persone e cose a proprio piacimento, dissolvendole nella fantastica pantomima della possibilità.

Tiziana Masucci

 

Massimo Bontempelli nasce a Como il 12 maggio 1878, nel 1910 comincia la sua densa attività di collaboratore di riviste e giornali, come “Corriere della Sera”, “Tempo” e di critico letterario sulla “Nuova Antologia”. Nel 1926 dà vita a una sua rivista “900” seguita da “Quadrante”, nelle quali inneggia a una letteratura più moderna ed elastica. Numerosi sono i viaggi compiuti in Europa e in America per conferenze. Si spegne il 21 luglio 1960.

Bibliografia nel 1997

La scacchiera davanti allo specchio 1981, Sellerio, L. 10.000
Noi gli Aria. Interpretazioni suda meri cane 1994, Sellerio, L. 10.000
Opere scelte 1978, Mondadori, L. 70.000
Nostra dea 1989, Einaudi, L. 26.000
Vita intensa 1987, SE Studio ed., L. 20.000
Cinquecentoventidue 1995, Scriptorum, L. 8.000
Eden della tartaruga 1994, Scriptorum, L. 6.000
Eraclito e noi 1989, Spes, L. 30.000
Gente nel tempo 1986, SE Studio ed., L. 20.000
Viaggio d’Europa 1986, ed. della Cometa, L. 10.000

In libreria oggi

la-vita-intensaMassimo Bontempelli
La vita intensa
Isbn Edizioni, 2009

Collana: Novecento Italiano
215 p., brossura
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