Ex-Libris-0-6-7

Anno 0 | Numero 6 | Marzo 1997

Parlando con altri del libro di Melania Mazzucco Il bacio della Medusa (Baldini & Castoldi) mi son sentita dire che era la solita storiella.

Norma si sposa giovane con un vecchio nobile; diventa matrigna del suo primo figlio il quale nutre sentimenti morbosi per lei; “maledice” le cognate; è continuamente incinta; è sola perché il consorte è impegnato; è quasi impazzita per la perdita dell’unica figlia femmina, e un giorno sconsolata incontra Medusa, ex bambina sgualdrina, e se ne innamora diventandone l’amante; è abbandonata dal marito fin quando in un lugubre “sogno” si riaggrappa alla Medusa.

Questa è la trama “superficiale”. Norma non è pazza, non è una sgualdrina, è soltanto innamorata dell’unica persona che riconosce come tale, in quella commedia mutevole di maschere.

Per Medusa, scrive versi audaci e sensuali:

Guardo la luce rossa del passato. / T’ho amato in fretta fra segale in fiore / ho visto fremere l’alba sul tuo viso / e sulle paludi vestiti d’eterno destarsi i fenicotteri. / E non t’ho detto no nuda e diversa / abbandonare il branco / mia sposa tu la vergogna l’offesa

Medusa è la forza e l’innocenza, la violenza subita e la violenza inferta, l’esibizione e il pudore, la Vita e la Morte.

Tralascio le vicende degli altri: non valgono l’amore di Medusa e Norma.

Il cinismo di Felice, le eccitanti fantasie nascoste dell’autista non valgono quanto il rapporto Norma-Medusa. A loro importa solo amarsi. Seppur diverse vivono la stessa vita. Norma vive nella vita di Medusa la propria giovinezza, Medusa vive in Norma da “signora” come aveva sempre sognato, con l’ombrellino, fragile come gli oggetti in vetro di Murano.

Continui riferimenti al mondo mitologico fanno quasi vedere gli occhi di Medusa in quelli di Medleline, Perseo in Norma. Come l’eroe, Norma può vedere Medusa solo attraverso uno specchio immaginario, e soltanto orientata dall’amore riesce a distruggere il “mostro” dell’indifferenza, dell’incomunicabilità. Ma la Gorgone vive sullo scudo di Atena, non può morire, seppur dimenticata non morirà. D’altronde, Medusa aspetta l’amore; placida attende in Francia Norma impazzita di Lei, convinta del suo ritorno.

Eppure Norma soffrirà per questo amore proibito.

Per Medusa mente a tutti, tradisce gli insegnamenti di suo padre e l’onore della famiglia del marito, non ha troppa paura di lasciare tutto per Lei, compresa la sua dignità. Il tempo si ferma, rallenta quando sta lontana da Medusa, mentre scorre veloce quando si incontrano. Come in Peter Høeg il tempo non è misurabile, perché cambia a seconda delle situazioni. Così il secondo diventa minuto, il minuto ora.

Norma è malata di Medusa e l’unica salvezza le è dettata da Seneca: «Ti indicherò un filtro senza incantesimi, senza erbe, senza formule di alcuna maga. Se vuoi essere amato, ama.»

E lei lo fa, aspetta sul letto la sua giovane “Barbara cara”, soffoca nelle anguste braccia di Lei e non più di suo marito. Morire con Lei, per Lei, anche questo per non lasciarla di nuovo. “Volgiti ’n dietro e tien lo viso chiuso / che se ’l Gorgone si mostra e tu ’l vedessi / nulla sarebbe di tornar mai suso”. Mitologica immagine o nascosto avvertimento? Perché questa citazione? Forse per analogia con il titolo o con la Medusa del libro?

La Gorgone è proprio lei, Medleline Belmondo, la Medusa, la Gorgone la cui arma non è lo sguardo orrendamente mortale, ma l’utopica, la mistica bellezza selvaggia, capace di distruggere, sconvolgere, schiacciare ogni eroe.

Un romanzo attuale, capace di tenersi sospeso tra il mito e la realtà. Sentimenti, scene morbose lasciate alla fervida fantasia del lettore. L’autrice gioca sul non detto. Non dice ciò che sulla pagina risulterebbe scabroso, mentre nella mente di ciascuno di noi è naturale. Interrompe di colpo la narrazione in un punto, per riprenderla altrove e, in mezzo, lascia una specie di vuoto che il lettore può riempire di tutto quello che vuole, anche di quello che è apparentemente estraneo alla storia, in maniera che Medusa e Norma, senza perdere nulla della propria personalità, si rivestono di caratteri sempre nuovi e imprevedibili.

L’autrice lancia una sfida al lettore invitandolo a vedere gli amori impossibili dei personaggi con naturalezza, senza giudicarli colpevoli (se amare può mai essere una colpa). La trama così intrisa di personaggi, sentimenti, descrizioni, non è alla mano di tutti. Il contenuto è forte, come è forte la penna della scrittrice.

“Quale chimera è dunque l’uomo? Quale novità, quale stranezza, quale caos, quale soggetto di contraddizione o quale pregiudizio? Giudice di tutto, verme vilissimo della terra, depositario del vero; cloaca di incertezza, gloria e rifiuto dell’Universo.” (B. Pascal)

Giuseppina Fungaroli

In libreria

bacioMelania G. Mazzucco
Il bacio della Medusa
BUR, 2008 (Scrittori contemporanei)
493 p., brossura  

€ 11,90

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