Ex-Libris-0-5-11

Anno 0 | Numero 5 | Gennaio-febbraio 1997

DIECI ANNI DI CARCERE AL BOIA DI SREBRENICA – DRAZEN ERDEMOVIC UCCISE 100 PERSONE. FORSE SCONTERÀ LA PENA IN ITALIA – AL TRIBUNALE DELL’AJA LA PRIMA SENTENZA.

La Repubblica, Sabato trenta novembre millenovecentonovantasei.

C’è la foto del boia (venticinquenne) sul giornale, e mi ricorda qualcuno, ma forse è solo un’impressione. Di sicuro mi ricorda una storia che mi ha raccontato A. in Settembre. In Settembre sono stata in Bosnia per un anno. In realtà era solo una settimana, ma ventiquattro ore in terra di Bosnia sembrano davvero un’eternità. Il coprifuoco alle undici di sera ti costringe a rimanere chiusa in casa a pensare e ad aspettare che passi.

A. racconta la storia di questo suo amico, impegnato come lei in politica, che durante la guerra sparisce per andare a lavorare per conto dei serbi.

Mentre racconta mostra la sua foto, e a vedere adesso questo tizio sul giornale, penso che magari è la stessa persona.

Sul giornale c’è scritto che questa è la prima condanna per crimini di guerra pronunciata da una corte internazionale dai processi di Norimberga, alla fine dell’ultima guerra mondiale.

Ritaglio l’articolo e lo conservo insieme agli altri, nella cartellina “Ex-Jugoslavia: articoli, racconti, foto, bibliografia”. E penso che siamo così vicini ma che di questa gente, di questa guerra, dei campi di concentramento che ospita(va) non sappiamo nulla.

C’è un libricino di centoventisei pagine, pubblicato da “Il Saggiatore” che varrebbe la pena di leggere. Si intitola I Balcani. Il libro è diviso in due sezioni. Nella prima, Un manuale per capire, i Balcani sono descritti in termini di cartine geografiche, dati riguardanti la suddivisione del territorio dal punto di vista geopolitico, storia dei popoli Balcani dall’antichità ai nostri giorni. La seconda sezione si intitola Uno spazio per riflettere, riflettere sul fatto che lo spazio dei Balcani è geograficamente e umanamente diviso in compartimenti. La storia è una successione di fratture. Queste realtà spiegano le mentalità di oggi e permettono di capire meglio i conflitti che ne derivano.

Paul Garde, professore all’Università di Yale, Columbia e Ginevra, specialista in lingue slave, profondo conoscitore dei paese slavi e balcanici conclude il suo saggio scrivendo: “Che cosa avrebbe potuto fare l’Europa per preservare la pace nei Balcani? Capire le legittime aspirazioni dei popoli all’indipendenza, incoraggiare le forze di pace non con belle parole, ma opponendosi fermamente e con tutti i mezzi alle forze di aggressione. Ha fatto invece tutto il contrario: disprezzo razzista per i popoli qualificati come “tribù”, compiacenza verso gli aggressori reali o potenziali, ipocrisia di una politica umanitaria che non impedisce affatto i progressi del male, debolezza e passività. Questa strada condanna i Balcani a restare un focolaio di violenza, che può essere contagioso per qualsiasi parte dell’Europa o del mondo.”

È un manuale che tenta di ricostruire le motivazioni che hanno spinto questi popoli, vicini per cinquant’anni, ad ammazzarsi tra loro. È corredato di cartine geografiche e glossario a fine libro.

È molto semplice, impossibile non capire. Basta averne voglia e la forza.

Sara Beltrame

In libreria

garde.jpgPaul Garde
I balcani
Il Saggiatore, 1996
€ 3,60

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https://www.youtube.com/watch?v=6oZ84Ht0zHU

http://www.fondazionefeltrinelli.it/viaromagnosi-srebrenica-la-bosnia-erzegovina-oggi/