Il meditativo. La fuga di Anna

La storia di Severino e Anna intreccia il passato e il presente, attraverso una lingua che si sdoppia pur restando salda nel suo attaccamento, molto visibile, alla precisione lessicale e dunque stilistica. Ogni parola è messa al suo posto con il cemento, impossibile spostarla, deve stare dove l’autore ha scelto. Questo dà una conformazione allo stile di Corrente, pur cambiando scene e punto di vista, un’alternanza tra quello di Anna e quello di Serafino (il narratore ufficiale), la voce è conforme alla storia, la culla si direbbe. I due toni, vocativo ed evocativo, ben intrecciati, sono lampi stilistici pieni di mancanza, ne sono anzi gli artefici, stilisticamente. «E invece tu avevi già deciso che nessuna forma d’amore sarebbe riuscita a bastarti. Ti saresti nutrita di mancanze.» 

Perfetto per chi prevede una vacanza dalla vacanza, in ascolto di sé anche per mettersi in contatto con la propria vena creativa e narrativa.

Il sorprendente. Salvamento, «Stella era come gli Unni, solo più elegante.»

Stella è la protagonista del romanzo, ma non il narratore. È la figlia della nuova compagna del padre di Giulio, un tredicenne, da poco orfano di madre, fisicamente gracile e intellettualmente un colosso. È lui che narra. Lo fa in maniera onesta, coinvolgente. lo fa in maniera inattendibile, perché di Stella, di cui narra la storia, è innamorato. Dal momento in cui Giulio conosce Stella se ne innamora e la sua vita non gli appartiene più. Non gli appartengono i libri, che pure ama e sono una componente decisiva del salvamento che lega e slega i destini dei personaggi. Non è più sua la famiglia, la gioia, il padre, il dolore, Trieste, le merendine. Non gli appartengono le parole, che custodisce gelosamente in uno scrigno, dove ogni verbo, sostantivo, aggettivo viene ridefinito dallo sguardo di Stella. Tutto appartiene a lei. 

Una lettura per chi ama trascorrere giornate di relax e pace sulla spiaggia, perdendo volutamente la cognizione del tempo e dello spazio.

L'(auto)ironico. Il punto di vista del sole

Il punto di vista del sole contiene tredici racconti che sono tredici scintille narrative. Se dovessi dichiarare di che cosa si compongono le storie di Grillo la combinazione sarebbe: idea, scintilla, visione, scrittura. Ogni parola nasce da una visione. Qualcosa che io lettrice vedo e che lei l’autrice ha visto prima di me. Non sapremo mai se si tratta della stessa visione, ma funziona. Io vedo attraverso gli occhi della scrittrice. Ecco perché la costruzione della scena e dell’immaginario della protagonista del primo racconto, “Il cigno”, è perfetta per mostrare un personaggio che metterà in crisi anche voi, fino a sentirvi dondolare le gambe e il busto come Luigi e la sua (forse) futura sposa. Parlano del nulla e di tutto, dondolando le proprie rovine sentimentali su una barca a remi, da qualche parte, sul lago di Bracciano. Le storie di Grillo attraversano vari formati, il racconto intimista, il racconto metaletterario, il racconto epistolare, il racconto epigrammatico. L’eterogeneità delle voci rinsalda il punto di vista autoriale. Tutti i racconti ondeggiano tra il surreale e il reale, come dovrebbe essere nei migliori casi la scrittura breve. Non esiste realtà in una visione narrativa, esiste la verità dell’immaginazione che la raccoglie dal quotidiano e la trasfigura in racconto, consegnandoci la prosa in forma di poesia. 

Una raccolta di racconti come questa è perfetta per i vacanzieri da weekend, per chi ha poco tempo da dedicare al relax ma quel poco tempo sa come renderlo prezioso, leggendo Grillo ancora più prezioso.

Alessandra Minervini

I consigli di scrittura che avete letto sono tratti dalla rubrica di Alessandra Minervini dedicata agli esordienti, PerUnaLira, disponibile su exlibris20