Ha sedici anni il protagonista de Il diavolo in corpo. Sedici anni e un amico del cuore, René, col quale trascorre intere giornate nei boschi sulle rive della Marna, in Francia. Intanto è scoppiata la prima guerra mondiale, e i ragazzi un po’ più grandi di lui sono partiti per combattere. Fiorisce l’adolescenza nell’animo del protagonista, che è anche l’io narrante del racconto. Questi, ingannando la rigida sorveglianza materna e grazie alla tacita complicità del padre, comincia a frequentare delle ragazze, fino ad innamorarsi di Marthe, una donna già matura. Grazie a lei scopre l’amore e, poco dopo, il sesso, mentre Marthe si sposa con Jacques, che, però, è impegnato sul fronte.
Comincia così questo racconto semplice e spontaneo, in buona parte autobiografico, scritto a soli diciotto anni da Raymond Radiguet. È un nome che non compare nei manuali di letteratura, che non evoca ricordi nei lettori di tutto il mondo. Radiguet non fu un intellettuale: a scuola andava bene, ma a quindici anni decise di abbandonarla, per dedicarsi ad altro, tra le ire dei genitori, che su di lui avevano riposto le loro speranze. Radiguet voleva vivere tutti d’un fiato i pochi anni che gli rimanevano. “Ardevo, mi affrettavo, come chi sa di dover morire giovane e brucia i tempi.”
Le polemiche legate all’uscita di questo romanzo, considerato, ad inizio secolo, troppo scabroso, e l’improvvisa morte di Radiguet, scomparso a vent’anni per un attacco di febbre tifoidea, fecero cadere quest’autore nel dimenticatoio, nonostante gli apprezzamenti entusiastici di Jean Cocteau.
Eppure Il diavolo in corpo (Tascabili economici Newton) va letto, perché testimonia in modo immediato e senza intellettualismi l’agitazione e il fascino dell’adolescenza, nonché il tormento di una generazione cresciuta in tempo di guerra, in un clima di grande provvisorietà, con le scuole chiuse e le famiglie decimate. Radiguet ripercorre, a grandi linee, le tappe più significative della sua crescita e ognuno può identificarsi in una situazione, in un pensiero. L’amore per Marthe, il primo della sua vita, gli spalanca il cuore e diventa, a tratti, desiderio confuso di concordia universale, al di là di ogni schematismo, arrivando a coinvolgere perfino il suo rivale.
“In certi momenti di tenerezza, come un ubriaco che abbraccia tutti, fantasticavo di scrivere a Jacques, di confessargli che ero l’amante di Marthe, adorata da Jacques e da me. Non dovevamo adoperarci entrambi per renderla felice?”.
Nella vita del giovane narratore Marthe conquista sempre più spazio, fino ad occupare tutte le giornate e tutte le notti. I loro incontri, dapprima nascosti, vissuti in gran segreto, diventano col tempo noti a tutti, osteggiati e perciò più intensamente goduti dai due amanti, e, ad un certo punto, sembra quasi che Marthe somigli all’uomo che ama. “Lo sguardo, il modo di camminare: più di una volta, degli estranei ci presero per fratello e sorella. Il fotto è che in noi esistono germi di somiglianza che l’amore sviluppa. Un gesto, un’inflessione della voce, presto o tardi, tradiscono anche gli amanti più prudenti”. Tutto in questo racconto è puro, candido. In ogni riflessione, nelle varie descrizioni c’è il gusto della scoperta. Il piacere della prima volta si rinnova all’infinito e rende affascinante e misterioso ogni piccolo particolare. Anche gli eventi impegnativi che si succedono nella parte finale della storia (una nascita, una morte) vengono vissuti con grande leggerezza e sembrano solo un episodio marginale nella formazione del protagonista. A sedici anni è più facile assorbire le ferite, sembra dire Radiguet. “L’uomo, giovanissimo, è un animale ribelle al dolore”. Soprattutto quando ha le diable au corps.
Roberto Tucci
Non c’è niente di più delizioso dell’improvvisa intimità tra due persone che a mala pena si conoscono.
Raymond Radiguet, nato nel 1903 e morto precocemente nel 1923, è stato poeta e scrittore francese. Fondò con Cocteau la rivista d’avanguardia, “Le Coq”.
Dalla sua opera letteraria Il diavolo in corpo (tradotto per Einaudi) sono state tratte due versioni cinematografiche: quella del francese Autant-Lara e quella, più recente, di Marco Bellocchio.
In libreria
Raymond Radiguet
Il diavolo in corpo
Feltrinelli, 2010
Curatore: M. Larocchi
142 p., brossura
€ 7,00