Anno 1 | Numero 10 | Luglio 1998

Boris Vian era davvero un gran bel tipo. Uno che si divertiva, uno che le cose gli riuscivano facili. Perché, dico: fare l’ingegnere, scrivere da dio, suonare la tromba, recitare e nel frattempo non perdere una nottata parigina, non so voi, ma a me il solo pensiero fa venire voglia di sdraiarmi a letto cinque minuti, giusto per recuperare. Lui, invece: gas a manetta e avanti così.  

Correva come un pazzo, Boris Vian, e aveva ragione. Chissà, forse se lo sentiva, o forse, dopo, dirlo è semplice. Ma il dubbio io ce l’ho. Il dubbio che uno come lui in fondo lo sapesse di doversi dare una mossa, che di tempo ne aveva tanto poco. E infatti, per farla breve, sulla soglia dei quarant’anni, quando la gente come lui comincia a pensare di mettere la testa a posto, la sua testa mette a posto lui; un bel tumore al cervello e su quella soglia ci rimane.  

Triste, no?  

I suoi romanzi; invece, non erano tristi per niente. Disperati, efferati, arrapanti e arrapati, allegri come le canzoncine sotto la doccia, ma tristi proprio no, tutti i mostri saranno uccisi, pubblicato nel cinquantasei, leggo, è il mio preferito. 

La storia è questa qua: Rock Bailey, diciannove anni, alto biondo, due spalle così, faccia da gran paraculo; e lo sa, ha un solo obbiettivo a breve termine. Vuole arrivare vergine a venti. Non si tratta di un fioretto, è la condizione necessaria per giungere in forma smagliante al concorso di “Mister Los Angeles”. E vincerlo. Sembra facile: non è così. Perché tra lui e i suoi buoni propositi c’è una sfilza di ragazzine adoranti, desiderose di gustare la consistenza e il sapore di quella succulenta bistecca da novanta e rotti chili. Sennonché le ardenti bimbe non sono l’unico problema di Rock. Tanta baldanzosa prestanza fisica non sfugge agli occhi del cinico dottor Shutz, malvagio scienziato dagli scellerati quanto ambiziosi fini. Il folle mascalzone sta mettendo a punto una razza perfetta per conquistare il mondo e spazzare via l’inadatta umana stirpe, e ha disperato bisogno di esemplari come Rock per evolvere la sua specie. Cavoli suoi1 ha scelto fa cavia sbagliata. Rock, a fare il distributore di sperma e organi non ci sta. Oltretutto, guarda un po’, è anche un tipo piuttosto curioso, uno che quando patte non si ferma, non come faccio io adesso.  

Mi sembra che ce ne sia abbastanza per schizzare fuori di casa con i soldini in mano. E se no, bollite pure nel vostro brodo insieme ai vostri romanzetti stracotti, pieni di riflessioni sull’inafferrabile senso dell’esistenza.  

Aggiungo solo un paio di considerazioni, di quelle colte. E tutti i mostri saranno uccisi è stato scritto quando la mia generazione, quella tutto sesso e violenza, se ne stava ancora a cuccia nel Nirvana ad aspettare i comodi delle mamme e dei papà. Date un’occhiata al linguaggio, al ritmo, mettetevi una mano sulla coscienza, dovunque si trovi e se c’è, e rispondete a questa domanda semplice semplice: cosa aspettate a leggere la sua opera omnia, cominciando da Sputerò sulle vostre tombe?  

Ora la mia missione è compiuta. Ma non ringraziatemi: l’ho fatto per il bene dell’umanità.  

Andrea Garello

 

Boris Vian, laureato in ingegneria, decide presto di seguire il suo istinto artistico, avviando la sua carriera come musicista jazz nei fumosi locali della Parigi anni ’40. La sua vena artistica, però non si esaurisce con la musica, e infatti inizia a scrivere. La stesura dei primi romanzi a metà degli anni ’40. Successivamente inizia a lavorare come autore teatrale, passando poi alla poesia, fino al suo impegno come traduttore (sarà lui a portare la letteratura hardboiled in Francia con la traduzione dei libri di Raymond Chandler).
Vian ha scritto 10 romanzi, tra cui 4 thriller del genere hard boiled piuttosto famosi, pubblicati sotto il nome di Vernon Sullivan. La scelta di questo pseudonimo fu dettata dal tentativo di aggirare la censura francese, visto il carattere “forte” di questi scritti; ciò nonostante, più d’un suo libro venne censurato.
Con il suo vero nome, Vian ha pubblicato L’Arrache Coeur, L’Herbe Rouge, L’automne a Pekin e L’Ecume des Jours. Vian muore la mattina del 23 giugno 1959, nel cinema che proiettava in anteprima il film tratto dal suo romanzo Sputerò sulle vostre tombe. Aveva solo 39 anni e mantenne la promessa fatta da giovane di non vedere i 40.

Fonte: ibs.it

 

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Boris Vian
E tutti i mostri saranno uccisi
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Collana: Gli alianti
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Sputerò sulle vostre tombe Marcos y Marcos 1998, L. 20.000 | € 14 

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“Amor mio / scusati sai / o mi restituirai / il mio frullatore / il televisore / lo sminuzzatore / ed il comò / il wc d’acciaio / il marmo dell’acquaio / il salvadanaio / e il mio slaccia-paltò”