Sono nata a Firenze il 12/ 1/ 64, Capricorno/asc. Toro, terra-terra. Ciononostante ho vissuto per circa trent’anni con la testa e i piedi fra le nuvole, dove sotto lo pseudonimo di Aria ho sposato Tom e partorito Teodora (6 anni fra poco, nel 1999 ndr.). Poi ho incontrato lo psicanalista giusto sono scesa in mezzo a voi, ma giuro che la catabasi è stata durissima (ho ancora da riprendermi), perciò in gran parte mi pento di averlo fatto, anche se qui è tutto così straordinario, perché non sono poi così socievole, pur facendo di professione l’Attrice.

Prima era una preadolescente, grassa, sgraziata e brufolosa, occhialuta e secchiona, che passò troppo rapidamente dai calzettoni traforati alle calze lunghe pippifemministe in quel dell’augusto liceo classico Michelangiolo di Fiorenza. Fu in un ’77 meraviglioso e traumatico, la scoperta della politica e dell’amore. Wow! Troppe emozioni. Allora ho trascorso circa vent’anni braccata dal Trascendente (segno cinese: Lepre), nel mirino del mirifico. Ero diventata una venuta a miracol mostrare da guinness dei primati: riuscivo a vivere senza mangiare senza bere e senza respirare. Però ad un certo punto fu giocoforza ammettere che stavo per morire.

La mia famiglia è tutto per me. Ma come ogni scrittrice che si rispetti debbo dichiarare soltanto la discendenza matrilineare: mia nonna è una santa visionaria, mia madre un’attrice mancata, di conseguenza io sono diventata una scrittrice (sic nel testo), certamente perché 1’800 è finito e Pirandello morto da un pezzo. Un fan rimbecillito una volta mi ha chiesto se ero la figlia di Anne Sexton. In effetti ho moltissime madri adottive, e si può dire che sono contenta così. Insomma mi ero piccata che volevo essere un’artista, La cosa più difficile è che però mi sono rifiutata di rimanere vittima dello stereotipo – del mito – della scrittrice, eppure ho contribuito a inventarlo, con la mia saggistica allegorica. Adesso sto imparando a vivere e a scrivere da donna (yoga, training autogeno, massaggi shiatsu, musica new age, medicine orientali: ridurre insomma la scrittura a due minuti al giorno – durante la cyclette), ma per far ciò è necessario essere un gruppo, perché è faticosissimo – e molto subdolamente osteggiato – distruggere l’antica e rifondare la Nuova Immagine Femminile (sic neltesto). Operazione da farsi (a digiuno) al microscopico analitico, onde evitare susseguenti autoghettizzazioni pratico-ideologiche. Il fallimentare mito dell’eterna Lady D che è in noi insegni!

Dunque lo slogan potrebbe essere: Riscattiamo le antenate, ma senza suicidarci! (e senza permettere loro di tirarci i piedi sedute al fondo del letto quando scocca mezzanotte) (continua)

Nel frattempo rattristiamoci insieme con questo Epicedio, dove si prende atto a malincuore della nostra incapacità di essere immortali.

Da quanto tempo lo spirito non abita più qui.
Ma come si suole dire – o mia pensosa prepensionata mente –
ogni lasciata è persa: avere in casa la scrittura corrente oggi mi serve
soltanto per non smentire la fiducia malriposta in una
che a tempo perso eroga da sempre – gettito –
nella perduta mente della cassintegrata amanuense.

Basta un attimo di distrazione e le spoglie tendine scivolano,
si sfilano rovinosamente tinnendo i cerchietti che sorressero
graziose pieghe, trame d’uncinetto
dentro il panorama che accoglie il mio il tuo nome un altro
le nostre vertebre sgranate come piselli dentro una ciotola di stagno
Dentro la madre senza respiro infinitamente piangiamo
la morte soprana che ci precedette e ora ci infissa.

Passerà, passerà anche questa mi dico, piena di rimorso.
L’ultima immagine è sempre la più bella, non demordo.
Oggi rimedio che anche non torni all’inverno, mia dolce chimera
Ma non poter più vedere un mattino d’estate o bucarti con un ago
di rimembranza o fare due passi o spalancare la bocca
ad un duplice sorriso di teschio e d’inconsulta brama
non poter più sentire la gioia profonda in questi lombi,
Amica capretta, che smorzavi gli spigoli belando via cavo un filo di voce
fosti sempre acuta e ossessiva come la bambina che mi dava i pizzicotti.
I parcheggiatori notturni rimediano mozziconi di voce spenti.

Con un piede nella fossa e uno sul podio li accendo,
passo e chiudo il dorso contratto della mano sulla fronte
e indago nel malcerto ricordo di colei che fu perdutamente
a tempo pieno amata proprio nel suo tempo perduto a vivere
di come occhio per occhio dente per dente ella fu tutta da lui
a poco a poco perduta

L’ultima immagine è la più dura a morire
Bisognerà normalizzarci sulla frequenza delle lacrime:

Ti ho sognata gobba come un punto interrogativo, le acque scure
Galleggiavi placida sulle tue linfe come un’ofelia insomnio
Circumnavigando globuli rilasciandoti a derive
per dismisurarti noduli con binoculi gonfi di un caleidoscopico rimpianto di colori

Liquide schegge d’iride trattenute come gli aghi scombussolati
Con cui giocavi l’ultima tua scattosa mano di shangai.

Non riesco a dimenticare l’albume del tuo sguardo senza ciglia

Tempo scaduto, tempo scaduto!

“Se non fossi stata povera e sola” – Che vuoi, non respirava”
Se non fossi stata sola e malata” – Stentava ad esistere
“Se non fossi stata sola e abbandonata” – Restava appesa alle mascelle volitive

– E chi ha la pazienza, oggi, di morire? –

Ti aspettavamo al varco vestita da sposa – “Era una vera forza della cultura
(proteggete i miei Padri)
Ti volevamo recisa come un’ifigenia bandita – / “T’hanno buttata in una fossa comune”
(proteggete i miei Padri)

Non ti avevano studiato prima d’investirci su

– Ti faccio pubblicità per l’avvenire;
Finalmente imparavi a morire

Un vecchio grammofono suona la nostra canzone. Lui ti ricorda così, un fremito
di coniglio, il sorriso involontario di una smorfia impercettibile.

“Era lei tutta la mia famiglia,
i figli che avrei voluto, tutto perduto

conati d’orientamento, rumori della casa
presepe, una pianta che vive d’aria
succo d’aloe vera, adorabile bibliotecaria”

Ti hanno sbattuta fuori all’esame sul Bengodi
Non ti preoccupare, ti aspetto fuori.

Rosaria Lo Russo

Il sito di Rosaria Lo Russo –> http://www.rosarialorusso-poesia-performance.it/bio/biografia-e-percorso-artistico/