Per una lira è il titolo di una canzone di Lucio Battisti che comincia così: Per una lira io vendo tutti i sogni miei. E poi la voce a strisce di Battisti racconta la storia di qualcuno che a malincuore si distacca da una parte di sé. Ascoltandola, ho sempre pensato a chi scrive. In particolare agli esordienti. Chi, per la prima volta (e spesso per una lira) consegna il proprio destino al mondo. Nell’incertezza e nell’imprecisione, un esordio insegna a scrivere più di un capolavoro (anche quando le due cose coincidono: David Foster Wallace, La scopa del sistema, 1987). Per una lira è uno spazio dove leggendo le nuove voci della narrativa, italiana e straniera, metteremo in luce alcuni aspetti di un romanzo legati al gesto dello scrivere per la prima volta, ovvero alla scoperta della propria voce.

Alessandra Minervini, scrittrice, editor e writing coach. Il suo primo romanzo si intitola Overlove, LiberAria 2016. Il suo sito è alessandraminervini.info. Qui gli articoli pubblicati su exlibris20.


Maestoso è l'abbandono di Sara Gamberini
Sara Gamberini, Maestoso è l’abbandono, Hacca, 2018

«Ci sono gli amori che hanno a che fare con i percorsi, quelli che hanno a che fare con la solitudine e poi ci sono quelli che non servono a niente, gli amori altissimi.». Prendere le distanze dal mondo, e sentirsene sempre più parte. Questa è la storia di una donna, e del suo pensiero magico, che giorno dopo giorno le si attacca addosso. È la storia di quello che si nasconde tra le pieghe del reale ed è invisibile. La incontriamo, dopo troppi campari, davanti a una porta chiusa, alle prese con un addio maldestro e poetico: la decisione di abbandonare, dopo anni – secoli? – di sensi di colpa e compassione, di fallimenti e rimpianti, un uomo al quale non crede più. «Mi capita di aspettarlo ancora, azzero per un momento la vastità dei fenomeni incomprensibili ed entro di nuovo lì, dove si poteva credere a tutto e io venivo fermata, risarcita, protetta.» Alla psicoanalisi si sostituisce l’incanto, e poi alcuni incantesimi, piccoli riti magici, scintille astrali, tutto ciò che non ha ancora un nome, fa un po’ di luce, non è divino, ed è per questo indicibile. E infine, al pari di un’iniziazione, l’amore incondizionato per un uomo assurdo, poetico, scostante, la cui ritrosia somiglia a una cura.
https://hacca.it/


Lezione n. 5

Raccontare l’amore

(parte prima)

Tutti sanno che l’amore è una questione di cuore. Ma non tutti sanno cosa sia, il cuore. Sara Gamberini lo sa. Ne conosce i battiti storpi, le parole deludenti, gli afflati accecanti, le rincorse nel fango. Il suo primo romanzo, Maestoso è l’abbandono, pubblicato da Hacca, riproduce una mappa ancestrale del sentimento amoroso e del suo racconto.

“I sentimentali anonimi sono i rivoluzionari di questo secolo, gli indecifrabili. I sentimentali spaesati che amano senza sosta, gli unici ribelli, gli unici contestatori rimasti. Le persone che non possono rientrare nelle statistiche dei comportamenti vengono ugualmente amate ma le si trova inaffidabili, fragili, inservibili.”

La voce narrante della protagonista, Maria, una donna colta nel momento in cui sceglie, con dolorosa sapienza, di lasciare l’uomo che ha devastato ogni particella elementare del suo amore, ci racconta non come si sopravvive a un amore ingiusto, ma come si è sopravvissuti alla sua esistenza. La prima scelta narrativa sarebbe stata più semplice. Ma le voci potenti non hanno scelta: vanno verso l’ignoto e di esso si nutrono alimentando i lettori.

“Quel giorno nascosi in un posto sicuro l’amore per le persone che sbagliano di continuo. In silenzio contavo i soprammobili sulla libreria, li segnavo sulle dita, arrivavo a dieci, chiudevo le mani e ricominciavo. Sembrava che mi stesse rimproverando, lo sentivo spazientito; i vecchi schedari erano stipati di parole non dette, le tende in nylon cadevano dritte toccando il pavimento. Maestoso è l’abbandono.”

La prosa delicata ricuce, mostrando tutte le cicatrici, la storia di Maria, procedendo per frammenti, citazioni di libri, ricordi, memorie ossidate dalla percezione distorta di una bambina che non si è sentita mai amata. Andando avanti nella lettura si fa spazio nella mente l’ingannevole disperazione di Dorigo, protagonista di Un amore di Buzzati e la rabbiosa umiliazione di Olga che vive ne I giorni dell’abbandono della Ferrante.

A Maria che spesso si rivolge al suo analista (“Secondo il dottor Lisi dovevamo capire se stavo con lui perché mi piaceva o per paura di rimanere sola”) sfugge la vita, persa dietro Lorenzo al punto da disconoscerne totalmente il sentimento: “Lorenzo era convinto che l’amore e il desiderio producessero attaccamento, attitudine che intendeva allontanare dalla sua vita perché causa di infelicità.

Esordire con un romanzo sentimentale può essere un rischio o una lezione. In questo caso è una lezione (maestosa) che ci ricorda che raccontare l’amore non uccide l’amore. Leggendo questo romanzo si resta con la sensazione opposta. Si torna a desiderare; riconoscendosi nella bellezza delle parole, si va avanti.

Piccola bibliografia per chi vuole scrivere
L’amore


Dino Buzzati, Un amore, Mondadori, 2016 
Elena Ferrante, I giorni dell’abbandono, E/O, 2015

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