Il secondo lavoro di Matthew Gray Gubler, The Little Kid with the Big Green Hand, è un racconto sul sentirsi un emarginato, ma sul ritrovare se stessi. Come nel suo romanzo d’esordio, Rumple Buttercup, Gubler affronta il tema di come essere diversi non sia una cosa così negativa.
La bambina con la grande mano verde segue Lenore, una piccola umana che ha un terribile segreto: ha una grande mano verde. Questo non solo le rende difficile spazzolare i capelli da un lato della testa, ma è anche antiestetico. Nessun altro ha una mano così. Così, Lenore la tiene avvolta in una sciarpa di lana e fa del suo meglio per mimetizzarsi pur spiccando.
Quando si avvicina il primo giorno in una scuola nuova di zecca, Lenore si lamenta della sua anormalità, finché non sente la sua Grande Mano Verde in persona, che si chiama Chuck.
Chuck ha un punto di vista diverso. Non gli piace particolarmente essere legato a una noiosa chiazza rosa che lo tiene avvolto in una sciarpa pruriginosa. Ma quando Lenore vede le cose con gli occhi di Chuck, si rende conto che fissarsi sulla sua mano le fa perdere alcune cose straordinarie. Così, inizia a imparare non solo ad accettare le sue differenze, ma anche a celebrarle.
La bambina con la grande mano verde è un libro senza età e senza tempo. Che si tratti di un lettore principiante o di un bibliofilo esperto, la storia della sensazione di autoconsapevolezza risuona con tutti noi. Gubler fa quello che sa fare meglio: fa sentire il lettore speciale, come se stesse parlando proprio a lui. Realizzato interamente con la sua calligrafia e con disegni stravaganti, ricorda il lavoro di Shel Silverstein o di Marissa Moss, autori le cui opere sono destinate ai bambini ma che vengono apprezzate anche in età adulta. L’uso del colore è sorprendente e intelligente, e porta avanti il discorso. Il suo caratteristico umorismo e la sua ironia fuori dagli schemi sono presenti in tutte le pagine. Ogni volta che lo si legge, ci sono nuovi dettagli da scoprire. Questo libro è un regalo infinito. È impossibile non sorridere mentre lo si legge.
Non è chiaro se Gubler volesse che La bambina con la grande mano verde fosse il trampolino di lancio per una serie, ma è possibile immaginare altre avventure di Lenore e Chuck.
La bambina con la grande mano verde è un ottimo libro da leggere da soli, con una persona cara o per i giovani lettori. E come si legge nella biografia di Gubler, l’ha scritto proprio per voi.
Bronwyn McGregor

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